Anthony Quinn, la grande recitazione cinematografica virile e passionale

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Di Stefano Delle Cave

106 anni fa nasceva in Messico Anthony Quinn. È stato un grande attore di talento capace di distinguersi sia negli Stati Uniti che in Europa. Ha vinto nella sua lunga e sterminata carriera due premi Oscar come miglior attore non protagonista ed ha avuto 4 candidature ai Golden Globe

“Amo vivere, e quindi vivo. Amo recitare, e quindi recito”

Con queste poche parole Anthony Quinn ha parlato dell’suo amore per la recitazione. Un rapporto cominciato quasi per caso quando, dopo aver fatto un piccolo intervento alla lingua, fece corsi di dizione presso la scuola drammatica di Los Angeles. A soli 21 anni debuttò con il film “Parole” dando inizio ad una carriera che conta più di duecento lungometraggi. Quinn è oggi il simbolo di una recitazione virile, passionale e al tempo stesso brutale.

I grandi personaggi di Anthony Quinn

Anthony Quinn in Zorba il greco, fonte Intrapendente

Dopo i primi ruoli tecnici Anthony Quinn conquistò il grande schermo grazie a due personaggi interpretati alla fine degli anni 50′. Primo fra tutti Eufemio Zapata in “Viva Zapata” accanto ad un grande Marlon Brando. Una grande interpretazione che fece emergere la sua fisicità e che gli valse il suo primo Oscar come migliore attore non protagonista. Un premio bissato con il film “Brama di vivere” dove interpreta il famoso pittore Paul Gaugin. Quinn in questo caso fu aiutato dall’amore per la pittura e la scultura che lo accompagnò tutta la vita.

Non si può poi dimenticare un altro film importante per la straordinaria carriera di questo intramontabile attore americano. Nel 1964 Anthony Quinn ci regala la grande interpretazione di un protagonista tutto d’un pezzo che sa sempre superare ogni difficoltà della vita in “Zorba il greco”. Un esempio questo di come Quinn abbiamo dato un contributo importante al cinema europeo. Del resto il noto attore americano aveva interpretato con grande successo il rozzo Zampanò nel capolavoro di Federico Fellini “La strada” del 1954.

Stefano Delle Cave