Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, propone un disegno di legge al consiglio dei Ministri diviso in 8 punti e contenente modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e all’ordinamento giudiziario. Il testo contiene anche un’interpretazione autentica sui requisiti di età massima per i giudici popolari delle Corti d’Assise.
Un nuovo ddl, la proposta di Carlo Nordio
La bozza del ddl al vaglio del pre-Consiglio prevedere in tutto otto articoli, tra cui la cancellazione dell’abuso d’ufficio, le modifiche al traffico di influenze illecite, la stretta sulla pubblicazione delle intercettazioni a tutela dei terzi non coinvolti nelle indagini e sulla custodia cautelare e dei limiti alla possibilità per i pm di ricorrere in appello. L’obiettivo, più volte annunciato da Nordio, è quello di aumentare le garanzie per chi è sottoposto a indagini. Essendo un disegno di legge, il testo dovrà poi passare al parlamento ed essere approvato articolo per articolo da ognuna delle due camere. Con ogni probabilità, quindi, subirà alcune modifiche prima dell’approvazione definitiva, che in ogni caso potrebbe arrivare tra mesi.
Il primo cambiamento della riforma
Deve ancora essere approvato ma sta già facendo discutere. Moltissimi indagati e pochissime condanne. Da qui parte la proposta di un nuovo ddl da parte del ministro della Giustizia. Nel 2021 si contano 4.745 iscrizioni nel registro degli indagati e solo 18 le condanne in primo grado. Vi è uno squilibrio tra iscrizioni e decisioni di merito. L’abuso d’ufficio, è una delle prime riforme annunciate dal ministro Nordio, convinto che il reato sia causa della cosiddetta “paura della firma” che blocca l’attività dei sindaci.
Avviso di garanzia e limiti d’appello
Tra i vari cambiamenti proposti dal ministro della Giustizia, sono previste anche modifiche all’avviso di garanzia: dovrà obbligatoriamente contenere una “descrizione sommaria del fatto”, oggi non prevista. Pur essendo posta a tutela della persona sottoposta alle indagini, l’informazione di garanzia si è spesso trasformata nell’esposizione dell’indagato alla notorietà mediatica, con “effetti stigmatizzanti”. L’ultima grossa modifica al codice di procedura penale riguarderebbe invece il divieto per il pubblico ministero di fare appello contro le sentenze di assoluzione decise dal giudice, ma solo in alcuni casi di minore gravità: è una norma di cui si discusse a lungo già in passato. Molti i magistrati a sfavore della proposta di Nordio, tra questi il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia: “La bozza non ha ambizioni importanti, sistematiche, ma contiene modifiche che, a mio giudizio, non vanno nella direzione giusta”.
Giulia Simonetti
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