Dante Gabriel Rossetti  (1828-1882) famoso pittore anglo-italiano di età vittoriana è stato leader e fondatore della Confraternita Preraffaellita. Raggiunse l’apice del successo come pittore e poeta. Viene ricordato per la sua tendenza a reinterpretare la tradizione che precede Raffaello, in relazione a spiritualità, natura e ingenuità primitiva. Una dimensione in cui arte e artigianato sono fortemente legate.

La sua opera affronta temi religiosi e letterari, tratti soprattutto da Dante e Shakespeare. Nel triennio 1855-1858 si dedica anche al ciclo arturiano narrato da Malory. Lavora prevalentemente su commissione, evitando di esporre pubblicamente. Dagli anni Sessanta la bellezza femminile diventa il tema principale, nel quale si delinea un ideale distaccato dai canoni contemporanei. A lui si deve il revival dell’ideale cavalleresco e il recupero dell’idealizzazione della donna del ‘’dolce stil novo’’.

Dante Gabriel Rossetti, cenni biografici

Figlio di un rifugiato politico italiano, nasce il 12 Maggio del 1828 a Londra. Fin dagli esordi i suoi tentativi artistici si dividono tra pittura e poesia, con frequenti scambi tra le due arti. Ancora giovanissimo, divora le opere di William Blake, Walter Scott, Edgar Allan Poe, Samuel Taylor Coleridge e Lord Byron. Le sue prime letture sono quindi principalmente inglesi o francesi, tanto che inizialmente sente poca inclinazione per le opere italiane.

Fu dal padre e dalle copiose letture su Dante che trasse l’amore per la civiltà italiana e per Dante di cui tradusse per intero La Vita Nova. E parallela e intensa  rimane anche l’attività pittorica, che si risolse al King’s College School, dove fu allievo di Henry Sass. Frequentò poi la Royal Academy, che lasciò nel 1848. A vent’anni insieme ai colleghi William Holman Hunt e John Everett Millais fondò la confraternita dei Preraffaelliti. L’anno successivo insieme ad Hunt partì alla volta di Parigi e dei Paesi Bassi.

Chi sono i preraffaelliti guidati da Dante Gabriel Rossetti

La confraternita viene fondata a Londra nel 1848. L’ideale estetico dei tre giovani artisti è forgiato sull’arte che precede il Rinascimento maturo, di cui Raffaello rappresenta il culmine. Si tratta in particolare dell’arte medievale e di quella quattrocentesca italiana a cui fanno capo Gozzoli, Botticelli, Mantegna, Carpaccio. Il gruppo è animato dall’idea di liberazione dai vincoli accademici, prediligendo un’arte più sincera e spontanea, in grado di ispirarsi alla natura. Tornare all’arte dei primitivi significava retrocedere dal peccato di orgoglio che aveva reso l’arte un’attività intellettuale.

Naturalismo e primitivismo sono i due poli; intesi più come modelli morali che formali.  I temi principali sono di tipo religioso, letterario e storico tratti dalla letteratura  trecentesca. La pittura è vista quindi come una narrazione figurata: veritiera, contenuta, ispirata. Gli artisti affermano la necessità di un nuovo naturalismo intriso di poeticità e religiosità. Come mezzo si ricorre quindi ad una tecnica pittorica umile e accurata, simile a quella degli antichi maestri artigiani. Il processo a cui Rossetti ricorre è definito da Argan ‘’dal naturale al metafisico’’: partendo da un’imitazione particolaristica delle cose naturali, rivolge il suo pensiero verso qualcosa di alto e spirituale. La cosa non si trasforma, evolve e in questo risiede il carattere stesso della spiritualità.

Ut pictura poesis e le arti sorelle tra Rossetti e Ruskin

I primi lavori dei pittori mettevano in pratica le teorie di John Ruskin – il maggior critico europeo del secolo – secondo il quale attraverso i testi poetici avevano la funzione di spiegare il significato delle opere e aiutare l’osservatore ad interpretarle. L’importanza di Ruskin risiede nel suo ruolo di sostenitore in prima linea del movimento artistico inglese, egli spingeva gli artisti ad un ritorno alla natura con tutta la semplicità del cuore. Fu proprio Ruskin a formulare una sua personale teoria sulle Arti Sorelle

Con queste parole sembra  rivitalizzare la massima del poeta latino Orazio ‘’ut pictura poesis’’ (come la pittura è poesia). Orazio indica – alla stregua di un monito – che pittura e poesia sono conosciute fin dall’antichità come “Arti sorelle”, nate da uno stesso parto e unite da un legame indissolubile.

“La pittura può essere contrapposta alla lingua parlata e alla scrittura, ma non alla poesia”.

I versi ekfrastici

Il termine di derivazione greca “Ekphrasis” veniva utilizzato per sintetizzare l’analogia tra le arti figurative e la poesia o per indicare la descrizione poetica di un’opera d’arte. Il concetto di Arti Sorelle divenne uno degli elementi cardine del progetto Preraffaellita, un lavoro in una delle due arti rappresentava un complemento fondamentale dell’altra, dando luogo così alla realizzazione di una doppia opera d’arte.

Rossetti, atteggiandosi da poeta esteta, iniziò a scrivere versi ekfrastici per accompagnare la sua personale produzione, in seguito scrisse inoltre dei sonetti per i maestri italiani come Leonardo Da Vinci e Michelangelo, in segno di ammirazione. I suoi versi servivano a chiarire e ad espandere il significato delle opere dei grandi artisti italiani, che potevano apparire oscure agli occhi degli osservatori vittoriani.

The girlhood of Mary Virgin by Dante Gabriel Rossetti

Una delle sue opere più importanti, “The girlhood of Mary Virgin” (olio su tela, 1849), venne esposta con una sequenza di due sonetti trascritti su foglia d’oro che Rossetti aveva attaccato alla cornice. Venne accolto positivamente dalla critica, che lo considerò manifestazione di una nuova sincerità religiosa nell’arte.

Da una parte egli seguiva i principi della Cristianità Ortodossa e dall’altra non diede mai segno di essere un fervente religioso.  Ammirava la Sacra Famiglia non solo come simbolo, ma soprattutto per i valori morali che essa rappresentava: la fonte d’ispirazione principale dei suoi lavori era la Vergine Maria.

Rossetti, poeta tardo romantico e la sua musa Elizabeth Siddal

Le due più importanti donne e muse della sua vita – oltre che modelle per le sue opere – Elizabeth Siddal (Beata Beatrix) e Fanny Comfort (Bocca Baciata), rappresentano altri due elementi della sua produzione: il piacere sensuale e il misticismo.

Rossetti si innamorò della sua musa e modella Elizabeth Siddal e i due si sposarono nel 1860. Donna della working class vittoriana, di origini modeste, commessa in una boutique e disegnatrice con velleità da stilista. E’ lei la protagonista di molte opere, nelle sembianze della donna angelicata dai lunghi capelli rossi e dalla pelle chiarissima: un aspetto fisico molto diverso dal resto delle donne vittoriane. Dopo la sua morte in preda ad un eccesso di romanticismo, Rossetti gettò il manoscritto con le poesie dentro la bara della donna, un istante prima che questa venisse sigillata. Lizzie e il manoscritto vennero così sepolti nel cimitero londinese di Highgate.

Questo gesto è stato interpretato come una sorta di sacrifico romantico di poesie d’amore inedite scritte per l’amata. L’episodio è inoltre esplicativo dell’appellativo di ‘’poeta tardo romantico’’ in virtù della notevole influenza che egli esercitò verso gli scrittori del periodo tardo vittoriano, come Oscar Wilde e T.S. Eliot.

Alessia Ceci