Esteri

Invasione Iraq 2003, funzionari CIA si confidano: Bush “bugiardo”

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Due ex funzionari della CIA si confidano a Business Insider sull’amministrazione di George W. Bush per l’invasione dell’Iraq nel 2003. Bush era un “bugiardo”.

George W. Bush era un “bugiardo”

George W. Bush – Ph Credit theintercept.com

Nel 2003 l’esercito degli Stati Uniti entrò in Iraq, dando inizio a una guerra che a tutt’oggi è considerata catastrofica e uno dei peggiori errori della politica americana. La guerra, che terminò ufficialmente nel 2011, otto anni dopo, continua ad avere effetti dannosi negli Stati Uniti e soprattutto in Iraq, dove sono morte centinaia di migliaia di persone.

Business Insider ha intervistato due ex funzionari della Cia che hanno rilasciato delle confidenze sui tentativi dell’amministrazione George W. Bush di travisare l’intelligence per forzare un collegamento tra Saddam Hussein e al-Qaeda.  Le prove raccolte dall’intelligence allora suggerivano che esistesse veramente una tale connessione. Tra questi un falso collegamento che si basava su un presunto incontro avvenuto tra Mohamed Atta, il capo dei dirottatori dell’11 settembre, e agenti dell’intelligence irachena a Praga. 

Nel 2001 il vicepresidente di allora affermò in falso dichiarando su Meet the Press che l’incontro era “abbastanza ben confermato”. Ma un messaggio telegrafico della CIA precisò che nessun funzionario del governo statunitense avesse vere prove che l’incontro di Praga fosse avvenuto veramente. Nonostante ciò questo colloquio divenne parte fondamentale della causa per il lancio dell’invasione dell’Iraq.

Le dichiarazioni degli ex agenti

Il quotidiano l’Antidiplomatico ha riportato parte delle dichiarazioni dei funzionari CIA tradotte in italiano. Gli agenti con più di quarant’anni di servizio alle spalle hanno reso note le loro identità a Business Insider ma verranno riportate con pseudonimi a causa della delicatezza delle loro posizioni.

L’agente che chiameremo Alice ha dichiarato:

Nessuno a Washington si fa avanti e chiama Bush bugiardo. Tutti sono troppo educati. Usano un altro termine per quello che ha fatto (…) La Casa Bianca voleva una giustificazione per l’invasione. La cosa più vicina a cui si sono avvicinati è stato questo presunto, e apparentemente inesistente, aiuto che l’Iraq ha dato ad al-Qaeda nel portare a termine gli attacchi. 

E aggiunge:

Oggi la gente dice che Bush cercava di giustificare l’invasione dell’Iraq. Non è così. Quello che stava cercando era qualcosa di diverso. La decisione di invadere era già stata presa e non c’era alcuna intelligence che avrebbe cambiato la loro opinione. Quindi questo non era uno sforzo per giustificare la guerra. È stato uno sforzo per vendere pubblicamente la guerra.

L’agente che chiameremo Bob ha riportato invece:

Sono venuti alla CIA e hanno detto: “Vogliamo essere in grado di dimostrare che Atta era a Praga”. All’inizio, abbiamo detto: “Beh, le nostre persone di riconoscimento fotografico non possono comprovarlo”. Più tardi, quando arrivarono informazioni dalle nostre fonti e dall’FBI, iniziammo a dubitare che Atta avesse lasciato il nostro paese. C’erano così tante prove. Risme e risme di fogli di calcolo. La faccenda di Praga si è sbrogliata presto. Ma le domande ossessive su Atta e Praga andarono avanti per almeno altri due anni.

I due ex funzionari confessano di provare ancora una certa “lealtà” nei confronti dell’Intelligence, che negli anni ha sempre avuto un rapporto molto stretto con il presidente. Come racconta Alice a causa della stretta connessione tra queste due figure quando il capo dello Stato è “cattivo” di riflesso lo è pure la CIA. Alla fine lei stessa non si fa scrupoli a definire George W. Bush un “bugiardo”.

Simona Alba

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