Enzo Jannacci, “un re” con “i scarp del tennis”

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Di Redazione Metropolitan

Enzo Jannacci, medico e artista poliedrico nasceva a Milano il 3 giugno del 1935. Fu cantautore, cabaretterista, pianista, compositore, attore, sceneggiatore. Terminò il Liceo Scientifico nel 1954, si diplomò poi al Conservatorio di Milano in Armonia, Composizione e Direzione d’orchestra. Sempre a Milano si laureò in Medicina nel 1967. All’età di 20 anni era un assiduo frequentatore degli ambienti del cabaret.

Cominciò con il Rock e nel 1956 diventò tastierista dei Rocky Mountains con Tony Dallara alla voce. In questo ambiente conosce anche Adriano Celentano. Nel 1958 affianca l’attività con i Rocky Mountains alla collaborazione con Giorgio Gaber con il quale forma il duo I due corsari e incidono dei 45 giri con la Dischi Ricordi. Sempre in ambiente milanese e nell’ambito della musica Rock conosce Clem Sacco e Ricky Gianco. Tra i successi eseguiti con Gaber ricordiamo Birra, Fetta di limone, Tintarella di luna.

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Enzo Jannacci, il teatro e il Derby

Negli anni ’60 comincia la carriera teatrale con Filippo Crivello nel 1962 e ha modo di lavorare con attori del calibro di Tino Carraro. Comincia inoltre a suonare al Derby, famoso locale di cabaret milanese dove conosce Dario Fo e il duo Cochi e Renato. Nel 1964 pubblica il suo primo disco La Milano di Enzo Jannacci che contiene il brano El portav i scarp del tennis, il racconto di un senzatetto dell’ambiente milanese. Inoltre incide due 45 giri, Veronica testo scritto da Dario Fo e Sandro Ciotti.

Con Dario Fo realizza lo spettacolo 22 canzoni in seguito al quale verrà pubblicato dalla Jolly l’album dal vivo Enzo Jannacci in teatro nel 1965. Riscuote grande successo il brano La mia morosa va alla fonte, basata su una musica del XV secolo. Nel 1966 incide inoltre i 45 giri Sei minuti all’alba, sul tema della Resistenza e Soldato Nencini, sulla difficoltà di ambientamento per un soldato del Sud in una caserma del Nord alla quale si aggiunge la separazione dalla moglie.

Vengo anch’io. No, tu, no

Il 1968 è l’anno del suo grande successo con l’album e il relativo brano che diventerà famosissimo Vengo anch’io. No, tu, no. L’omonimo brano apparentemente leggero sottolinea la necessità di aggregarsi e il gusto delle masse di creare l’emarginato, quindi rappresenta una critica sociale molto velata e ironica. Ho visto un re, realizzata con Dario Fo, fu ben accolta dalla critica ed è pieno di metafore a sfondo politico.

Enzo Jannacci, grazie al successo dell’album fu invitato in molti programmi televisivi, tra i quali Canzonissima, ma in questo caso gli fu impedito di eseguire Ho visto un Re. Partecipò con Gli zingari, ma fu sconfitto e per un periodo andò in Sudafrica e negli Stati Uniti dove riprese la specializzazione in cardiochirurgia e operò accanto al cardiologo Christiaan Barnard.

Gli anni 70 tra album, televisione e cinema

Tra il ’70 e il ’72 pubblica un album antologico e uno in studio: Le canzoni di Enzo Jannacci e La mia gente. L’album del 1972 Giorgio Gaber e Enzo Jannacci raccoglie i successi degli anni ’70 dei Due corsari. Partecipa a diversi programmi televisivi accanto a Cochi e Renato con i quali si esibisce in El carrete nel programma televisivo Il buono o il cattivo. Inoltre porta in televisione due piece teatrali: Il poeta e il contadino (1973) e Saltimbanchi si muore.

Dal 1974 realizza delle colonne sonore per il cinema: Romanzo popolare di Mario Monicelli, Pasqualino Settebellezze di Lina Wertmuller, L’Italia s’è rotta di Steno, Sturmtruppen di Salvatore Samperi, Gran bollito di Mauro Bolognini, Saxofone di Renato Pozzetto, Piccoli equivoci di Ricky Tognazzi. Nel 1974 realizza con Cochi e Renato la sigla di canzonissima dal titolo E la vita, la vita.

Gli album pubblicati tra il ’75 e il ’79 e la ripresa dei concerti dal vivo

In collaborazione con Tullio De Piscopo e Bruno De Filippi realizza in studio nel 1975 l’album Quelli che con l’etichetta Ultima spiaggia. L’album contiene l’omonimo brano, Vincenzina e la fabbrica. O vivere o ridere nel 1976, Secondo te…Che gusto c’è il cui brano omonimo viene scelto da Pippo Baudo come sigla di Domenica In, grazie all’intercessione del Direttore d’orchestra Pippo Caruso. Anche Mina reinterpreta delle canzoni di Jannacci nell’album Mina quasi Jannacci, nel quale è contenuto il duetto E l’era tardi.

Dopo l’uscita dell’album Foto ricordo nel 1979 ritorna a fare concerti e spettacoli dal vivo. In questo periodo collabora anche con Paolo Conte con il quale realizza Sudamerica e Bartali dedicata alla leggenda del ciclismo. Torna di nuovo a lavorare con l’etichetta Ricordi nel 1980 e realizza l’album Ci vuole orecchio ed inoltre curerà anche gli arrangiamenti del nuovo disco di Milva.

Gli anni ottanta

I concerti di Enzo Jannacci vengono ripresi dalla RAI, in alcune parti anche censurati, soprattutto nelle parti in cui critica la televisione che fa tende a manipolare e a far assumere un atteggiamento passivo agli spettatori. Tra il 1981 e il 1982 pubblica E allora concerto e Discogreve. Si moltiplicano i suoi impegni televisivi e nel 1984 scrive l’inno del Milan. Il 1985 è l’anno dell’album L’importante e del recital Niente domande.

L’album del 1987 Parlare con i limoni contiene una dedica a Luigi Tenco nell’omonimo brano. La RAI gli dedica inoltre un programma televisivo dal titolo L’importante è esagerare nel quale viene ripercorsa la sua carriera e viene riportata la sua intervista rilasciata ai Navigli nel 1989.

Enzo Jannacci le sue partecipazioni a Sanremo e al Premio Tenco

Si avvicina per la prima volta al Festival di Sanremo nel 1989 con una canzone sul tema della droga dal titolo Se me lo dicevi prima. Ritorna poi nel 1991 in coppia con Ute Lemper con La fotografia, ma questa volta riceve il Premio della critica. In seguito esce l’album Guarda la fotografia. Nel 1994 partecipa ancora una volta a Sanremo in coppia con Paolo Rossi con una canzone dissacrante dal titolo I soliti accordi.

Partecipa di nuovo a Sanremo nel 1998 con Quando un musicista ride e vince di nuovo il Premio della critica. Nel 2001, dopo un periodo in cui riprese i contatti con il Jazz, realizza con il figlio Paolo un nuovo CD dedicato al padre Come gli aeroplani. Lettera da lontano nel 2002 vince la Targa al XXVII Premio Tenco e nel 2003 il CD L’uomo a metà, il cui brano omonimo vince ancora il Premio Tenco.

Nel 2011 Fabio Fazio conduce uno speciale a lui dedicato. In questi anni Enzo Jannacci dirada le sua apparizioni e i suoi impegni per problemi di salute. Morirà il 29 marzo 2013 a Milano a causa del tumore di cui soffriva da tempo. Con Jannacci se ne è andato un poliedrico maestro della scena musicale e teatrale, un artista schietto e geniale che ha lasciato eredi. Seguiteci su metropolitanmagazineitalia e su musicametropolitanmagazine.