Fine vita: il primo suicidio assistito in Italia è di Federico Carboni

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Di Edoardo Baldoni

Stamattina arriva l’annuncio della morte di Federico Carboni. Il 44 enne marchigiano risulta così il primo italiano ad aver ricevuto il via libera per il suicidio assistito. Conosciuto ai più come: “Mario”, ha deciso dopo la sua dipartita di rivelare la propria identità all’opinione pubblica. Un passo importante per una legge sul Fine Vita.

Fine vita, la battaglia legale di Federico Carboni

Finalmente Federico Carboni aka Mario ha smesso di soffrire. Una battaglia legale lunghissima fatta assieme all’Associazione Luca Coscioni. Alla fine quindi al 44 enne è stato concesso il suicidio medicalmente assistito.

Le difficoltà iniziarono quando all’uomo era stato chiesto di pagare tutto di tasca sua. Il farmaco letale dunque andava a costargli attorno ai 5.000 euro. Da qui l’inizio di una raccolta fondi per arrivare al prezzo stabilito. Una cifra che non sarebbe mai stata raggiunta senza alcun supporto.

Lo stesso Ministro della salute Roberto Speranza ha spinto affinché la situazione si risolvesse il prima possibile:

Una volta che la procedura di verifica nel rigoroso rispetto delle condizioni individuate dalla Consulta sia stata completata. Le strutture del servizio sanitario nazionale non possono assumere atteggiamenti ostruzionistici, né è ipotizzabile che i costi siano a carico del paziente.

L’anestesista Mario Riccio quindi ha somministrato la dose al paziente. Prima della dipartita al suo fianco Marco Cappato, Filomena Gallo, i familiari e gli amici più stretti.

Questo un estratto del lungo messaggio finale:

Non nego che mi dispiace congedarmi dalla vita, sarei falso e bugiardo se dicessi il contrario perché la vita è fantastica e ne abbiamo una sola. Ma purtroppo è andata così. Ho fatto tutto il possibile per riuscire a vivere il meglio possibile e cercare di recuperare il massimo dalla mia disabilità, ma ormai sono allo stremo sia mentale sia fisico.

Primi passi avanti che non bastano, vista e considerata l’enorme fatica per ottenere un diritto, che dovrebbe essere garantito (anche economicamente) dallo Stato. Un caso che si affianca a quello di Mario Ridolfi, l’uomo immobilizzato da 18 anni, che aveva ottenuto il sì alla fine volontaria, ma l’iter si era bloccato sulla scelta del farmaco.

Edoardo Baldoni