Il mistero della morte di Giacomo Sartori: autopsia e nuovi dettagli

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Di Redazione Metropolitan

I primi risultati dell’autopsia effettuata sul corpo di Giacomo Sartori, il 29enne il cui cadavere è stato trovato il 24 settembre a Casorate Primo, hanno fatto emergere che la morte del giovane è sopraggiunta per impiccamento. Lo riferisce Il Corriere della Sera che aggiunge che l’esame medico legale eseguito a Pavia ha confermato l’asfissia provocata dall’azione meccanica del cavo elettrico attorcigliato al collo e al ramo di una grande quercia all’interno del frutteto dell’agriturismo Cascina Caiella. A un centinaio di metri di distanza della struttura, mercoledì 22 settembre, era stata individuata la Volkswagen Polo di Giacomo.

Ora si dovrà aspettare qualche giorno per gli esiti degli esami genetici sulla prolunga da cantiere usata per l’impiccagione e sulla catena che si è spazzata in due in un primo tentativo di farla finita. Nei prossimi giorni, inoltre, arriveranno anche i risultati del test tossicologico e le analisi di entomologia forense che serviranno agli inquirenti a datare con più precisione l’orario del decesso.

Sulla salma, ha spiegato sempre Il Corsera, non sarebbero stati rinvenuti segni di colluttazione o altri indizi che avrebbero spinto a credere che all’azione di impiccagione avrebbero partecipato anche altre persone

Le indagini coordinate dal pm Andrea Zanoncelli di Pavia intanto proseguono. Chi indaga vuole comprendere perché Sartori si sia diretto nella zona in cui è stato trovato il cadavere.

“La telecamera del cimitero di Motta Visconti dimostra che sabato mattina fosse in giro, forse alla ricerca del ladro. Di sicuro in quel momento non stava telefonando, però ha usato il traffico dati. Sabato scorso non si è presentato ad alcuni appuntamenti di lavoro. Lunedì ha fatto lo stesso nell’azienda di Assago dove lavorava ed è scattata la denuncia dei genitori. La macchina era già parcheggiata sabato a Casorate Primo”, ricorda il Giorno. “Pensavo fosse guasta, solo mercoledì ho chiamato i vigili. Dopo poco mi hanno raggiunto i carabinieri. Quel giorno sono partite le ricerche e sono arrivati anche i cani molecolari che però hanno puntato sempre verso il Naviglio di Bereguardo”, spiega il proprietario della cascina.

Gli inquirenti vogliono capire precisamente il percorso effettuato dopo l’uscita alle 2.20 della notte tra venerdì 17 e sabato 18 eil motivo che abbia spinto Giacomo a girovagare tra i paesi di Casorate e Motta Visconti. Qualche risposta potrebbe arrivare dall’analisi del suo cellulare che è ora in corso con i tecnici del Nucleo investigativo dei carabinieri di Milano. Una delle piste seguite dagli investigatori è quella che porta a pensare che il 29enne abbia seguito il tracciato del cellulare aziendale e dei pc che gli erano stati rubati poco prima, tra le 23 e le 23.30, fuori dalla Vineria 2 di viale Vittorio Veneto.