Urso, presidente del Copasir: “Nessuno in Italia ha ricevuto fondi russi”

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Di Redazione Metropolitan

Adolfo Urso, presidente del Copasir, Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, ha assicurato che nel dossier diffuso recentemente dall’intelligence statunitense, riguardante il finanziamento tramite fondi russi alle forze politiche internazionali, non ci sarebbero partiti italiani. Lo ha dichiarato ieri ad “Agorà”, affermando che “non esistono al momento notizie che riguardano il nostro paese”, smentendo l’ipotesi che qualsiasi partito italiano sia stato destinatario di quei 300 milioni di dollari provenienti dalla Federazione Russa. La notizia è arrivata anche al Cremlino, dove Maria Zakharova, portavoce del ministro degli Esteri, ha commentato chiedendosi “quando l’intelligence americana ci racconterà quanto spende per i politici italiani”. Intanto continuano ad arrivare i commenti dei principali rappresentati dei partiti e degli organi internazionali, mentre Tajani riprende le parole di Salvini: “Solo il PCI ha ricevuto fondi russi”.

Urso rassicura sulla non ingerenza dei fondi russi in Italia, ma il dossier solleva la questione dell’autonomia politica dei paesi europei: le reazioni di Von Der Leyen, Letta, Di Maio, Tajani

Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, che rilancia l’accusa di interferenza ai servizi segreti USA

Adolfo Urso allontana – per il momento – il rischio di compromissione estera. Stando al presidente del Copasir, che ha dichiarato di essersi confrontato con Franco Gabrielli, sottosegretario con delega ai servizi segreti, e di aver concluso che non ci siano ancora prove che l’Italia e i suoi partiti compaiano all’interno del dossier. Urso al momento si trova a Washington D.C., e come a dichiarato su Rai 3 ci saranno “altri incontri proprio con il presidente della Commissione intelligence del Senato americano”. Ma già domani il Copasir dovrebbe riunirsi intorno alla questione. La diffusione del dossier, ha dichiarato Urso, lo ha colto di sorpresa, “anche perché noi siamo l’organo di controllo e non ne avevamo avuto notizia”. Ha poi affermato che “l’ingerenza straniera esiste, Cina e Russia cercano di delegittimare e sottomettere la nostra democrazia, ma dobbiamo consentire una campagna elettorale serena“.

Il presidente del Copasir Urso quindi è certo che l’influenza straniera, esercitata forse attraverso l’ingerenza economica dei fondi russi, è presente, ma esclude che possa riguardare direttamente i partiti politici. La politica non poteva però non approfittare di questa notizia, indubbiamente spendibile contro le forze più filo-putiniane. Enrico Letta, segretario PD, ha definito “inquietante quello che sta accadendo”, mentre Della Vedova, +Europa e sottosegretario agli Esteri, ha chiesto che il dossier venga “reso pubblico prima delle elezioni del 25 settembre”. Anche il ministro Di Maio, ha affermato che procederà alla convocazione di una commissione d’inchiesta su quanto accaduto. Antonio Tajani, FI, riprende invece le parole di Matteo Salvini sui legami tra Partito Comunista Italiano (che, sottolineiamo, fu sciolto nel 1991) e Unione Sovietica, rassicurando sul fatto che Forza Italia non avrebbe mai ricevuto soldi dalla Russia.

Ursula Von Der Leyen denuncia: “mai perdere di vista il modo in cui gli autocrati prendono di mira i nostri paesi”; la preoccupazione internazionale per l’ascesa delle destre nel nostro paese

La presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen è particolarmente colpita dalla vicenda, soprattutto perché, sebbene ancora non ci siano prove che colleghino Italia e Russia, i legami coi partiti degli altri paesi europei non sono stati ancora smentiti. “Dobbiamo proteggerci meglio da influenze maligne” ha sottolineato, “per questo presenteremo un pacchetto di Difesa della Democrazia. Porterà alla luce l’influenza straniera nascosta e finanziamenti loschi. Non permetteremo ai cavalli di Troia di nessuna autocrazia di attaccare le nostre democrazie dall’interno”. Washington intanto guarda con preoccupazione l’ascesa delle destre, soprattutto del partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia. Principale ragione dietro la poca fiducia accordata alla leader è proprio la stretta alleanza col premier ungherese Viktor Orban, tra i privilegiati interlocutori di Putin.

Emergono, nel mentre, nuovi dettagli sulle modalità di versamento del denaro. Stando al documento dell’intelligence (classificato come “sensibile” e non come “classified”, quindi di minor segretezza), i soldi sarebbero partiti dagli oligarchi russi per raggiungere i “think tank” dei partiti di destra in Europa, mentre nel resto del mondo attraverso aziende statali. Ancora non sono emersi dettagli su possibili ingerenze russe sulle elezioni americane, su cui la Casa Bianca non ha ancora commentato. Sarà comunque il governo di Joe Biden a informare direttamente i paesi vittima dell’interferenza russa: Albania, Montenegro, Ecuador e Madagascar sono i primi nomi a circolare. Ma, almeno per ora, sono semplici indiscrezioni.

Alberto Alessi

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