Honoré de Balzac, il maestro del romanzo realista

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Di Giusy Celeste

Il 18 Agosto 1850 morì il celebre scrittore, saggista, critico letterario e giornalista francese Honoré de Balzac. Egli fu senza dubbio il principale maestro del romanzo realista del secolo XIX. Il suo capolavoro fu “La Commedia umana”, un sincretismo di romanzi e racconti per un totale di 86 libri; il loro fine ultimo era quello di rappresentare realisticamente la società francese, e vi riuscì così bene che lo stesso Friedrich Engels affermò di aver imparato più da lui che da tutti gli economisti. L’opera venne definita come “la più grande costruzione letteraria di tutta la storia dell’umanità”. Balzac ispirò molti importanti autori, tra cui Zola, Proust, Flaubert.

Honoré de Balzac, il maestro del romanzo realista: biografia

“C’è tutta una vita in un’ora d’amore”.

Honoré de Balzac

Balzac nacque nel 1799 in una famiglia della piccola borghesia (il “de” tipico degli aristocratici non era originariamente del suo nome, ma arrivò in seguito). Non era un amante appassionato dello studio: dopo aver studiato diritto e svolto il tirocinio presso notai, annoiato, decise di cambiare carriera. Si trasferì a Parigi dove, in una mansarda, iniziò a scrivere racconti di avventura. Balzac è ricordato per aver avuto una esistenza piena di debiti, motivo per il quale lavorò sempre giorno e notte.

Il suo primo romanzo era “Le Chouans” ossia “Gli Sciuani”; si trattava di un romanzo storico narrante le imprese dei ribelli Sciuani contro l’esercito repubblicano. Verrà inserito nella Commedia umana. Nell’anno 1831 pubblicò “La pelle di zigrino”, il suo primo romanzo filosofico. L’anno successivo ricevette una lettera da una sua ammiratrice che si firmava “La straniera”. In realtà si trattava di Eveline Hanska che in seguito sarà l’amore della sua vita.

Le sue abitudini era però tutt’altro che sane: scriveva dall’una di notte fino alle otto del mattino, con una velocità di trenta parole al minuto. Di solito mangiava verso le cinque del pomeriggio un pasto leggero e dormiva fino a mezzanotte. Spesso si riduceva a lavorare per quindici ore di fila, e una volta ammise di aver scritto per ben quarantotto ore con sole tre di pausa. Morì giovane, esattamente sei mesi dopo il suo matrimonio, all’età di 51 anni. Victor Hugo dichiarò il giorno del suo decesso: “Oggi abbiamo gente in nero a causa della morte di un uomo di talento, una nazione in lutto per un uomo di genio“.

“Gli stupidi parlano del passato, i saggi del presente, i folli del futuro”.

Honoré de Balzac

Giusy Celeste