Ci si è chiesto in questi giorni se sia possibile escludere o meno la Russia da Internet dopo la richiesta esplicita del governo ucraino all’ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) . La risposta del principale ente preposto al funzionamento d’Internet è stata negativa per salvaguardare la sua posizione neutrale e il funzionamento globale della rete stessa. Si è evitato così un pericoloso precedente. Inoltre Le conseguenze di una disconnessione della Russia si ripercuoterebbero solo sulla popolazione.

La lettera dell’Ucraina e la richiesta di esclusione dalla Russia da Internet

La Russia ha commesso “crimini atroci, resi in buona parte possibili dalla macchina di propaganda russa che sfrutta il Web per diffondere disinformazione, messaggi d’odio, promuovere la violenza e nascondere la verità sulla guerra in Ucraina. L’infrastruttura tecnologica ucraina ha subìto numerosi attacchi da parte russa, impedendo ai cittadini e al governo di comunicare”. Questi i motivi elencati nella lettera scritta inviata dal vice primo ministro ucraino Mykhailo Fedorov all’ICANN in cui si chiedeva la revoca in maniera temporanea o permanente del dominio .ru e dell’equivalente cirillico .рф. Erano poi altresì stati chiesti la revoca dei certificati russi SSL per le connessioni sicure tra siti e computer e la disattivazione per la Russia del sistema DNS per lo smistamento del traffico informatico.

La scelta neutrale dell’ICANN

La risposta dell‘ICANN a questa singolare richiesta ucraina è stata negativa. Anzi l‘Internet Corporation for Assigned Names and Numbers ha precisato di essere un ente la cui missione “non si spinge fino ad assumere azioni punitive, emettere sanzioni o limitare l’accesso ad alcune parti di Internet, a prescindere dalle provocazioni”. Inoltre per l’ICANN nessun soggetto ha la capacità di controllare o chiudere Internet. La scelta dell’ICANN è stata in definitiva quella di mantenere una posizione neutrale e di evitare un pericoloso precedente che avrebbe potuto legittimare spinte autarchiche come quelle in passato manifestate da Cina e Iran mettendo in discussione la funzione globale d’Internet stesso.

Un danno per i solo cittadini russi

Se la richiesta dell’Ucraina venisse messa in pratica danneggerebbe, secondo gli analisti, soprattutto i cittadini russi che si vedrebbero ancora di più assoggettati al regime imposto dal Cremlino. Il governo e i militari potrebbe tranquillamente continuare le proprie comunicazioni con sistemi più sofisticati. In oltre in assenza di regole esterne con la Legge Sovrana che prevede la creazione di un DNS russo continuerebbero le comunicazioni interne sui siti russi ma assoggettate al Cremlino. I cittadini russi non solo si troverebbero dunque esposti ad attacchi e abusi informatici se si escludesse la Russia dalla rete globale ma vivrebbero anche sotto il controllo asfissiante della propaganda governativa.

Stefano Delle Cave

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