Sanremo 2020 | Rula Jebreal e il dramma della violenza sulle donne

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Di Stefano Delle Cave

Rula Jebreal ha segnato  la prima serata  di Saremo 2020 con un importante monologo sulla violenza delle donne, un fenomeno che in Italia sta diventando una vera e propria epidemia. La famosa giornalista ha anche rivelato drammatici dettagli sulla sua vita passata

Sanremo 2020: l’urlo della Jebreal

E’ iniziato Sanremo 2020 e ci si aspettava di concentrarsi solo sulla festa , la gara e la musica ma non è così. Rula Jebreal, la giornalista palestinese invitata al festival ha sorpreso tutti con un bellissimo monologo sulla violenza delle donne che ha commosso il pubblico. Un vero e proprio grido di allarme per il nostro paese. Sono numeri impietosi quelli che riguardano la violenza sulle donne in Italia. 3.150.000 di donne vittima di violenza in tre anni.

https://youtu.be/vdL9uf4vd38
Il monologo di Rula Jebreal

Ogni tre giorni viene uccisa una donna in Italia. 6 sono le donne uccise solo la scorsa settimana, una vera e propria epidemia nel nostro paese. Non è stato però un virus ad ucciderle ma un assassino che “aveva le chiavi di casa, le cui impronte sono sullo zerbino, le cui labbra sono sul bicchiere”, spiega la Jebreal lasciando attonito il pubblico del festival.

Il drammatico monologo sulla violenza delle donne a Sanremo 2020 di Rula Jebreal
La violenza sulle donne, fonte pixabay.com

Il dramma della Jebreal e la musica

Quello di ieri non è stato solo un monologo di una giornalista sulla violenza sulle donne ma anche la testimonianza diretta di chi ha vissuto il dramma di quelle violenze sulla propria pelle. “Mia madre ha perso il suo ultimo treno quando io avevo 5 anni, si è suicidata dandosi fuoco, perché il suo corpo era qualcosa di cui voleva liberarsi. Era stata brutalizzata e stuprata due volte: una prima volta da un uomo a tredici anni, la seconda da un sistema che non le ha permesso di denunciare”, ha raccontato la Jebreal promettendo dire quanto aveva promesso alla vigilia, “cose che non ho mai detto nemmeno a me stessa”.

Il dramma della violenza sulle donne in Italia

Un sistema che in Italia, accusa la giornalista, molto spesso se la prende con le stesse vittime “ perché hanno denunciato tardi, perché erano vestite in modo inappropriato o semplicemente perché erano belle”. “Domani chiedetevi come erano vestite le conduttrici di Sanremo ma non chiedete mai più come era vestita ad una donna che è stata stuprata. Mia madre non ha avuto la forza di affrontare quella domanda”, ha affermaro la Jebral che fa anche un’appello agli uomini, autori di tutte le canzoni citate nel suo monologo come “La donna cannone” e “Sally”.

Sally, Vasco Rossi

“Lasciateci essere quello che vogliamo essere: madri di dieci figli o di nessuno. E indignatevi insieme a noi quando qualcuno ci chiede: lei cosa ha fatto per meritare quello che ha vissuto?”, ha detto a tutti gli uomini la giornalista palestinese, citando il terribile stupro di Franca Rame ed invitando a cercare “le parole giuste” . La giornalista palestinese ha dedicato il suo suo monologo alla figlia Amiral che commossa, come tutto l’Ariston, sedeva in platea.