Nel 1967 i Pink Floyd si fanno conoscere con il loro primo, strepitoso, album “The Piper At The Gate Of Dawn”, considerato fra gli album che hanno maggiormente influenzato la storia del rock psichedelico. Si tratta dell’unico album realizzato sotto la guida di Syd Barrett. La nascita del secondo disco coincise con il declino mentale dello stesso Syd, fino all’ingresso di David Gilmour nei Pink Floyd.
1968: A Saucerful Of Secrets
Il più grande segreto di pulcinella del rock inglese acquista i crismi dell’ufficialità: Syd Barrett è fuori dalla sua creatura fondata solo qualche anno prima. Il suo posto è preso da David Gilmour. Questa decisione avrà due effetti concatenati tra loro, ed in quel momento storico, non erano affatto prevedibili. Il primo è costituito dai terribili sensi di colpa che Roger Waters e David Gilmour hanno per aver escluso il loro amico. Mentre al chitarrista il senso di colpa svanisce quasi subito dopo una breve crisi che lo porta a valutare l’abbandono. Sul bassista le conseguenze di questa azione sono più profonde e ne segneranno la psiche, portandolo alla composizione di veri capolavori. L’altro effetto è il progressivo cambiamento del percorso artistico della band.
A Saucerful Of Secrets è il secondo lavoro in studio della band, uscirà nel giugno del 1968. Rappresenta in modo piuttosto naturale questo sconvolgimento musicale. Syd Barrett è ancora presente in carne ed ossa. Il suono di questo disco è in parte legato alle visioni ‘spaziali’ del fondatore e frontman. La conclusiva suite, invece, che dà il titolo al disco, anticipa i futuri lavori discografici della band inglese. Il terzo disco, Ummagumma, segna il totale distacco da Barrett. E poprio in Ummagumma possiamo ascoltare un mix di confusione ed estrema creatività che inizierà a delineare il dominio di Roger Waters a livello compositivo.
L’ultimo lavoro di Syd Barrett con la ‘sua’ band
Questo è l’ultimo lavoro dei Pink Floyd a cui Barrett prese parte prima di essere allontanato definitivamente. È proprio in questo periodo che il fondatore del gruppo cominciò ad accusare problemi di carattere psicologico, non solo dovute alle droghe psicotrope che prendeva, ma anche ad una sindrome di Asperger acutizzata proprio dalle sostanze di cui abusava. In sua presenza le registrazioni risultarono molto lunghe, difficoltose e sfiancanti. Divenne impossibile per il gruppo continuare con lui. Le uniche apparizioni di Barrett in quest’album furono la chitarra su Remember a Day, che originariamente era pensato per “The Piper at the Gates of Dawn”, Set the Controls for the Heart of the Sun, Corporal Clegg e Jugband Blues, quest’ultimo unico brano dell’album da lui scritto e cantato. Una curiosità che forse sanno in pochi: questa versione di “Set the Controls for the Heart of the Sun” è l’unica suonata da tutti e cinque i membri della band. Il brano che dà il titolo al disco, invece, nacque come una riscrittura della jam strumentale Nick’s Boogie.
Per promuovere l’album, il gruppo fece un tour mondiale che durò per tutto il 1968.
Una copertina piena di segreti
Quando l’album venne pubblicato la copertina che esibiva era piuttosto colorata e insolita. Di certo, sarebbe rimasta nella mente di molti anche per via del capolavoro musicale a essa associato.
L’autore di questo artwork è il graphic designer Storm Thorgerson, appartenente al noto gruppo londinese Hipgnosis che si occupava spesso di realizzare copertine di album per artisti di primo piano fra i quali Black Sabbath, Led Zeppelin e AC/DC. Per la copertina di A Saucerful Of Secrets, Thorgerson riprese una vecchia vignetta legata al supereroe dei fumetti di Stan Lee, Dottor Strange, l’ex neurochirurgo poi diventato un supereroe. L’immagine in questione venne reperita dal numero 158 della serie di fumetti Marvel Strange Tales pubblicata tra il 1951 ed il 1976. Nell’immagine, Dottor Strange si trova sulla destra, poco visibile, mentre la figura in alto a sinistra è quella di Living Tribunal, un’entità cosmica che domina le sorti dell’universo e che è apparsa diverse volte nei fumetti Marvel.
I pianeti che si vedono in basso sono le varie fasi della terra che porteranno alla sua distruzione. I quattro personaggi più centrali, all’interno di una bolla, sono proprio: Waters, Mason, Wright e Gilmour . Prima ed ultima volta che i membri della band comparirono su una loro copertina.
Pink Floyd ed Hipgnosis: nascita di un amore
Per il giovane designer questa copertina fu l’inizio di un percorso con la Hipgnosis che, come dice il nome stesso, si proponeva di creare immagini ipnotiche. Un elemento in linea con il genere di musica proposta dai Floyd in quel momento: un tipo di rock fra lo psichedelico e lo sperimentale. Questa fu la base sulla quale il gruppo diede le proprie istruzioni riguardo alla copertina di A Saucerful Of Secrets: volevano che venisse creato qualcosa di molto “psichedelico”.
Il lavoro finale fu talmente apprezzato che diede vita a una florida collaborazione fra il designer e la band, la quale si affidò a lui per il lato artistico di diverse copertine del futuro. Insomma, per i Floyd e per Thorgerson fu decisamente l’inizio di un’era.
I Pink Floyd e la dedicato a Syd
Un’ultima curiosità riguarda la scritta Pink Floyd che appare in alto. Sembrerebbe una banale dicitura senza grandi misteri, forse è così, ma la leggenda che la riguarda merita di essere raccontata e di finire tra le storie bizzarre che circolano attorno al mondo del rock.
La differenza tra l’edizione per europea e quella americana sta nella spaziatura delle lettere; il fatto che alla sinistra, nella parte incompleta, la “y” e la “d” siano distanziate, fa ipotizzare ad un omaggio a Syd Barrett. Per quanto la teoria risulti improbabile, forzata, ma molto romantica e piena di pathos, sarebbe solo il primo di una lunga serie di tributi al diamante impazzito.
Alessandro Carugini