In Brasile l’assalto ai palazzi del potere: oltre 400 arresti, cosa sta succedendo

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Di Redazione Metropolitan

Migliaia di ultra dell’ex presidente del Brasile, Bolsonaro, hanno dato l’assalto ai palazzi delle massime istituzioni dello stato a Brasilia in un’irruzione

Un attacco “vandalo e fascista” contro le istituzioni democratiche, ha detto il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, visibilmente alterato, assicurando che i “terroristi” saranno “puniti in modo esemplare” .

Brasile, l’assalto ai palazzi del potere

Un assalto durato ore e che si è concluso con l’intervento delle forze federali, dopo una riunione d’emergenza di Lula con il governo e dopo aver ordinato la chiusura del centro della capitale del Brasile.

Dopo aver valutato la possibilità di schierare “l’esercito per far sgomberare l’assedio”, la polizia, sparando persino proiettili di gomma dagli elicotteri, dopo il controllo della Corte suprema, è riuscita a fatica a riguadagnare anche il terreno del Planalto, sede della presidenza, fino anche a quello del Congresso.

Il primo bilancio è di 150 arresti, e anche per l’ex segretario alla sicurezza di Brasilia Anderson Torres, esonerato dal suo incarico nel pomeriggio, dopo l’esplosione del caos, è stato chiesto l’arresto immediato. Ma la tensione in Brasile, dove i sostenitori dell’ex presidente Jair Bolsonaro, che non accettano la vittoria del neo presidente Inacio Lula da Silva resta alle stelle. Secondo le prime stime sono stati almeno 15mila i supporter che ammantati dalla bandiera verde-oro, hanno partecipato alla Capitol Hill in salsa carioca, facendo rimbalzare immagini da girone dantesco sulle tv mondiali, mentre dall’Ue all’Italia si è levato unanime un coro di solidarietà a Lula. La violenza dei sostenitori dell’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro è “terribile”, ha detto il presidente americano Joe Biden ai giornalisti al seguito a El Pas, in Texas. In giornata la polizia ha usato i gas lacrimogeni per cercare di respingere migliaia di persone che sono tuttavia riuscite a sfondare i cordoni di sicurezza attorno al parlamento di Brasilia al termine di una manifestazione a sostegno dell’ex presidente. In molti si sono arrampicati sull’edificio per occuparne il tetto e da lì si sono introdotti all’interno. Il presidente in carica, Luiz Inacio Lula da Silva, non si trovava in questo momento a Brasilia ma dallo stato di San Paolo dove era in visita ad alcune aree alluvionate è rientrato nella capitale in serata. I manifestanti, vestiti di giallo e verde, si sono dati ad atti di di vandalismo. I video rilasciati da persone all’interno del Tribunale, mostrano persone che rompono i seggi della plenaria. A Palazzo Planalto, nel piazzale dove si trovano la sede della residenza presidenziale, il Parlamento brasiliano e della Corte suprema, sono “stati rotti vetri delle finestre”.

Le forze di polizia, in assetto antisommossa, pronte a fare irruzione dentro il Parlamento occupato si sono mosse solo dopo che il neo presidente ha firmato il decreto mentre i funzionari del governo sono stati evacuati con mezzi aerei.

A due anni esatti dall’assalto a Capitol Hill si replica, con modalità e schieramenti praticamente identici: i militanti della destra di Bolsonaro come i filo trumpiani hanno deciso di non rispettare il responso delle urne che ha dato la vittoria alla ‘sinistra’ e sono passati all’assalto armato in una fase in cui Bolsonaro rischia l’arresto per la gestione dell’emergenza Covid. Contro l’ex presidente, oggetto a suo tempo di una Commissione parlamentare d’inchiesta (Cpi) sulla pandemia, i senatori prima all’opposizione e ora al governo intendono ripresentare le denunce: il leader della destra infatti non ha più il foro privilegiato, il diritto delle alte cariche dello Stato di non essere giudicate penalmente dai tribunali comuni. Ma Bolsonaro, che non ha mai fatto le congratulazioni a Lula per la sua elezione, ha lasciato il Brasile il 30 dicembre, due giorni prima della fine del suo mandato, e a bordo dell’aereo presidenziale dell’Aviazione militare è andato in Florida, negli Stati Uniti. “Questo assurdo tentativo di imporre la volontà con la forza non prevarrà. Il governo del distretto federale afferma che ci saranno rinforzi. E le forze a nostra disposizione sono al lavoro. Io sono nella sede del ministero della Giustizia’, ha scritto su Twitter il ministro della giustizia brasiliana Flavio Dino intervenuto poco dopo l’assalto alle sedi istituzionali.

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