
Nasceva a Milano 89 anni fa l’icona del cinema d’impegno civile. Attore poliedrico, artista immerso nella lotta politica e perfezionista rigoroso al limite dell’ossessione. In trent’anni di carriera Gian Maria Volonté ha dato il proprio volto alle maschere del nostro Paese, portando sullo schermo personaggi tormentati e affascinanti.
Il primo ruolo che lo porta alla ribalta è quello del cattivo di genere. Sergio Leone gli affida nel 1964 la parte di Ramón Rojo in “Per un pugno di dollari“. Seguirà l’anno successivo, sull’onda del successo del primo western all’italiana, “Per qualche dollaro in più“, in cui interpreta il bandito El Indio. Altro ruolo leggendario è, accanto a Vittorio Gassman, il corrotto bizantino che si imbarca nella spedizione de “L’armata Brancaleone” (1966) di Mario Monicelli.
L’attore simbolo del cinema impegnato
Gian Maria Volonté deve la sua notorietà ai grandi film di impegno civile degli anni ’70, di cui diventa ben presto l’icona. Memorabili le sue interpretazioni di due martiri del libero pensiero con la regia di Giuliano Montaldo: “Sacco e Vanzetti” (1971, in cui interpreta l’anarchico Bartolomeo Vanzetti) e “Giordano Bruno” (1973). La collaborazione con Elio Petri, iniziata con “A ciascuno il suo” (tratto dal libro di Sciascia), prosegue col ruolo del poliziotto cinico e assassino di “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” (Oscar per il miglior film straniero nel 1971). Recita poi in “La classe operaia va in paradiso” e “Todo modo”, spaccato grottesco della crisi della classe dirigente democristiana.
Ma è con Francesco Rosi che Volonté ha il sodalizio artistico più duraturo, tanto da diventarne l’attore-feticcio. Interpreta per il regista napoletano ruoli di uomini illustri e controversi: il dirigente dell’Eni Enrico Mattei (“Il caso Mattei”), il mafioso Lucky Luciano (nel film omonimo del 1973) e l’intellettuale Carlo Levi (“Cristo si è fermato a Eboli”). Scomparso nel 1994, riposa secondo le sue ultime volontà in un piccolo cimitero sull’isola della Maddalena, dove ogni anno si celebra in suo nome un festival dedicato alla figura dell’attore.
Davide Cossu
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