Lo stile di Coco Chanel, maestra del gusto e icona della moda, si sviluppa primariamente attraverso la letteratura; non solo stoffe e tessuti hanno contribuito all’enorme successo della stilista francese. Il gusto e l’eleganza di Coco Chanel traggono spunto dai grandi classici latini e greci e dall’intuizione particolareggiante del simbolismo francese.

Coco Chanel, la letteratura e la moda: un confluire di arte

Celebre icona della moda e maestra del gusto, Coco Chanel fin dall’infanzia ha un legame profondo con la letteratura. La giovane Gabrielle è un’avida lettrice, una consumatrice famelica di letture idilliache, fantastiche o di evasione che, pian piano, si trasformano in una vera e propria volontà di conoscenza; la letteratura, per Coco Chanel, diventa in seguito uno strumento imprescindibile di analisi: attraverso i libri, la stilista francese, non solo affina la sua visione del mondo ma acquisisce consapevolezza del contesto che la circonda e della propria identità. Circa il suo amore per i libri, Chanel confesserà all’autore della sua biografia, L’allure de Chanel, Paul Morand:

«I libri sono stati i miei migliori amici».

Durante gli anni della prima infanzia, trascorsi nell’orfanotrofio di Aubazine, Chanel popola la sua solitudine leggendo Pierre DecourcelleRené MaizeroyEugène SueAdolphe D’Ennery. Queste prime letture nutrono la sua creatività e la sua fervida immaginazione; i libri e la vita vissuta in un ambiente monacale influenzano il futuro stile di Gabrielle. La piccola, già da bambina, cuce degli abiti per le sue bambole con delle stoffe monacali che raccatta all’interno dell’orfanotrofio. Moda e letteratura iniziano a intersecarsi in quello che, negli anni successivi, sarà l’esplosione del genio creativo. Gli anni dell’adolescenza, invece, sono disseminati dal linguaggio poetico. Coco Chanel si avvicina ai poeti simbolisti da cui trae tutta la filosofia del movimento letterario, trasmettendola attivamente, in seguito, sui suoi modelli. La poesia simbolista ha infatti come riferimento l’imitazione dei modelli antichi e, quindi, il neoclassicismo.

Il poeta simbolista non è un realista è un cantore di emozioni incontaminate dalla fredda e asettica realtà; è purezza, metafora, sinestesia. L’adesione al simbolismo da parte di Coco Chanel è maggiormente avvalorata dalla sua propensione, nell’età della prima giovinezza, verso la letteratura classica latina e greca, fonte di ispirazione per Madamoiselle Chanel il cui obiettivo, nelle sue creazioni, era proprio preservare il mondo classico.

L’importanza del lirismo antico: la letteratura greca e latina nei modelli di Chanel

Gli anni dei sentimenti e dell’amore avvicinano Coco Chanel alla letteratura greca e latina. Nella biblioteca della famosa stilista francese, rifulgono importanti nomi della letteratura classica; i poemi di Omero e Virgilio ma, anche, uno dei maggiori poeti tragici della poesia greca, Sofocle. Lo stile di Chanel si ispira al concetto di armonia greca: i suoi abiti sono lineari, proporzionati, simmetrici. I tagli dei primi anni ’20 si focalizzano su drappeggi dai tessuti impalpabili; ecco aleggiare una leggerezza quasi eterea e somigliante ai pepli greci indossati da Saffo e dalle sue ancelle nel Tiaso. Il linguista e critico letterario francese, Roland Barthes, scriveva nel 1967:

«Se apriste oggi una storia della nostra letteratura dovreste trovarvi il nome di un nuovo autore classico: Coco Chanel. Chanel non scrive con carta e inchiostro (salvo nel suo tempo libero) ma con tessuti, forme e colori; ciò non toglie che le si attribuiscano comunemente l’autorità e lo stile di uno scrittore del Grand Siècle, elegante come Racine, giansenista come Pascal (da lei citato), filosofo come La Rochefoucauld (che lei imita inventando le proprie massime), sensibile come Madame de Sévigné…».

Dalle Bucoliche di Virgilio e dall’epica di Omero, Chanel trae non solo la propensione verso un equilibrio armonico ma, anche, predilezione verso la morbidezza delle stoffe; il mito classico si impone nella moda del tempo come una novella concezione di modernità. Gli abiti sono eterei, avvolgenti, sinuosi. L’amico e poeta Jean Cocteau, nel 1922, le chiede di occuparsi dei costumi di tre tragedie: AntigoneOrfeo e Oedipus Rex. La donna che Coco Chanel veste è sofisticata, elegante, intellettualmente impegnata nell’apprezzare quella cultura classica intramontabile. I suo modelli mirano a creare un abbigliamento culturale più che meramente estetico. L’ellenismo e la mitologia si riflettono nelle sete trasparenti, nei colori chiari, nelle frange e negli scolli sulla schiena; e ancora, nello chiffon i cui dettagli si evincono dall’opalescenza di minuscole perline. Le donne di Chanel sono moderne eroine che rappresentano archetipi femminili come Didone, Medea, Atena: emblema di forza ed eleganza.

La poesia simbolista francese e la propensione al dettaglio all’interno delle creazioni

Uno dei fondamenti principali della poetica simbolista francese è che dietro la realtà apparente, percepita dai sensi, ne esista un’altra misteriosa e celata a cui si giunge solo attraverso l’intuizione poetica. Gli ideali dell’antichità classica e la propensione al dettaglio si cristallizzano nei pensieri di Coco Chanel; ancora una volta la letteratura è foriera di intuizioni geniali per la stilista francese. Gabrielle è affascinata dalla poesia simbolista dell‘800 francese; Charles BaudelairePaul VerlaineArthur RimbaudStéphane Mallarmé e Guillaume Apollinaire.

Nomi che interrompono la tradizione letteraria della Francia dell’epoca portando un nuovo tipo di ebbrezza in letteratura, così come Chanel spezza ogni legame con una moda fatta di trine, pizzi e gonne troppo lunghe, prediligendo il dettaglio. Adesso il protagonista è il particolare. Come i poeti simbolisti si allontanano dell’Académie française, Chanel si distacca totalmente da un abbondare di decori ed eccessi che sfregia quella che dovrebbe essere l’eleganza. Adesso è il dettaglio a rifulgere.

Coco Chanel, la letteratura russa e la collezione Paris-Russe della maison

Amica del compositore  Igor Stravinsky, Coco Chanel rimane affascinata dalla letteratura russa e dai suoi grandi autori. La Russia degli zar la suggestiona; legge TolstojPuškin e Turgenev ma Gabrielle non legge e basta. Le sue letture preannunciano creatività, un estro inimmaginabile che si riflette nella scelta dei tessuti, delle collezioni, dei ricami. Nel 1917, in piena Rivoluzione Bolscevica, Parigi accoglie un innumerevole stuolo di nobili in fuga. Lo sfarzo degli ori, delle porcellane, o il lusso degli oggetti simbolo della ricchezza russa come le Uova Fabergé,  realizzazioni di gioielleria composte per gli zar, sono elementi che si fanno spazio nella Francia dell’epoca.

Il critico d’arte Serge Diaghilev introduce Coco Chanel nei meandri della cultura russa portandola, dapprima, ai Ballet Russes; la storica compagnia di danza classica le cui esibizioni si tenevano proprio a Parigi e che, successivamente, è fondata ufficialmente nel 1911 dallo stesso Sergej Djagilev. Chanel si ispira alla preziosità e alla ricercatezza dei ricami d’oro e argento, propri della nobiltà alla corte dello Zar. Nel 1922 crea una collezione dedicata ai maglioni rubachka e ai tipici foulard babuchka: il termine russo con cui si definiscono le donne anziane che, da tempo immemore, indossano un fazzoletto annodato sotto il mento. Chanel rivoluziona il capo, decorandolo con ricami folkloristici. 

La sua amicizia con il Granduca Dmitri Pavlovich e con la sorella, la Granduchessa Maria Pavlovna, le permette di assorbire la cultura russa che tanto la affascinava e tutti i suoi elementi: i colori vivaci, le pietre preziose e i suoi motivi barocchi. Chanel trasferisce il fascino di questo universo nella sontuosa linea Paris-Russe; la collezione di alta gioielleria che celebra il suo amore per la Russia. Le creazioni evocano i colori sgargianti dei Balletti Russi e riverberano i ricami multicolore dei roubachkas, tipiche camicie da uomo indossate dai contadini. Zaffiri, granati, ori: la collezione Paris-Russe è una tela brillante creata da una malinconia per un mondo ormai svanito, lo stesso universo sfavillante che i nobili decaduti, incontrati da Gabrielle, erano soliti raccontare.

Stella Grillo

Seguici su FacebookInstagram e Metrò