Cinema

“S.O.S Sold Out?”: i lavoratori dello spettacolo dopo il 24 ottobre

A distanza di un mese dalla chiusura di cinema, teatri e sale da concerto i lavoratori dello spettacolo dicono la loro su uno degli ultimi dpcm del governo Conte, in un reportage, S.O.S SOLD OUT?, realizzato per le testate online Gaiaitaliapuntocom Notizie e Gufetto Mag dai giovani registi Andrea Natale e Giuseppe Sciarra, disponibile sulla piattaforma Virtual Stage da lunedì 14 dicembre.

Dall’attore Ascanio Celestini al musicista Nicola Conte, dal regista Mimmo Calopresti al comico Valerio Lundini, per poi passare a esercenti di teatri e sale cinematografiche, giornalisti e scrittori, in S.O.S SOLD OUT? i lavoratori dello spettacolo riflettono sul ruolo della cultura e dell’arte in questo paese, tentando di instaurare un dialogo con le istituzioni e l’opinione pubblica, per affrontare la crisi che da anni investe la cultura in Italia.

Il trailer di “S.O.S SOLD OUT?”

“Noi abbiamo bisogno del cinema come abbiamo bisogno del pane, noi poveracci”

Proprio queste parole colpiscono nel vivo e fanno male, non solo per il contenuto, ma anche per il tono con cui vengono pronunciate. Tanto malessere e tanta frustrazione emergono da questa frase, perché detiene la grande e triste consapevolezza che, in Italia, hanno tutti i lavoratori dello spettacolo: essere considerati lavoratori di serie B, come se la cultura non avesse importanza e potesse essere qualcosa di sacrificabile.
Allo stesso tempo quelle parole sono appassionate e piene di amore per ciò che si fa, perché il cinema, il teatro, l’arte non possono essere considerati semplici hobby. La cultura è vocazione e testimonianza, del passato e del presente, nonché spiraglio di luce per il futuro anche nei tempi più bui, come la flebile Speranza che, con le sue delicate ali da farfalla, spicca il volo dal celebre vaso di Pandora.

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Crediti fotografici: l’immagine in evidenza del presente articolo è stata presa da Instagram per gentile concessione del regista Giuseppe Sciarra

CHIARA COZZI

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