Russia-Ucraina: sotto attacco Lutsk, Dnipro e Mariupol

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Di Redazione Metropolitan

Gli attacchi russi continuano. Nel corso di questa mattina hanno mirato sulle città di Lutsk, Dnipro e Mariupol. Almeno una persona è morta a Lutsk, che è stata bombardata all’alba come gli altri due comuni, e il quale aeroporto militare è stato colpito da tre missili. Nonostante le sanzioni da record, Putin è inarrestabile.

Dalle prime luci del mattino sono cominciati attacchi su più fronti, Dnipro è stata la prima. Importante porto fluviale e terza città ucraina per densità, Dnipro si è trovata ad affrontare la furia dei missili russi, a quanto riferito dai servizi di emergenza di Kiev. “Ci sono stati tre attacchi aerei sulla città che hanno colpito un asilo, un edificio residenziale e una fabbrica di calzature di due piani dove si e’ verificato un incendio. Una persona e’ morta”.

Un morto anche nella città di Lutsk, antica città nel Nord Ovest dell’Ucraina, che ha visto il suo aeroporto militare sotto la morsa dei missili. Parla il sindaco, Ihor Polishchuk: “Intorno alle 5:45 ci sono state tre esplosioni. Tre missili hanno colpito il nostro aeroporto militare. C’è un morto”. A quanto pare il sistema di allarme cittadino non ha funzionato, e si sta cercando di ripristinarlo al più presto. I raid su Lutsk sono stati confermati dalla Difesa russa.

Stessa storia anche per Mariupol, città portuale sulla quale le forze separatiste del Donbass stanno applicando particolare pressione. Vogliono prendere la città. Era già successo con Volnovakha, che è adesso sotto il loro controllo, un’aggiunta in favore dell’esercito russo, che intanto è riuscito a rendere inutilizzabile non solo l’aeroporto di Lutsk, ma anche quello di Ivano-Frankivsk.

Le sanzioni non fermato Putin, non fermano i missili, non fermano la devastazione portata dal conflitto. Dall’inizio dell’anno, la Russia è diventata nel giro di poco il Paese con il più alto numero di sanzioni al mondo, superando di gran lunga qualsiasi altro stato. Nonostante la fermezza dei leader europei e mondiali, il Cremlino avanza, lasciando tutti in stato di perenne allerta e con l’unica certezza che la soluzione sarà sempre più complicata da trovare.

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