Il report “Il pregiudizio e la violenza contro le donne” evidenzia un lieve calo dei femminicidi. Con l’avvicinarsi del 25 novembre, la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, si cerca di trarre le conclusioni di quest’ultimo anno.
Nei primi 9 mesi di quest’anno sono stati registrati 221 omicidi, 82 dei quali femminicidi (9% in meno rispetto allo scorso anno). La maggior parte delle violenze di genere non avviene per le strade buie o da sconosciuti nei locali, ma nell’ambiente familiare. Più della metà delle vittime di femminicidio (42 casi) sono morte per mano del partner o dell’ex partner.
Alla base della piramide della violenza di genere si trovano reati quali lo stalking e la condivisione di materiale intimo non consensuale. Il reato di stalking risulta in calo del 17% rispetto allo scorso anno, ma fa segnare comunque 12.200 vittime di cui il 75% sono donne; mentre il reato di diffusione di materiale intimo non consensuale (non chiamatelo revenge porn) è stato denunciato il 20% in meno rispetto al 2021, con 871 reati contro 1.090.
I dati non rappresentano direttamente un calo delle violenze di genere, perché rappresentano le denunce riconosciute come violenza di genere. In Italia i dati parlano chiaro: ogni 72 ore una donna viene uccisa in quanto tale, mente maltrattamenti, abusi e violenze sessuali avvengono in media ogni 15 minuti.
Meno femminicidi nei primi 9 mesi del 2022: cosa emerge dal report
Calano i femminicidi, ma si continua a morire in Italia solo perché donne. Nei primi 9 mesi del 2022 sono avvenuti 82 femminicidi, ma entro la fine dell’anno il numero avrà abbondantemente superato i 100. Il femminicidio è sistemico, così come la scala di violenza che porta a questo.
Il report “Il pregiudizio e la violenza contro le donne” raccoglie dati su più reati ai danni delle donne, a partire dai pregiudizi, cioè le battute sessiste e catcalling. Nei tre anni di report la violazione più frequente è quella su provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa (6.499 episodi). Un dato in aumento del 12% rispetto al 2021.
Nei primi 9 mesi del 2022 su 221 omicidi avvenuti 82 vittime sono donne: 42 di queste sono state uccise dal partner o dall’ex partner; 71 degli omicidi sono avvenuti in ambiente familiare o affettivo. A questi dati vanno poi aggiunte le vittime dei mesi non presi in esame, come Anastasia Alashri e Alexandra Elena Mocanu, entrambe uccise per mano del marito.
Aumentano i casi di violenza sessuale e danni alla persona
Al contrario il numero di femminicidi, nei primi mesi del 2022 il numero di violenze sessuali è cresciuto. Le denunce sono state 4.416 (+9% rispetto al 2021) e nel 92% dei casi ha coinvolto donne. La maggior parte delle vittime ha un’età compresa tra i 31 e i 44 anni e sono vittime all’interno dell’ambiente domestico. Sono aumentate (+1.332 casi) le vittime di violenza sessuale tra i 10 e i 17 anni e come nel caso di femminicidi, le violenze sessuali avvengono in luoghi considerati sicuri: scuola o abitazione.
Anche i danni alla persona sono in aumento. I reati di lesioni permanente al viso nei primi mesi del 2022 sono stati 74, in crescita del 17% rispetto al 2021. Nato con l’intento di evidenziare i reati di violenza di genere, il dato ha però evidenziato che la maggior parte le vittime in questo caso è di sesso maschile.
Quale direzione intraprendere contro i femminicidi e la violenza di genere?
Ogni nuova violenza di genere, ogni nuovo femminicidio racconta una parte della cultura italiana. La violenza nel nostro paese è spesso giustificata da toni romantici o sessualizzanti, come nel caso dei tre omicidi avvenuti a Roma.
Il racconto della violenza ha una direzione che parte dal fatto e tende verso la giustificazione del reato. Il colpevole è messo in secondo piano rispetto all’azione della vittima che l’aveva lasciato o tradito, che voleva il divorzio o si era rifatta una vita. La deresponsabilizzazione del carnefice avviene attraverso la romanticizzazione del gesto. Così le donne muoiono di troppo amore e gli uomini sono giustificati da raptus di gelosia o da “stanchezza emotiva”.
Per abbassare il numero dei femminicidi serve responsabilità, a partire dalle istituzioni che devono educare all’affettività e al consenso.
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Articolo di Giorgia Bonamoneta.