A Thom Yorke si può chiedere più o meno tutto, tranne che dei Radiohead. Intervistato dalla radio australiana Double J, il polistrumentista britannico ha parlato del suo lavoro con i The Smile, supergruppo formato con il chitarrista Jonny Greenwood e il batterista dei Sons Of Kemet Tom Skinner. Nato in piena pandemia di COVID-19 su idea di Greenwood, ha esordito a sorpresa sul palco del Glastonbury Festival 2021. L’anno seguente ha poi pubblicato A Light for Attracting Attention, primo album in studio. Un nuovo inizio, dunque, per i due membri della band simbolo dell’alternative rock anni Novanta. Un’attività stimolante e fresca che sembra aver distolto il frontman da qualsiasi idea di reunion, almeno per il momento. Il fandom, però, non ne vuole sapere di demordere.
È lo stesso Yorke, tuttavia, a frenare gli entusiasmi. Interrogato a riguardo, la sua lapidaria risposta è stata: «Non ne sono consapevole e non me ne frega un cazzo. Senza offesa per nessuno e grazie per il vostro interesse e la vostra attenzione. Ma penso che ci siamo guadagnati il diritto di fare quello che ha senso per noi senza doverci giustificare o rispondere all’idea storica di qualcun altro.». Il cantante ha poi concluso: «Non penso di sentire il bisogno di essere all’altezza di qualcosa. Mi sembra un non-problema. Siamo in questa posizione privilegiata in cui siamo ancora in grado di fare musica grazie ai Radiohead, quindi nessuna lamentela.».
Thom Yorke non vuole parlare dei Radiohead, ma Colin Greenwood sì
Doccia gelata, dunque, per i milioni di ascoltatori, a secco di nuova musica dall’uscita di A Moon Shaped Pool, nel 2016. da allora, il gruppo si è limitato a OKNOTOK 1997 2017, una ristampa celebrativa per il ventesimo anniversario di OK Computer e, nel 2021, al disco Kid A Mnesia, che raccoglie Kid A, Amnesiac e materiale inedito. Se, però, Yorke si è mantenuto vago, Colin Greenwood è stato più conciliante. Il bassista ha infatti ammesso un breve ritrovo della band, riunitasi per provare la scorsa estate. «Ci siamo trovati solo per un paio di giorni.», ha dichiarato a NME, «Abbiamo ripercorso tutte le canzoni e abbiamo ripreso da dove avevamo interrotto nel 2018. È stato davvero divertente e bello vedere tutti. Avremmo dovuto fare tre o quattro giorni, ma dopo due abbiamo deciso di darci un taglio perché andava bene e potevamo ancora farcela. Mio fratello (Jonny Greenwood, ndr) ha detto che avremmo avuto bisogno solo di un paio di settimane di prove e che saremmo potuti andare in tour, senza problemi.».
In merito alle affermazioni di Greenwood, Double J ha dunque domandato a Yorke se tutti gli anni di separazione abbiano cambiato o meno la percezione dei Radiohead e del ragionare come una squadra da parte degli stessi musicisti. «Sì. Non credo di avere nulla da aggiungere a questo.», è stata la serafica reazione. Il mese scorso, tuttavia, i Radiohead hanno annunciato la collaborazione per una nuova produzione teatrale di Amleto. Lo spettacolo, Hamlet Hail to the Thief, sarà presentato la prossima primavera a Manchester. Lo show conterrà brani rielaborati di Hail to the Thief, LP datato 2003. Non resta che aspettare questo nuovo incontro, dunque, nella speranza che ritrovarsi gomito a gomito porti Yorke e soci a riprendere il discorso interrotto otto anni fa. D’altronde, se ce l’hanno fatta gli Oasis…
Federica Checchia
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