
Wassily Kandinskij, il celebre pittore e teorico dell’arte russa, è considerato il principale iniziatore dell’arte astratta. È uno dei fondatori della pura astrazione pittorica all’inizio del XX secolo. Ha teorizzato l’arte con una precisione quasi scientifica. Per la Rubrica Arte di questa settimana parliamo proprio di colui che ha “rinnovato” la concezione dell’arte che non è solo tecnica e ragionamento, ma diventa emozione.
Wassily Kandinskij, vita e formazione artistica
Wassily Kandinskij, nasce il 16 dicembre 1866. Proviene da una agiata famiglia borghese di Mosca e viene avviato agli studi di legge, secondo il volere paterno. Dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza, gli viene offerta una cattedra all’università. Egli però rifiuta per dedicarsi alla pittura. L’avvenimento che segnò il cambiamento decisivo nella sua vita, fu quando vide dal vivo un dipinto di Monet. Nel corso di una mostra l’artista ebbe occasione di vedere un quadro del maestro impressionista che rappresentava dei covoni di grano. Il quadro, visto da lontano, apparve agli occhi di Vasilij come una macchia gialla informe, capace però di trasmettere una forte emozione. Da questa esperienza l’artista intuì che non è il soggetto all’interno del dipinto il vero protagonista di un’opera d’arte, ma sono i colori e le forme percepite a suscitare pura emozione nello spettatore.
Kandinskij sceglie così di abbandonare la sua carriera legale e trasferirsi a Monaco di Baviera per dedicarsi a tempo pieno allo studio dell’ arte. A Monaco, Wassily Kandinskij viene accettato in una prestigiosa scuola privata di pittura, passando all’Accademia delle Arti di Monaco. Ma gran parte del suo studio è stato comunque da autodidatta. Nel 1910 pubblica il testo fondamentale della sua concezione artistica: “Lo spirituale nell’arte“. Qui l’artista propone un paragone fra le varie arti e rileva nella musica una spinta fondamentale nel tentativo di andare oltre la rappresentazione. Muore a Parigi il 13 dicembre 1944.
Colore, forma e sensazioni
L’arte e l’opera d’arte in sé, diventa qualcosa di intimo. Fondamentale la musica in questo. Egli infatti scrive: “il più ricco insegnamento viene dalla musica. Salvo poche eccezioni, la musica è già da alcuni secoli l’arte che non usa i suoi mezzi per imitare i fenomeni naturali, ma per esprimere la vita psichica dell’artista e creare la vita dei suoni“.
La produzione artistica di Kandinskij è molto vasta. Noi però scegliamo di evidenziare solo 3 delle sue opere per raccontare (e mostrare) in breve lo straordinario talento di questo artista visionario. Se nella prima fase i suoi quadri si componevano di figure molto informi mischiate senza alcun ordine geometrico, nella fase più tarda, le sue tele assumono un ordine molto più preciso. Kandinskij è convinto che la pittura debba raggiungere i sensi, proprio come la musica. Per questo motivo, per lui non è necessario raffigurare immagini o dipingere vicende. I colori e le forme diventano gli strumenti idonei ad esprimere emozioni e sensazioni.
Vecchia città II

Il quadro “Vecchia città II”, realizzato a Monaco nel 1902, è uno dei primi dipinti dell’artista. In questa prima fase artistica, Kandinskij è ancora fortemente influenzato dall’impressionismo. E’ infatti in questi primi anni del secolo XX, che Kandinskij descrive nei suoi quadri paesaggi e scene reali ma immersi in un’atmosfera fiabesca. L’opera è un olio su tela, esposto a Parigi presso il Musée national d’Art moderne, Centre Georges Pompidou. In quest’opera la luce proveniente da destra illumina quasi a infuocare la stradina, su cui passeggia una donna. Questo importante dipinto del periodo impressionista di Kandinskij nasce dai ricordi di un viaggio a Rothenburg.
Improvvisazione 26

Tra il 1909 e il 1914, Kandinskij crea più di trentacinque improvvisazioni., Opere che dovevano visualizzare tutte quelle sensazioni prodotte dalla propria “natura interiore”. Una composizione priva di contenuto naturalistico, dove l’artista si crea il problema della luce e dello spazio in considerazione del rapporto tra colore e forme in movimento. Le idee spirituali vengono allora riportate sulla tela in forma di linee e colori mostrando un’astrazione assoluta. Tra le Improvvisazioni esposte alla Lenbachhaus di Monaco, la numero 26 è una delle più conosciute. Ai colori alterna le linee di differente spessore che si sovrappongono in primo piano alle macchie di colore, interrompendo le forme.
Giallo, rosso e blu

Dipinto nel 1925, “Giallo, rosso e blu” è un olio su tela, attualmente esposto al Musée National d’Art moderne di Parigi. Questo quadro poneva molti problemi di carattere teorico e tecnico – pittorico, ma non solo. Dal punto di vista teorico evidenzia alcune questioni che da questo quadro, confluirono in seguito nel suo famoso saggio “Punto, linea, superficie”. I colori creano insieme alle forme geometriche una tensione che percorre tutta la tela. L’artista utilizza l’incontro del blu e del giallo per manifestare serenità e pace e l’utilizzo del rosso per marcare il contrasto fra serenità, luce, armonia, e passione, inquietudine e paura.
“Il colore è un mezzo per esercitare sull’anima un’influenza diretta. Il colore è un tasto, l’occhio il martelletto che lo colpisce, l’anima lo strumento dalle mille corde”.
Ilaria Festa
Seguici su:
Instagram
Facebook
Metropolitan