Giulio Arbore e Giuseppina Cafiero, chi erano i genitori di Renzo Arbore

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Di Redazione Metropolitan

Con una carriera alle spalle ricca di intramontabili successi, il cantautore Renzo Arbore, disc jockey, produttore musicale e molto altro ancora continua a decantare di un clamore davvero incredibile. Seppure, infatti, si sia completamente ritirato a vita privata e non sia più un volto fisso del piccolo schermo, il buon Arbore continua a far sognare ed incantare tutti i suoi ammiratori ogni volta che appare in tv. D’altra parte, il cantautore ha da poco compiuto 83 anni. Quindi, le sue storie di vita sono davvero appassionanti.

Chi erano i genitori di Renzo Arbore e che lavoro facevano?

Il padre Giulio lo avrebbe voluto dentista, la madre Giuseppina Cafiero lo benediceva prima degli incontri più importante. Sono i genitori di Renzo Arbore, il cui destino non era quello di seguire le orme del padre Giulio, ma di legare la sua carriera alla musica. «Mio padre era dentista e avrebbe voluto che io seguissi la sua strada e facessi la sua professione. Ci ha pure provato, portandomi nel suo studio, facendomi indossare il camice bianco e cercando di farmi capire che avrei potuto dargli una mano», lui però collezionava svenimenti alla sola vista di una goccia di sangue. Si è poi laureato in giurisprudenza a Napoli.

Il nonno materno di Renzo Arbore è Lorenzo Cafiero, un lontano parente di Carlo. La madre, repubblicana, divenne monarchica per amore del padre Giulio. A Il Messaggero nel 2005 la descrisse come «una donna anziana, dolcissima e religiosa. La sua fede era sempre stata molto forte e io sono stato educato nel rispetto dei comandamenti». Morì prima che facesse ‘Quelli della notte’. Prima che accadesse le chiedeva di dargli una benedizione, ben sapendo che questo l’avrebbe resa molto felice. «Oggi ho un incontro importante per la mia carriera (o per la mia vita). Mi benedici?», le diceva. E lei lo faceva. In quell’occasione l’artista raccontò che i genitori abitavano nello stesso palazzo, quindi si conoscevano sin da bambini.

Giocavano nello stesso cortile e si fidanzarono nel 1911 o 1912. «Sono rimasti sempre insieme. Mamma ha certamente avuto soltanto lui e ha voluto che si scrivesse sulla lapide di papà che gli era stata fedele per tutta la vita». Lui rappresentava l’autorità, lei sbrigava le pratiche quotidiane e si occupava dell’educazione. Una petulanza che Renzo Arbore ha sempre rispettato e di cui ha compreso l’importanza

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