Capodanno e poesie: tre componimenti di Gianni Rodari per festeggiare il nuovo anno

Foto dell'autore

Di Stella Grillo

Nel nuovo appuntamento della rubrica Letteratura per l’Infanzia, in occasione di Capodanno, tre poesie indimenticabili di Gianni Rodari; pedagogista, maestro e autore per bambini e ragazzi.

Capodanno e poesie: Filastrocca di Capodanno di Gianni Rodari

Per l’ultimo appuntamento della rubrica era impensabile non trattare il Capodanno e le poesie dedicate all’ultimo dell’anno. Spesso, nei numeri di questo appuntamento settimanale, si è trattato Gianni Rodari; icona e figura luminosa della letteratura dell’infanzia, autore di filastrocche, libri, e poesie. La peculiarità del pedagogista di Omegna è quella di parlare ai bambini trattandoli da adulti; capaci di comprensione anche per quelle argomentazioni che, spesso, si pensa siano solo deputate agli adulti. Un’altra caratteristica della poetica di Rodari è il tempo: il fluire dello stesso, i cicli delle stagioni, i mesi. Non fa eccezione Capodanno, tempo di bilanci, riflessioni e… Poesie! La prima proposta è Filastrocca di Capodanno:

Filastrocca di Capodanno,
fammi gli auguri per tutto l’anno.
Voglio un gennaio col sole d’aprile,
un luglio fresco, un marzo gentile,
voglio un giorno senza sera,
un mare senza bufera,
voglio un pane sempre fresco,
sul cipresso sempre fresco,
che siano amici il gatto e il cane,
che diano latte le fontane.
Se voglio troppo dammi niente,
dammi una faccia allegra solamente.

Le immagini allegre che si susseguono in questo breve componimento hanno un insegnamento ben più importante: non bisogna aspettare solo le date comandate per avere buoni propositi; ogni giorno ci si deve impegnare per fare del proprio meglio e, qualora non ce la si faccia, attraversare ogni momento dell’anno con la speranza, almeno, di essere allegri: trascorrere i 365 giorni nella semplicità dell’allegria e della serenità è il miglior augurio che si possa fare.

L’anno nuovo, come Gianni Rodari insegna ai bambini che ognuno è artefice del proprio destino

Il secondo componimento da citare per l’elenco delle poesie di Capodanno è, senza dubbio, L’anno nuovo. In questi versi, Gianni Rodari fa un elenco di tutte le consuetudini che, usualmente, compongono un anno: le feste comandate, l’estate, il carnevale. Ma l’ultimo verso sembra una postilla da non tralasciare:

Indovinami, indovino,
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?
Bello, brutto o metà e metà?

Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un carnevale e un ferragosto,
e il giorno dopo il lunedì
sarà sempre un martedì.

Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell’anno nuovo:
per il resto anche quest’anno
sarà come gli uomini lo faranno.

Il poeta esordisce nella prima strofa con un quesito posto a un fantomatico indovino: come sarà questo nuovo anno? Certo, i libri raccontano che sarà composto da dodici mesi, le quattro stagioni, da settimane e giorni che si avvicenderanno. Ma nessuno ha altre informazioni per sapere, qualitativamente, come saranno davvero i giorni futuri. Ed ecco l’insegnamento: il destino dell’anno nuovo, così come quelli passati, ha lo stesso epilogo; formalmente lo stesso, certo, ma i giorni avranno il sapore e il peso che gli uomini gli daranno. Un verso che sembra sintetizzare una frase di un brano di Francesco Guccini, Canzone dei dodici mesi:

Diverso tutti gli anni, ma tutti gli anni uguale,. La mano di tarocchi che non sai mai giocare”.

Le apparenze degli anni sempre diversi ma nello scorrere del tempo banalmente identici, le cui giornate posso cambiare solo grazie alle proprie decisioni e azioni; è infatti nelle facoltà degli uomini evolversi, arricchirsi di esperienze e agire.

Capodanno e poesie, O anno nuovo: le ore ben spese foriere di gioie

Ultimi versi per l’elenco del Capodanno e le poesie dedicate al nuovo anno scritte da Gianni Rodari, fra i massimi esponenti della letteratura infantile del Novecento:

O anno nuovo, che vieni a cambiare
il calendario sulla parete,
ci porti sorprese dolci o amare?
Vecchie pene o novità liete?

Dodici mesi vi ho portati,
nuovi di fabbrica, ancora imballati;
trecento e passa giorni ho qui,
per ogni domenica il suo lunedì;

controllate, per favore:
ogni giorno ha ventiquattr’ore.
Saranno tutte ore serene
se voi saprete usarle bene.

Vi porto la neve: sarà un bel gioco
se ognuno avrà la sua parte di fuoco.
Saranno una festa le quattro stagioni
se ognuno avrà la sua parte di doni.

O anno nuovo contiene lo stesso messaggio della poesia precedente. Ecco, il nuovo anno regala 365 giorni tutti nuovi da vivere; dodici mesi ancora imballati, dice il poeta, in cui ci saranno le solite consuetudini di sempre e a cui, a ogni domenica, farà seguito il suo lunedì. Ma qual è l’insegnamento? Ogni giorno, ogni momento può essere messaggero di letizia solo se gli uomini sapranno usare bene il proprio tempo a disposizione. Il nuovo anno sarà foriero di gioie solo se ognuno farà la propria parte in un’azione attiva, non dissipando o sciupano i giorni che avrà a disposizione; solo in questo modo, ogni uomo, avrà i doni che gli spettano.

Stella Grillo

Foto in Copertina: Gianni Rodari con i suoi piccoli lettori – Photo Credits:© www.giornaledibrescia.it

Seguici su FacebookInstagram e Metrò