Gas: raggiunta intesa UE-Azerbaigian, raddoppio forniture per 2027

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Di Redazione Metropolitan

Firmato un memorandum d’intesa tra Unione Europea e Azerbaigian che prevede il raddoppio della capacità del gasdotto meridionale, principale via per il trasporto degli idrocarburi. Baku ha già iniziato ad aumentare le effettive forniture. La Commissione Europea, firmataria del memorandum, ha imposto contrattualmente la quantità minima di 20 miliardi di metri cubi l’anno, da raggiungere entro il 2027. La Commissione ha giustificato la sottoscrizione identificandola come contributo “agli obiettivi di diversificazione del piano REPowerEU, e aiuterà l’Europa a porre fine alla sua dipendenza dal gas russo“. Lo stato caucasico, già dalla giornata di ieri, si è impegnato ad aumentare le forniture del combustibile, passando dagli 8,1 miliardi dello scorso anno ai 12 miliardi previsti per la fine del corrente.

La Commissione Europea porta avanti la diversificazione del gas, l’Azerbaigian promette il raddoppio delle forniture e ci si preoccupa dell’efficienza della catena di approvvigionamento

SCPX, TANAP e TAP, i tre metanodotti che collegano Azerbaigian, passando per Georgia, Turchia, Grecia e Albania, all’Italia

Continua lo sforzo europeo inteso a ridurre drasticamente la dipendenza dal combustibile russo. E’ stato firmato nella giornata di ieri un memorandum d’intesa tra Commissione Europea e Azerbaigian relativo all’aumento della fornitura di gas per il continente; nello stesso documento si legge che Baku aumenterà il quantitativo di combustibile già fornito, prospettando, entro il 2027, di raggiungere i 20 miliardi di metri cubi all’anno, contro gli 8 del 2021 e i 12 previsti per l’anno corrente. Nell’intesa tra Commissione e Azerbaigian si sottolinea poi l’interesse di aggiornare i condotti necessari per l’approvvigionamento: chiaro il fine di ridurre gli sprechi e ridurre le emissioni, puntando intanto sulle rinnovabili. Sono passaggi, questi, che secondo la commissaria europea all’energia Kadri Simson ci “aiuteranno a raggiungere i nostri obiettivi climatici”.

L’Azerbaigian avrebbe un grande potenziale energetico rinnovabile non sfruttato, secondo l’UE, e che con il giusto investimento potrebbero risultare in una scommessa vincente, soprattutto nel settore offshore. Le due parti hanno quindi riconosciuto la responsabilità collettiva ambientale, sottolineando l’importanza del Fondo globale per il metano, inteso ad abbattere le emissioni nocive e ingiustificate dell’idrocarburo nell’atmosfera. Il gas partirà quindi dal fornitore azerbaigiano per raggiungere l’Europa attraverso il condotto meridionale trans-adriatico, la Tap. Intanto l’Italia, mentre la presidente della Commissione Von Der Leyen firma l’accordo col Presidente azerbaigiano Alyiev, si muove in un’altra direzione.

L’Italia accoglie l’invito europeo e punta su fornitori africani: Draghi e i sei ministri firmano un nuovo accordo per l’approvvigionamento di gas algerino, “primo nostro fornitore”

“L’Algeria è il primo nostro fornitore” ha commentato nella giornata di ieri il premier, accompagnato da sei ministri nel viaggio ad Algeri. Il paese promette di aumentare di 4 miliardi di metri cubi la fornitura annuale di metano, misura che, spiega Draghi, rappresenta “un’accelerazione rispetto a quanto previsto” e “anticipa forniture ancora più cospicue nei prossimi anni”. Nella parentesi del quarto incontro intergovernativo italo-algerino, ringraziando il Presidente Abdelmadjid Tebboune, Draghi ha sottolineato l’impegno europeo e italiano nel puntare sulle energie green, “in particolare dell’idrogeno verde e dell’energia solare, eolica e geotermica”.

Gli accordi sottoscritti sia con l’Algeria che, a livello comunitario, con l’Azerbaigian, mettono insieme un quadro da cui l’Italia stessa potrebbe uscirne vincente. La Tap, data la recente crisi energetica dettata da Gazprom e dalla questione Nord Stream 1, la cui fornitura verrà praticamente azzerata già nei prossimi giorni, potrebbe diventare la chiave tutta italiana necessaria ad assumere un ruolo di centralità nella questione energetica comunitaria. Uno sprint italiano nel settore delle rinnovabili potrebbe confermare questo ruolo. Resta da vedere se i ministri riusciranno a cogliere questa opportunità aperta dalla crisi.

Alberto Alessi

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