Amazon: 10mila dipendenti vicini al licenziamento

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Di Mariapaola Trombetta

Come riferisce il New York Times, Amazon sta valutando il taglio di circa 10.000 posti di lavoro. I licenziamenti potrebbero scattare già questa settimana. Dopo Meta, Twitter, Lyft, Stripe e Snap, all’appello mancava solo Amazon. Secondo fonti vicine al dossier, i tagli avverranno nel settore dei devices, settore aziendale legato alla realizzazione dei dispositivi Amazon, tra cui l’assistente vocale Alexa, e nelle divisioni di retail e nelle risorse umane. La notizia è giunta a ridosso delle festività natalizie, periodo in cui l’azienda ha costruito la sua stabilità. Questo dimostra come Amazon abbia ridotto le attività spinto dal deterioramento dell’economia globale.

L’indiscrezione non è stata commentata dall’azienda. Come scrive il New York Times, il numero totale dei licenziamenti, “rimane fluido“. Se dovesse rimanere intorno ai 10.000, per la società di Jeff Bezos, rappresenterebbe circa il 3% dei dipendenti ‘coporate’ di Amazon, calcolando anche i lavoratori a ore, un po’ meno dell’1% della sua forza lavoro globale di oltre 1,5 milioni di persone. Si tratterebbe del più grande taglio di posti di lavoro nella sua storia.

I tagli di Amazon negli ultimi mesi

Taglio dipendenti Amazon-Photo Credits: key4biz.it
Taglio dipendenti Amazon-Photo Credits: key4biz.it

Una serie di iniziative di Amazon, già sono state ridotte negli ultimi mesi. Tra queste: Amazon Care. Il suo servizio di assistenza sanitaria primaria e urgente che non è riuscito a raccogliere un numero sufficiente di clienti. Anche Scout, il robot per le consegne a domicilio in formato frigorifero, che impiegava 400 persone, ha finito la sua corsa. Stessa fine anche per Fabric.com, che ha venduto articoli per il cucito per tre decenni. 

L’azienda, da aprile a settembre, è intervenuta principalmente sul personale a ore, riducendo il numero di dipendenti di quasi 80.000 unità, attraverso un elevato tasso di licenziamento. Solo pochi mesi fa il gigante dell’e-commerce ha più che raddoppiato il tetto massimo dei compensi per i suoi lavoratori del settore tecnologico, nel tentativo di trattenerli in un mercato del lavoro diventato più competitivo. Amazon a settembre ha bloccato le assunzioni in diversi team minori. Ha rinunciato a coprire più di 10.000 posizioni aperte nella sua attività principale di vendita al dettaglio, a ottobre. Due settimane fa, infine, ha congelato le assunzioni in tutto il gruppo, compresa la divisione cloud computing, per i prossimi mesi.

La crisi delle altre aziende big tech

Il colosso dell’e-commerce è l’ultimo tra le tante aziende big-tech che stanno pianificando tagli del personale per affrontare un momento difficoltà. Il cambiamento dei modelli di business e la precarietà dell’economia hanno provocato licenziamenti in tutto il settore tecnologico.

Meta, la società madre di Facebook e Instagram, nei giorni scorsi ha annunciato il licenziamento di 11mila dipendenti, circa il 13% della sua forza lavoro. Anche Lyft, Stripe, Snap, e altre aziende tecnologiche hanno licenziato personale negli ultimi mesi. Twitter ha tagliato drasticamente il personale con l’arrivo di Elon Musk, dimezzando il numero dei dipendenti.

Mariapaola Trombetta

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