Halloween, anche quest’anno il giorno più pauroso dell’anno è arrivato. Festa che affonda le sue radici in celebrazioni antiche del periodo pre-cristiano, Halloween ha vissuto diversi cambiamenti, evolvendosi nella manifestazione che oggi tutti conosciamo. È la festa dell’occulto, del buio, della paura. È il giorno in cui il mondo dell’aldilà apre le porte ai comuni mortali e per un giorno tutto quello che di solito ci fa paura diventa parte di noi. Per la Rubrica Arte di oggi ripercorriamo i simboli più noti di Halloween attraverso alcune opere d’arte che raffigurano i suoi simboli tipici.
Halloween, la zucca nelle nature morte
Le origini dell’attuale festa di Halloween vengono identificate nella festa celtica di Samhain, che coincide con il capodanno celtico. I Romani più tardi la fecero coincidere con la loro festa dei morti, che aveva luogo in maggio. Più avanti i cristiani istituirono la festa dei morti il 2 novembre, il giorno dopo di Ognissanti. In effetti lo stesso nome moderno di Halloween è legato proprio alla festa di Ognissanti, poiché deriva da “All Hallow’s Eve”, che in inglese antico significava proprio la vigilia di Ognissanti. Samhain si lega dunque ad una serie di feste in onore dei morti, sia religiose che non religiose. Tantissimi i simboli che oggi, come in epoca antica, sono identificativi di questa festività. Simboli che, nonostante i vari adattamenti culturali e geografici, si ripercorrono in tutte le celebrazioni del periodo.
Uno dei simboli di Halloween sicuramente più identificativo è la zucca intagliata. Rappresenta Jack-o’-lantern. Fabbro irlandese ubriacone, che riuscì, secondo la leggenda, ad ingannare il diavolo. Tantissime sono le opere d’arte che raffigurano la zucca. Sicuramente rappresentata come parte di una natura morta, viene raffigurata dagli artisti come frutta che simboleggia l’autunno. Niente di pauroso quindi. Per arrivare a raffigurazioni di zucche di Halloween bisogna aspettare l’arte contemporanea. Diverse invece sono le raffigurazioni degli altri simboli tipici di questa festività. Di fantasmi, scheletri, mostri, gatti neri, morte e paesaggi cimiteriali la storia dell’arte ne è piena.
Cimiteri e fantasmi nelle pitture di fine ‘800
I paesaggi cimiteriali sono tra i soggetti più rappresentati nelle pitture del Romanticismo. Ma anche i pittori simbolisti sono affascinati dalla bellezza gotica di questo tipo di paesaggio. Uno di questi è senz’altro il pittore polacco Witold Pruszkowski. Simbolista, dipinse ritratti e scene rurali, ma è noto soprattutto per le sue raffigurazioni di fiabe e folklore. “Eloè”, dipinto nel 1892 mette i brividi nella sua glaciale staticità. Il pittore dipinge un cimitero essenziale, fatto solo di croci piantate a terra. Una terra bianca, nebbiosa come tutta l’atmosfera del quadro. Non c’è Halloween, però, senza fantasmi, spiriti e morte e l’artista ceco Jaroslav Panuška dedica praticamente la maggior parte della sua produzione artistica proprio a questi soggetti.
A inizio Novecento fu autore di una vasta produzione horror, terrificante ma poco conosciuta. Il fascino nei confronti dell’ipnosi ha dato vita ai dipinti raffiguranti le creature mostruose, tipiche del folklore del suo popolo, che vediamo nei suoi lavori. La sua pittura mirava a turbare l’animo dell’osservatore e ad esplorare il tema degli spiriti che tornano dall’oltretomba. “Nokturno”, dipinto nel 1897,ne è un esempio. Uno spiffero d’aria fredda entra come un soffio di fumo da una finestra per assumere le sembianze di una lunga mano cadaverica che sfiora un teschio appoggiato su un tavolo.
Le streghe e gli animali del maligno
Non si può parlare di Halloween senza citare le streghe. Personaggio chiave in molte storie della tradizione popolare, nella sera di Halloween perde tutte le sue varianti e diventa unicamente la donna devota alla magia nera e pronta a lanciare malefici. La storia dell’arte è letteralmente piena di raffigurazioni di streghe. Il pittore romantico per eccellenza William Blake ci ha regalato qualche esempio tra i più raffinati. “Ecate”, datata 1795, rappresenta la strega per eccellenza, la dea della magia. Raffigurata come un essere demoniaco, secondo la sua natura trivia. Due dei tre volti sono nascosti allo spettatore, mentre il terzo è ritratto di profilo immerso in un mondo notturno e oscuro. La sua mano è appoggiata su un libro aperto, mentre accanto e dietro di lei sono visibili figure inquietanti, creature simboliche come il gufo e il serpente.
A proposito di creature simboliche, Halloween viene spesso associato a tre animali considerati esseri divini a cavallo tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Il gatto, il gufo e il pipistrello sono i tre animali simbolici per eccellenza. Spesso associati ad un altro simbolo di morte: il teschio. “Vanitas con teschio, barbagianni e pipistrello” racchiude un po’ tutti questi elementi. La vanitas, in pittura, è una natura morta con elementi simbolici allusivi al tema della caducità della vita. Questo genere pittorico ha avuto il suo massimo sviluppo nel Seicento, soprattutto in Olanda, appunto. Non si può concludere questa piccola carrellata senza citare il gatto. Forse l’animale più “mostruoso”, demonizzato dalla Chiesa Cattolica, diventa l’animale del maligno. Associato alla figura femminile ed in particolare alla figura delle streghe, viene perseguitato e considerato il simbolo della pigrizia, della lussuria, dell’inganno e del tradimento. “Concerto di gatti” del pittore fiammingo David Teniers rappresenta forse proprio questa strana e ambigua natura del felino. Questa è solo un piccolo elenco dei simboli di Halloween che, inconsapevolmente, diventano opere d’arte.
Ilaria Festa
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