ll tempo passa anche per le leggende del rock. Vasco Rossi ha appena compiuto settant’anni e oggi ne festeggia sessanta il leader dei Liftiba, Piero Pelù. Parlando e riflettendo sull’importante traguardo della sua età e della sua carriera ha detto al Corriere della Sera: «Se penso a quanti se ne sono andati della mia generazione, portati via dall’eroina, è un miracolo. È stato il nostro Vietnam negli anni 80, per l’eroina ho perso più che un compagno di band, un fratello, Ringo De Palma. Io la odiavo e mi preoccupa che stia tornando di nuovo e i ragazzi di oggi non sappiano cosa significhi».
Piero Pelù compie 60 anni: ecco la sua carriera
Classe 1962, alle spalle anche una lunga carriera da solista, Piero sta per tornare sul palco con i Litfiba con il tour «L’ultimo girone». Sarà l’ultimo, per festeggiare quarant’anni di carriera di una delle più importanti rockband italiane.
Piero è un cantautore ma non solo, anche scrittore e artista impegnato in politica e nel sociale, ai tempi de L’anello no, no non te lo do (era il 1990) aveva lasciato intendere che non si sarebbe mai sposato. Invece nel settembre 2019 ha portato all’altare Gianna Fratta, 49 anni, pianista e direttrice d’orchestra: «Se trovi una donna con cui hai così tanti punti in comune, uno scambio continuo così profondo e sincero, perché non farlo?».
Piero e Gianna stanno insieme dal 2016, presentati da un comune amico, ma non si sono mai soffermati a raccontarsi. Nel passato di lui, storie importanti, che gli hanno lasciato tre figlie: Greta, classe 1990, che lo ha reso nonno, Linda, nata nel 1995 e Zoe, avuta nel 2004. A sessant’anni Piero va fiero soprattutto di una cosa: «Essermi occupato appieno delle mie figlie». Al quarto figlio, però, non ci pensa proprio: «No, non mi vedo a 76 anni a litigare con un adolescente, ad aspettarlo in incognito con baffi finti e occhiali fuori da una discoteca».
L’amore per la musica è stata una folgorazione, avuta a Parigi a 11 anni quando ascoltò Paranoid dei Black Sabbath. «Prima sentivo le fiabe sonore, che avevano musiche bellissime, poi ho avuto dei flash da Little Tony, Enzo Jannacci, Adriano Celentano e Giorgio Gaber. In seguito, con gli amici e i compagni di scuola conobbi ‘Revolver’ dei Beatles e quindi arrivarono i Rolling Stones, i Pink Floyd, i Black Sabbath e infine… infine Peter Punk, la prima band del liceo, i Mugnions, e i Litfiba».
E Sanremo? Pelù ci è stato nel 2020: «Volevo provare un palco dove non ero mai stato. Erano i 40 anni della mia carriera», ricorda. E l’edizione di quest’anno? «Ho visto i vincitori Mahmood e Blanco: bravissimi», dice. Nella carrellata di ricordi ce n’è anche uno che riguarda Raffaella Carrà. «A The Voice ho scoperto che fumava come una camionista turca: pensi un po’, il rocker che doveva rimproverare la conduttrice perbene». Delle parole che risuonano nella nostra mente dato il motivo della morte della Carrà.
Enrica Nardecchia
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