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Le ragioni di una vittoria, le ragioni di una sconfitta

Se la vittoria dei Minnesota Vikings contro i San Francisco 49ers era tutto sommato prevedibile, non si può dire altrettanto per l’inaspettata sconfitta casalinga dei New Orleans Saints contro i Tampa Bay Buccaneers. Analizziamo cosa è successo e quali saranno le possibili ripercussioni future.

I Vikings vincono

I Minnesota Vikings hanno i ranghi ridotti per quanto riguarda il running game: fuori Roc Thomas e Mike Boone, tutto il peso ricade sulle spalle di Dalvin Cook e Latavius Murray. A sorpresa però, è il primo ad essere decisamente più presente; rapido ad uscire dal backfield, viene usato da Kirk Cousins per battere i blitz dei 49ers, visto che la Offensive Line non riesce ad aprire dei varchi decenti per le corse centrali. I Vikings scavano un solco nel match solo quando Cousins decide di tirare fuori il coniglio dal cilindro.

Kirk Cousins lancia sotto la pressione di K’waun Williams (credits the Edwarsville Intelligencer)

Il Capitano Kirk

Il lancio millimetrico per Stefon Diggs direttamente in end zone, a lucidare il casco del cornerback Akhello Witherspoon, è un raro pezzo di bravura.

Stefon Diggs festeggia il touchdown appena realizzato (credits Getty images)

Nel terzo quarto poi si ricorda anche che esiste un tight end di nome Kyle Rudolph, lo cerca e lo trova in end zone per il secondo td pass di giornata. La difesa si regge su un monumentale Harrison Smith e sull’intercetto, riportato in end zone, da parte del rookie Mike Hughes. A fine partita si conteranno 3 intercetti e tanta pressione su Jimmy Garoppolo, apparso in grossa difficoltà.

La pressione su Jimmy Garoppolo (credits Sf gate)

I Vikings battono un colpo e fanno vedere che ci sono, come già detto in un nostro precedente articolo  Giu’ la maschera, Capitano Kirk! le aspettative sono tantissime. Rimangono alcuni dubbi sulla OL, migliorabile, e sulla mancanza di feeling tra Cousins e Rudolph, già notata e sottolineata nel nostro articolo Week 1 di preseason: parliamo di Vikings, 49ers e Bills , sulla quale dovrà lavorare l’offensive coordinator John Defilippo.

Gli sconfitti

I 49ers escono ridimensionati, soprattutto il qb Garoppolo. Troppo frettolosamente paragonato a Tom Brady, è sembrato in alcuni momenti  titubante, lento nel selezionare il ricevitore libero.  Più Eli Manning che Tom Brady, quindi. Il run game ha sofferto tanto e pesa come un macigno il fumble sanguinoso del running back Alfred Morris sulla linea di una yard.

Il fumble di Alfred Morris (credits getty images)

Passing game un pò monotono, tanta ricerca del tight end George Kittle, forse a causa dell’infortunio di Marquise Goodwin e della guardia feroce su Pierre Garcon. I margini di miglioramento ci sono, soprattutto se si comincerà a lavorare sulla ormai storica sterilità dell’attacco in red zone.

I Saints perdono

Senza lo squalificato Mark Ingram, ( New Orleans Saints, dopo la squalifica di Mark Ingram, tra dubbi e certezze) i Saints puntano tutto sul fenomenale Alvin Kamara e sull’appena ingaggiato Mike Gillislee, tagliato dai New England Patriots, come da noi anticipato nell’articolo  Chi rischia di essere tagliato fuori dal roster?. L’attacco gira a mille, con Brees ispirato e pronto ad imbeccare Michael Thomas e Ted Ginn jr. Ci sono però due gravi errori: i fumble di Gillislee, riportato direttamente in end zone, e quello di Thomas, pesano sul risultato finale in modo determinante.

Il fumble di Gillislee (credits WAFB)

Quello che colpisce è la fragilità difensiva, soprattutto nella secondaria: le safety Marcus Williams, Vonn Bell e Kurt Coleman non ne hanno presa una ed hanno abbandonato troppo spesso i cornerback: Lattimore e Crawley, nell’uno contro uno, sono apparsi in difficoltà contro i velocissimi ricevitori dei Buccaneers.

I vincitori

Onore alla prestazione straordinaria dei Ryan Fitzpatrick, quarterback 35enne dei Buccaneers, nominato starter a causa della squalifica di Jameis Winston. Avendo a disposizione Mike Evans e DeSean Jackson, li cerca in profondità, mettendo a nudo le lacune della difesa dei Saints.

Ryan Fitzpatrick si appresta a lanciare (credits tampa bay times)

Quando poi si conquista un td con una corsa personale, si capisce che è in serata di grazia. Ma il capolavoro lo realizza alla fine. Con 3 minuti scarsi da giocare ed i Saints in rabbiosa rimonta, si trova a gestire un 3 down e 11. Legge la difesa dei Saints, schierata a coprire al massimo le 15 yard e quindi corre, con coraggio e determinazione, conquista il down ed uccide la partita. Lancia per 417 yard e 4 td, corre per 36 ed 1 td. Fenomenale.

Gli errori

Il defensive coordinator dei Saints, Dennis Allen, dovrà correre ai ripari. Si dimentica che i Buccaneers, l’anno scorso, sono stati tra i migliori nel passing game e che Fitzpatrick non ha nulla da perdere.

Il Defensive coordinator Dennis Allen (credits New Orleans Saints)

Mai un raddoppio delle safety, poca pressione sul qb avversario, davvero tanto da rivedere per una squadra che vorrebbe dire la sua in chiave playoff.

 

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