Un gesto estremo per mettere fine al suo strazio, quello che portò alla fine il cantante dei Nirvana. Kurt Cobain ci lasciò una lettera d’addio, che divenne un documento storico rivolta a Boddah, il suo amico immaginario d’infanzia, rinvenuta nella sua residenza di Washington in prossimità del corpo senza vita.

Il senso di colpa e la mancanza di emozioni nell’ultima lettera lasciata da Kurt Cobain

Kurt Cobain l'ultima lettera
L’ultima lettera di Kurt Cobain

Vi parlo dal punto di vista di un sempliciotto, un po’ vissuto, che preferirebbe essere uno snervante bimbo lamentoso. Questa lettera dovrebbe essere abbastanza semplice da capire. Tutti gli avvenimenti della scuola base del punk rock che mi sono stati dati nel corso degli anni, dai miei esordi intendo dire, l’etica dell’indipendenza e di abbracciare la vostra comunità si sono rivelati esatti. Da troppi anni ormai, non ho più provato esaltazione ascoltando musica, o creando musica o scrivendo davvero qualcosa, e per questo mi sento tremendamente in colpa.” Kurt prende coscienza del suo malessere e spiega con poche parole che non provava più emozione nel scrivere musica, distante dall’entusiasmo che all’inizio della sua carriera la musica gli dava. Questa sensazione lo faceva sentire colpevole.

Per esempio quando siamo nel backstage e le luci si spengono e sento il maniacale urlo della folla cominciare, non ha nessun effetto su di me, non è come per Freddie Mercury, la folla lo inebriava, ne ritraeva energia e io l’ho sempre invidiato per questo, ma per me non è così. Il fatto è che io non voglio imbrogliare, nessuno di voi. Semplicemente non sarebbe giusto nei vostri confronti né nei miei. Il Termine che mi possa venire in mente è quello di fingere e far credere che io mi stia divertendo al 100%.” Il cantante crede che fingere di divertirsi sarebbe stato il peggior torto che poteva commettere nei confronti del suo pubblico. Più volte aveva cercato di apprezzare il suo pubblico e la musica che portava sul palco ma in qualche modo non gli riusciva. Era contento del successo con i Nirvana, ma aveva bisogno di quel qualcosa che lo riportasse all’inizio, che però non arrivava mai.

Il piccolo triste, sensibile, inavvicinabile, uomo Gesù! Perché non ti diverti e basta? Non lo so!

A volte mi sento come se dovessi timbrare il cartellino ogni volta che salgo sul palco. Ho provato tutto quello che è in mio potere per apprezzare questo (E lo faccio Dio, credimi lo faccio, ma non è abbastanza). Ho apprezzato il fatto che io e gli altri abbiamo colpito e intrattenuto tutta questa gente. Ma devo essere uno di quei narcisisti che apprezzano le cose solo quando non ci sono più. Io sono troppo sensibile. Ho bisogno di essere un po’ stordito per ritrovare l’entusiasmo che avevo da bambino.” Ammetteva di essere troppo sensibile a tal punto che l’entusiasmo che doveva trasmettergli un concerto non aveva più nessun effetto su di lui. Per lui ormai salire su quel palco era una questione di routine, come timbrare il cartellino, cercava di apprezzare quello che stava facendo, ma ormai non gli dava più nessun brivido. L’artista soffre di apatia e incapacità di provare emozioni rispetto al suo successo. C’è tanta frustrazione nel non riuscire più a provare emozioni.

Durante gli ultimi tre nostri tour sono riuscito ad apprezzare molto di più le persone che conoscevo personalmente e i fans della nostra musica, ma ancora non riesco a superare la frustrazione, il senso di colpa e l’empatia che ho per tutti. C’è del buono in ognuno di noi e penso che io amo troppo la gente, così tanto che mi sento troppo fottutamente triste. Il piccolo triste, sensibile, inavvicinabile, uomo Gesù! Perché non ti diverti e basta? Non lo so!“. Non c’è più reazione nel suo stato d’animo e non cerca più soluzioni. Ci sono molte domande irrisolte. Capisce di essere diverso dagli altri, di essere troppo sensibile, di essere arrivato a un punto morto. Una via di non ritorno in cui sente di amare la sua gente ma di non riuscire a dimostrarlo.

Ricordate è meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente. Pace amore e empatia.

“Ho una moglie divina che trasuda ambizione e empatia e una figlia che mi ricorda troppo di quando ero come lei, pieno di amore e gioia, bacia tutte le persone che incontra, perché tutti sono buoni e nessuno le farà del male. E questo che mi terrorizza a tal punto che perdo le mie funzioni vitali. Non posso sopportare l’idea che Frances diventi una miserabile, autodistruttiva, rocker morta come me.” Kurt Cobain conosce Courtney Love nel 1991, quando lei era fidanzata con il leader degli Smashing Pumpkins. La ragazza era di tre anni più grande di lui. Inizia così la tormentata e famosa relazione con il leader dei Nirvana e il loro pesante uso di droghe, da cui tentarono entrambi di disintossicarsi per anni. La Love scopre di essere incinta il 24 Febbraio 1992 e la coppia si sposa nelle Hawaii. Il 18 agosto nasce la figlia Frances Bean Cobain.

Mi è andata bene, molto bene durante questi anni, e ne sono grato, ma è dall’età di 7 anni che sono avverso al genere umano. Solo perché a tutti sembra così facile tirare avanti ed essere empatici. Penso sia solo perché io amo troppo e mi rammarico troppo per la gente. Grazie a voi dal fondo del mio bruciante, nauseato stomaco per le vostre lettere e il supporto che mi avete dato negli anni passati. Io sono troppo stravagante, lunatico, bambino! E non ho più nessuna emozione, e ricordate è meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente. Pace amore e empatia.

Kurt Cobain

Frances  e Courtney io sarò al vostro altare. Ti prego Courtney continua così per Frances. Per la sua vita, voglio che sia felice senza di me. VI AMO, VI AMO.

Le ultime parole sono rivolte alla figlia, terrorizzato all’idea che potesse diventare come lui ,a cui era andata abbastanza bene, considerato che era avverso al genere umano da quando aveva 7 anni. Con queste ultime parole ci spiega che questa fine per lui era inevitabile.

In pochi anni i Nirvana erano riusciti a costruire un’eredità musicale indelebile che li portano ancora oggi ad essere un punto di riferimento nel panorama musicale

Il 5 Aprile 1994 Cobain si suicida con un colpo di fucile sparato alla testa nella serra della sua casa al lago. Le analisi confermeranno che prima di morire si era iniettato una grossa dose di eroina. Mentre era all’apice del successo, era tormentato tanto da fare di smisurato uso di droghe, e cresceva in lui la voglia di non voler andare più avanti. Il corpo viene ritrovato qualche giorno dopo da un elettricista Gary Smith. La lettera contiene la frase tratta da la canzone di Neil Young “it’s better to Burn out than fade away”. Lo stesso anno aveva già tentato il suicidio prendendo una dose massiccia di tranquillanti mentre si trovava a Roma. In pochi anni i Nirvana erano riusciti a costruire un’eredità musicale indelebile, che li portano ancora oggi ad essere un punto di riferimento nel panorama musicale. Negli anni Kurt era diventato dipendente dall’eroina era andato più volte in overdose e tentato di disintossicarsi. A questo mix si unirono disturbi psichici per cui la sua musica, la band e la famiglia non bastarono per andare avanti. Inutile chiedersi come sarebbe andata senza l’estremo gesto. Kurt vive ancora negli occhi della figlia Frances, Oggi trentenne, anch’ella musicista.

Sabrina Baiocco

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