Bette Davis, considerata all’epoca la “brutta di Hollywood”, ha dimostrato che nel mondo del cinema, non conta essere belli. Con 10 nomination agli Oscar e due vittorie come “miglior attrice”, i ruoli della Davis, sono stati in grado di rapire l’attenzione di ogni loro spettatore, grazie all’autenticità riversata dall’attrice e dal suo magnetico sguardo, omaggiato dalla canzone di Kim Karnes “Bette Davis Eyes”(1981). Diva del mondo del cinema, attrice in grado di rompere lo schermo, Bette Davis, desiderava solo essere una star. Ad oggi, possiamo dire che ci è riuscita.
Margo Channing, la maschera di Bette Davis

Tra i ruoli iconici della diva, impossibile non citare in prima battuta Margo Channing, la grande attrice del palco e della vita in Eva contro Eva (Joseph L. Mankiewicz, 1951). In un grande affresco, che ritrae il mondo dello spettacolo (e la realtà) come una grande farsa, Margo Channing si staglia come la maschera del palco e della vita, accanto al personaggio di Eva Harrington (Anne Baxter).
In “Eva contro Eva”, vive un continuo scambio di ruoli, regolato da un dualismo che vede come soggetto principale, la maschera. Bette Davis, regala al personaggio di Margo Channing sentimenti e crisi che sono propri dell’attrice, permettendo a noi spettatori, di cogliere l’autenticità delle inquietudini e dei turbamenti di un’attrice a confronto con l’età che avanza. Attraverso la maschera del suo personaggio, Bette Davis, ci mostra la verità della sua persona, rompendo lo schermo ogni volta che si presenta sulla scena.
Prendete il salvagente! Stasera c’è aria di burrasca
Bette Davis in “Eva contro Eva”(1951)
La rivincita di Bette Davis
“Figlia del vento” (William Wyler, 1938) è il film che segnò l’inizio del successo: vinse un secondo Oscar come miglior attrice e venne inserita nell’annuale Quigley Poll come una delle dieci migliori stelle. Il film è un dramma ambientato in Louisiana nel 1850, che segue la storia di una donna testarda che perde il fidanzato e lavora per riconquistarlo.
Un film che gioca d’anticipo sull’uscita nell’anno successivo di “Via col Vento” (Victor Fleming, 1939) e che rappresenta per la Davis la rivincita nei confronti del produttore del cult che non la scelse perché ritenuta non abbastanza bella. Con “La figlia del vento”, Bette Davis non solo vinse l’Oscar, ma lo meritò recitando nei panni di una viziata “bella del sud”.
La mattatrice Bette Davis, grazie anche alla generosità degli sceneggiatori, stritola tutti, specialmente gli impauriti colleghi maschi.
Massimo Bertarelli, ‘Il Giornale’, 4 aprile 2001
Il banco di prova
“Tramonto”( Edmund Goulding, 1939) rappresenta per la Davis un vero e proprio banco di prova. Dopo il successo e l’Oscar per “La figlia del vento”, nel 1939 si confronta con il personaggio di Judith Traherne, una giovane ereditiera di Long Island, la cui vita viene messa in crisi dalla scoperta di un tumore al cervello.
“Tramonto” è solo un’altra testimonianza della capacità recitativa della Davis, giocata sull’intensità degli sguardi e dei gesti, fino ad arrivare alla perfetta padronanza dello spazio filmico. Quasi un paradosso, quello che vede l’attrice che dello sguardo fa il suo cavallo di battaglia, dover recitare un personaggio che a breve diventerà cieco.
L’omaggio alla brutta di Hollywood
“Che fine ha fatto Baby Jane?”( Robert Aldrich, 1962) è un thriller psicologico che incarna nella pellicola, la reale rivalità fra le due dive protagoniste: Bette Davis e Joan Crawford.
Bette Davis è Jane Hudson la versione adulta e grottesca della talentuosa Baby Jane, una bambina prodigio amata da tutti, ad eccezione della sorella Blanche (Joan Crawford), costretta a vivere nell’ombra di Jane per gran parte dell’infanzia. Nel mondo adulto, i ruoli si invertono: Blanche diventa una grande diva hollywoodiana, Jane, al contrario, finisce nel buco nero dello spettacolo, dimenticata da tutti.
In un personaggio grottesco e patetico, invecchiato e deturpato dal trucco, costretto a fare i conti con la sua nemica, la Davis riesce comunque a regalare al pubblico un’interpretazione destinata a rimanere nella storia. Ultima e decima candidatura all’Oscar, che segna un record per ogni attrice femmina, Bette Davis riesce a regalare un omaggio a sé stessa e alla “brutta” di Hollywood.
Martina Capitani
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Ph: Bette Davis in “Eva contro Eva” (1951) – Photo Credits ondacinema.it