Fiorella Mannoia tra le note di Ruggeri e Fossati

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Di Redazione Metropolitan

Fiorella Mannoia inizia gradualmente la sua scalata al successo nei primi anni 80, partecipando sia alle edizioni di Festivalbar, sia a quelle di Sanremo senza però ottenere posizioni di rilievo. Tuttavia mostrava già una voce molto particolare e una grande predisposizione per la canzone d’autore. Nel 1987 firmò un contratto con la casa discografica DDD.

Fu l’incontro con Enrico Ruggeri a rivelarsi determinante per la carriera di Fiorella Mannoia. L’autore si era infatti reso conto di aver scritto una canzone al femminile, per cui cercava una donna che la interpretasse. In un’intervista Ruggeri confessa che quando scrive dei testi, si basa su sentimenti forti. Il fatto che riesca a cogliere la sensibilità femminile è dovuto alla sua capacità di osservazione ed ascolto e allo stesso tempo riconosce qualcosa di se’ in ciò che vede.

Fiorella Mannoia ed Enrico Ruggeri: stima e fiducia

Quello che le donne non dicono, scritta da Ruggeri e composta con il musicista Luigi Schiavone venne prima proposta a Fiordaliso che rifiutò. Così l’autore ripose fiducia nelle capacità interpretative di Fiorella Mannoia, nonostante fosse ancora poco conosciuta. Infatti Quello che le donne non dicono diventò per la cantante non solo un punto di arrivo, ma anche un punto di partenza per la crescita e la popolarità ed ottenne il Premio della critica. A proposito di questa canzone la Mannoia dichiara:

“Ruggeri mi ha aperto la porta della canzone d’autore, gli devo molto. Mi ha dato Quello che le donne non dicono. Lui ha vissuto con tante donne, le ha osservate, le conosce e dimostra che la sensibilità non ha sesso. È una canzone che ci descrive bene.“

Canzoni per parlare

La vita che vuoi, scritta sempre insieme a Luigi Schiavone è un altro testo in cui Ruggeri guarda il mondo femminile ed è contenuta nell’album Canzoni per parlare del 1988. Mentre in Quello che le donne non dicono è protagonista la donna matura che guarda indietro nel tempo con nostalgia, in La vita che vuoi è protagonista il mondo dell’adolescenza, ovviamente quello degli anni Ottanta. Con il senno di poi le due bellissime canzoni appaiono come due facce della stessa medaglia in cui sogno, freschezza e nostalgia camminano insieme.

Gli altri brani firmati da Ruggeri sono I dubbi dell’amore, che descrive il dilemma di una coppia in crisi, I miei amici stanno al bar che contiene uno sguardo che può essere sia maschile che femminile, Il tempo non torna più, vincitore di Un disco per l’estate, La lettera che non scriverò mai, scritta a più mani con Riccardo Cocciante. Fiorella Mannoia per quest’album ottiene la Targa Tenco come migliore interprete.

Di terra e di vento

Enrico Ruggeri partecipa all’album Di Terra e di vento con quattro brani. Il titolo dell’album suggerisce l’idea di un mondo poetico in bilico tra razionalità e sogno. Gli amanti è molto introspettiva, Ascolta l’infinito rappresenta quello slancio vitale che crea un equilibrio tra passato, presente e futuro.

Le canzoni e La giostra della memoria sono unite dalle tematiche del sogno, del ricordo, dell’infanzia e della nostalgia. Di gran pregio poetico e musicale La Giostra della memoria con i suoi versi “non avevo limiti per parlare agli angeli” e il flauto di Pan presente nella versione cantata da Ruggeri.

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Gli anni 90

Il 1994 è l’anno dell’album Gente comune in cui Ruggeri scrive la canzone L’altra madre sul tema della ricerca dell’identità ed inoltre scrive la versione italiana di “I don’t wanna grow up” di Tom Waits col titolo “Non voglio crescere più” e la esegue in duetto con Fiorella Mannoia. L’autore si riaggancia così alle tematiche del sogno e dell’infanzia.

Nel 1992 Ruggeri partecipa con Inevitabilmente alla realizzazione dell’album I treni a vapore. Qui il tono è più disilluso e vengono alla luce gli errori di una vita. La canzone fa parte della soundtrack di Caro Diario di Nanni Moretti. I treni a vapore segna però il contributo di un altro grande autore: Ivano Fossati.

Nel mondo di Ivano Fossati

L’incontro di Fiorella Mannoia con Ivano Fossati avviene in occasione del Festival di Sanremo del 1988, poiché la cantante interpreta Le notti di maggio e vince di nuovo il Premio della critica.

Nel 1989, esce l’album Di terra e di vento, nel quale Ivano Fossati firma due brani molto intensi Baia senza vento e Lunaspina. Entrambi hanno in comune la ricerca di un elemento aereo come l’aria e il filo di luce per dare sostanza, nutrimento e linfa vitale a delle vite ancorate fermamente all’elemento terra.

I treni a vapore

Nell’album Di terra e di vento è presente anche un duetto di Fiorella Mannoia ed Ivano Fossati dal titolo Ah che sarà. E’ la versione italiana di O que será di Chico Buarque. Quindi qui c’è un interesse da parte dei due artisti per la musica brasiliana e uno sguardo sul mondo sia per le sue suggestioni musicali, sia per le condizioni politiche e sociali. La canzone racconta infatti del popolo brasiliano sottomesso alla dittatura.

Quest’impronta filantropica, legata alla dimensione del sogno, del viaggio, alla conoscenza di altre realtà diventerà molto forte nella canzone I treni a vapore contenuta nell’omonimo album uscito nel 1992 che contiene anche L’amore per l’amore, molto attuale soprattutto per i versi “chi la riabbraccerà per le strade” e Piccola serenata diurna.

Dal 1994 al 2001

Nel 1994 esce l’album Gente comune per il quale Fossati firma Piccola, piccola, nel 1999 Certe piccole voci Live che che contiene L’amore con l’amore si paga. Nel 2001 per l’album Fragile scrive Fotogramma, mentre Nel 2019 firma Penelope contenuto nell’album Personale.

Fiorella Mannoia, un’artista in viaggio tra il mondo poetici di Fossati e quello di Ruggeri con forza e intensità per scrivere ogni volta una nuova poesia.