Il 23 agosto si celebravano i Volcanalia, le feste in onore dell’antico dio romano Vulcano. Nel nuovo appuntamento della rubrica ClassicaMente i miti, i riti propiziatori e i cerimoniali simboleggianti i fuochi estivi distruttori, in occasione dei raccolti.
Volcanalia, il simbolo dei fuochi estivi
I Volcanalia erano una festa in onore del dio latino Vulcano, il corrispettivo di Efesto in mitologia greca. Vulcano era il Nume tutelare del fuoco e, a tal proposito, personificava il fuoco distruttore sia nella sua accezione positiva che negativa. Sull’altare del dio Vulcano bruciavano perennemente le fiamme: questo spazio era anche noto come Area Volcani, posto alle pendici del Campidoglio. Tale area era detta Vulcanale, dove era sita la statua del dio. Successivamente si edifica il tempio in onore del dio, già esistente nel 214 a.C. L’anniversario cadeva il 23 Agosto nei pressi del Circo Flaminio, in una zona detta pomerio: il confine sacro e inviolabile della città di Roma.
Il fatto che i Volcanalia si svolgessero fuori dal pomerio è emblematico; Vulcano era il Nume tutelare del fuoco rovente, distruttivo e devastante al contrario della dea Vesta, divinità del fuoco domestico venerato nell’antico mondo latino. Proprio per questo i Volcanalia e i vari culti abbinati alla festa si praticavano fuori dalle mura. Non si poteva ospitare in città un dio che avrebbe potuto incendiarla o distruggerla, un po’ come accadeva con i culti dedicati a Marte, dio della guerra.
I rituali propiziatori
Poiché Vulcano poteva essere responsabile del divampare degli incendi e dei fuochi che, soprattutto nella stagione estiva, era più facile si appiccassero violentemente e bruciassero i raccolti, si compivano dei riti propiziatori. Uno dei rituali più noti, compiuti durante i Volcanalia, era un cerimoniale abbastanza crudele: il rito, infatti, prevedeva di immolare degli animali e, nello specifico, dei pesciolini nel fuoco del Vulcanale in sostituzione di sacrifici umani. Un altro sacrificio in onore di Vulcano consisteva nel sacrificare un cinghiale e un bue dal manto rosso-bruno.
Secondo Varrone l’introduzione del culto di Vulcano a Roma si deve a Tito Tazio. La tradizione romana voleva Vulcano unito all’antica dea italica Maia: dalla loro unione nascono Ceculo, fondatore di Preneste, Caco l’essere mostruoso ucciso da Ercole e, per ultimo, Servio Tullio, sesto re di Roma. Macrobio afferma che la compagna di Vulcano sarebbe proprio Maia giustificando tale affermazione poiché il sacerdote del Dio Vulcano pare rivolgesse sacrifici alla Dea proprio calende di maggio.
Stella Grillo
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