Era il 1972 quando Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio scrissero Almeno tu nell’universo, una delle poesie in musica più amate della storia. Prima di vedere la luce del successo, però, i due autori attesero quasi venti anni. Entrambi vollero fortemente che a cantarla fosse Mia Martini che con l’intensità della sua interpretazione portò il brano al Festival di Sanremo 1989 e vinse il Premio della critica.
Bruno Lauzi, “Almeno tu nell’universo” scritta per Mimì
Sai, la gente è strana
Prima si odia e poi si ama
Cambia idea improvvisamente
Prima la verità poi mentirà lui
Senza serietà
Come fosse niente
Almeno Tu Nell’Universo, il riscatto di Mimì
Inizia così una delle più belle canzoni d’autore italiane. Almeno tu nell’universo è considerata la canzone che affermò il riscatto per Mia Martini. Dopo aver passato un lungo periodo di carriera in sordina, a causa di maldicenze nei suoi confronti, nel 1989 presentò il brano dal palco dell’Ariston e riuscì, da subito, a entrare nel cuore del pubblico. Ancora oggi la canzone, insieme all’interpretazione data da Mimì, rimane una pietra miliare del panorama musicale italiano.
A 30 anni dalla sua pubblicazione, Almeno tu nell’universo viene ancora premiata e omaggiata da tutti i più grandi della musica. Da Elisa che nel 2003 pubblicò la propria versione del brano, all’interno dell’album Lotus, poi utilizzato anche come colonna sonora del film di Gabriele Muccino, Ricordati di me. In occasione dei 25 anni dalla scomparsa di Mia Martini, anche Serena Rossi, attrice e cantante, (interprete del personaggio di Mimì nel film a lei dedicato) ha riproposto il brano all’interno del Festival di Sanremo 2019. Più di recente, proprio quest’anno, dal palco dell’Ariston, anche Tiziano Ferro, in qualità di ospite, ha deciso di celebrare il capolavoro musicale di Bruno Lauzi.
La nascita del testo e l’attesa prima del successo
Il testo di Almeno tu nell’universo nasce nel 1972, ma viene registrato soltanto nel 1979. Il cantautore genovese attese, dunque, numerosi anni prima della pubblicazione ufficiale che avvenne solo nel 1989 durante la presentazione del brano a Sanremo. Durante questi anni, il brano venne offerto a numerose interpreti, tra cui Mietta e Paola Turci, ma gli autori non vennero mai del tutto convinti.
Poi alla fine – racconta Maurizio Fabrizio – è tornata all’artista per cui era stata scritta, per cui era nata” ovvero Mia Martini che pure l’aveva rifiutata anni prima. Il testo era stato pensato proprio per l’artista calabrese “per il suo modo di interpretare che era unico. Io e anche Bruno Lauzi, che aveva scritto questo testo meraviglioso, pensavamo che fosse l’interprete ideale“.
Il significato di una canzone senza età
Almeno tu nell’universo parla dell’incoerenza della gente che, nel corso del brano, viene definita “strana”, “matta”, “sola”. Questa denuncia nei confronti di una società troppo assorta nei proprio egoismi, senza un punto di riferimento, viene successivamente proiettata in positivo. Il ritornello si apre con un’ammissione di bisogno dell’altro. Viene cantato l’amore nei confronti di quell’unica persona nell’universo che, nonostante le brutture quotidiane, riesce a rendere più chiaro e meno brusco ciò che vive intorno a noi. Il rischio di perdere il controllo è troppo alto: nasce da qui il bisogno di aggrapparci all’altro.
Tu, tu che sei diverso
Almeno tu nell’universo
Un punto sei, che non ruota mai intorno a me
Un sole che splende per me soltanto
Come un diamante in mezzo al cuore
A cura di Maria Zanghì
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