Nella nostra nuova puntata di LetteralMente Donna faremo un viaggio nel tempo di 230 anni. Un fatto necessario per parlarvi di una donna che cercò di fare una rivoluzione francese tutta al femminile ma che pagò la sua battaglia per l’emancipazione femminile con la vita. Abbiamo dedicato l’articolo di oggi a Olympe de Gouges e alle sue opere

“Le donne avranno pur diritto di salire alla tribuna, se hanno quello di salire al patibolo”

Queste, come si legge sulla rivista Culturificio, sono le ultime parole prima di salire sul patibolo di Olympe de Gouges. Una frase che racchiude una personalità troppo rivoluzionaria, non capita in quegli anni della rivoluzione francese dove la donna non aveva guadagnato per nulla gli stessi diritti dell’uomo. Anzi la de Gouges veniva messa morte proprio perchè aveva sfidato una tirannide maschile e considerata dai contemporanei, come si legge su Vanilla Magazine, “una donna che aveva dimenticato le virtù che convenivano al suo sesso”.

Un appellativo che si era guadagnato anche per il suo libertinaggio e per lo sfidare da sempre le convenzioni a lei contemporanee. La de Gouges aveva, infatti, esordito con opere teatrali molto pungente contro il colonialismo e per l’abolizione della schiavitù. Basti pensare alla sua commedia intitolata “ le Marché des Noirs “ che insieme ad altri scritti le permise di entrare nella Società degli amici dei neri fondata da Jacques Pierre Brissot.

Olympe de Gouges, la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina

La rivoluzione femminile francese di Olympe de Gouges, fonte laltrofemminile.it
Olympe de Gouges. fonte laltrofemminile.it

“Uomo, sei capace d’essere giusto? È una donna che ti pone la domanda; tu non la priverai almeno di questo diritto. Dimmi:” chi ti ha concesso la suprema autorità di opprimere il mio sesso? La tua forza? Il tuo ingegno?.

È una dichiarazione di sfida che la de Gouges lanciò nel 1791 all’Assemblea nazionale francese.
Una frase che richiama quell’opera con la quale Olympe de Gouges è passata alla storia, anticipando anche Mary Wollstonecraft, che è senza dubbio la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina. Ricarcalata originalmente sul modello di quella ben più famosa maschile, quest’opere dimostra che senza dubbio quello della de Gouges fu un grande e coraggioso tentativo di fare una rivoluzione nella rivoluzione. Basti pensare che il cappello introduttivo di questo scritto recita, come si legge su Culturificio: “Le madri, le figlie, le sorelle, rappresentanti della nazione, domandano di costituirsi in assemblea nazionale. Considerando che l’ignoranza, l’oblio o il disprezzo dei diritti della donna sono le sole cause delle sventure pubbliche della corruzione dei governi, esse si sono risolte a esporre in una solenne dichiarazione i diritti naturali inalienabili e sacri della donna”.

Un fatto rivoluzionario

Era un fatto inaudito per l’epoca che la de Gouges in una società dichiaratamente patriarcale e maschilista osasse affermare l’emancipazione femminile. Attraverso i diciassette articoli di cui la Dichiarazione è composta la De Gouges auspicava, infatti ,la parità dei sessi nella vita pubblica e privata, nel diritto di proprietà e nell’amministrazione delle cosa pubblica e nella tassazione e nell’amministrazione dei beni. Un riconoscimento legale e un affermazione identitaria e di genere della parità dei sessi. A questo si aggiungono le battglie per il matrimonio civile con relativo contratto, il riconoscimento dei figli avuti prima dell’unione coniugale e la tutela della maternità. Tuttti fatti che contribuirono a fare di una donna tenace e innovativa un personaggio scomodo di cui gli uomini della rivoluzione francese preferirono sbarazzarsi con la ghigliottina.

Un oblio ingiusto

Olympe de Gouges fu giustiziata il 7 novembre 1793 . La sua non fu solo però una condanna a morte ma anche una condanna all’oblio per una donna troppo avanti per i suoi tempi e definita dispregiativamente instabile e cortigiana. Per tanto fu ignorata dopo la morte anche dal suo stesso figlio che la ripudiò per evitare di fare la fine della madre. L’oblio in Francia durò fino al 1989 quando, durante il bicentenario della rivoluzione, vennero riscoperte e rivalutate le sue opere al sua figura tanto che furono inoltrate diverse petizioni alla presidenza della repubblica francese perchè le sue ceneri fossero spostate dal Cimitero della Madeleine al Pantheon. Successivamente nel 2007, durante la sua campagna elettoriale, , Ségolène Royal, promise che ciò sarebbe avvenuto se fosse stata eletta presidente della Repubblica. Fino ad adesso però Olympe de Gouges non ancora avuto il riconosciento che merita dal suo paese.

Stefano Delle Cave

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