
L’Atalanta fa il suo esordio assoluto in Champions, tra i pensieri e i sogni indescrivibili dei tifosi orobici
Atalanta, ora il sogno è realtà

26 maggio 2019, ore 22.32: l’Atalanta si impone 3-1 sul Sassuolo ed entra di diritto nella storia del calcio, conquistando quella qualificazione in Champions League che in molti speravano, ma a cui forse neanche gli stessi giocatori credevano seriamente. In città i pochi non accorsi al Mapei per assistere all’evento che avrebbe fatto da preludio al leggendario evento hanno festeggiato tutta notte, con cori, canti e fiumi di lacrime che hanno per sempre impresso nella mente e nel cuore dei tifosi un ricordo indelebile.
Da quella notte magica una sola ed unica canzone è entrata di diritto nelle playlists musicali dei tifosi orobici, perché l’attesa di vedere la Dea tra i più grandi d’Europa era troppo grande per aspettare. The Champions, l’inno ufficiale della competizione sconosciuta ai molti, ma ora sfido chiunque a non trovare un solo tifoso nerazzurro che non la sappia a memoria.
L’estate è trascorsa con il chiodo fisso di quella coppa, come se si trattasse di un’utopia, un sogno ricorrente tra una puntura di zanzara e un insonnia persistente, ma quando il simbolo della Dea è apparso in quell’urna di Montecarlo, tutto ha preso improvvisamente forma, colore e il cuore non poteva che ritornare a battere a mille come quella notte di 4 mesi prima: l’Atalanta è in Champions, e ora il sogno di una vita si sta concretizzando.
La notte dei pensieri

Questa è la Notte per eccellenza, la notte dei mille pensieri e di un amore unico e infinito per una maglia che come dice Michele Zarrillo in una sua canzone apre le braccia a nuovi mondi. In particolare apre i cuori dei tifosi nerazzurri e dei giocatori alla dimensione surreale della Champions, a quell‘Olimpo del calcio mondiale dove solo i più grandi hanno potuto sedersi, e che ora spetta di diritto anche alla Dea, per retaggio, per prestigio, ma soprattutto per una squadra che in soli 3 anni è riuscita in una vera impresa epica.
Come l’Ercole della mitologia greca che dopo tante fatiche è tornato nel suo mondo di dei, questa sera per l’Atalanta, la dea della corsa e della caccia, inizia la prima fatica europea, consapevole però che ormai l’Olimpo è stato raggiunto e divertirsi sarà l’unico obbligo etico-morale che dovrà rispettare.
Luci a Zagabria per la Dea

Aspettando che le luci si accendano anche a San Siro, questa sera finalmente tutto prenderà forma per davvero: l’atmosfera intrisa di paure e gioie, quel mercoledì passato per anni seduti su un divano a guardare passivi le altre a contendersi il trono della migliore d’Europa, la famosa musichetta, ma soprattutto la scritta “UEFA Champions League” accanto al nome Atalanta non sarà più un sogno ad occchi aperti, ma entrerà a far parte della storia della Dea, e di tutti i tifosi atalantini che a presenti allo stadio oppure a casa in compagnia non dimenticheranno più questo giorno.
L’emozione sarà indescrivibile, i brividi saliranno su tutto il corpo a sentir echeggiare per tutto il Maksimir di Zagabria quel fantastico urlo di gioia e le gambe dei giocatori probabilmente tremeranno per i primi 10 minuti, ma con la consapevolezza che il giorno dei giorni è arrivato, e anche l‘Atalanta è stata invitata al banchetto europeo. Corsa, grinta, cuore e i soliti accordi: queste le armi da sferrare fin da subito contro i croati, perché è grazie a queste caratteristiche se stasera la Dea si trova qui, basterà solo continuare ad essere se stessi per stupire anche i più scettici con la puzza sotto il naso.
Una cosa è certa: anche le big ora conoscono la Dea, la studieranno e analizzeranno come un fenomeno a se stante, perché non si arriva per caso così in alto, e per una squadra abituata a rialzarsi sempre dalle proprie macerie come una fenice araba, cadere non fa affatto paura, purchè consci che tutto quello che verrà sarà solo guadagnato.
Per la Dea del Gasp inizia il ballo delle debuttanti, per qualcuno un ballo delle incertezze, ma state pur tranquilli che questa squadra pesterà i piedi solo a chi intralcerà il proprio cammino europeo verso la gloria eterna.
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