Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs in un’intervista su Libero incentrata sui vaccini anti Covid, ha aperto la possibilità alla somministrazione via spray:
“Presto potremmo avere vaccini anti-Covid che schermano le nuove varianti e speriamo mantengano la loro efficacia per un periodo più lungo. Attualmente stiamo lavorando perché i prossimi vaccini siano capaci di conferire un’immunizzazione a livello delle mucose e probabilmente si somministreranno come spray nasale. I virus come Sars-CoV-2, virus respiratorio sinciziale e raffreddore comune, si replicano soprattutto nella mucosa nasale. Vuol dire che non arrivano a stimolare il sistema immune in modo così importante come i virus che si replicano dappertutto, morbillo e rosolia per esempio. Ecco perché l’immunità acquisita contro Sars-CoV-2 svanisce dopo un certo periodo”.
Fonte Libero
Covid, la possibile evoluzione dei vaccini in versione spray, la variante Kraken: non sembra più letale delle “sorelle” Omicron
![Covid: la nuova variante Kraken -Photo Credits:ilmessaggero.it](https://metropolitanmagazine.it/wp-content/uploads/2023/01/ilme.jpeg)
Come ha evidenziato Remuzzi, Kraken sembra che non sia più letale delle “sorelle” Omicron. A New York e nel nord degli Stati Uniti, quest’ultima variante raggiunge una percentuale di diffusione dell’80%, aumentando così i ricoveri, rispetto a Stati in cui dove non arriva al 20%. La variante Kraken è capace di sfuggire agli anticorpi. Ha una straordinaria affinità con il recettore, proteina che rappresenta la porta di ingresso del virus nelle cellule. Remuzzi ha precisato:
“Anche con questa variante terza e quarta dose proteggono gli ultrasessantenni e i fragili dalla malattia grave“.
Per quanto riguarda i sintomi dell’infezione, sono i soliti, puntualizza Remuzzi:
“Mal di gola, naso che cola, stanchezza, tosse secca e, non sempre, febbre. Di solito non si perdono olfatto e gusto. Al momento in Italia non c’è un allarme Kraken visto che il 90% dei nostri positivi sono infettati da Omicron 5. Ma una diffusione così importante negli Usa fa pensare che lo stesso potrebbe succedere da noi”.
Il consiglio di Remuzzi è dunque:
“Agli ultrasessantenni il consiglio è di fare la quarta dose, agli ultraottantenni e a chi è fragile di fare la quinta“.
Covid, Cina: i contagi raggiungono i 4 milioni
Secondo Airfinity, società di analisi di dati medici che ha sede a Londra, i contagi quotidiani Covid, hanno raggiunto i 4 milioni. I morti alla fine di aprile potrebbero sfiorare i 2 milioni.
Remuzzi smentisce l’idea diffusa che il vaccino cinese non funzioni e spiega:
“Pechino si è data un obiettivo impossibile inseguendo il miraggio dello zero Covid, con chiusure severissime che hanno portato a problemi economici ed esasperato la gente. Il tutto è sfociato in violente proteste e così il Governo ha dovuto aprire. Ma riaprire totalmente, come se nulla fosse, è stato un azzardo. Con un miliardo e mezzo di persone che potrebbero contagiarsi, può succedere di tutto“.
Come riporta l’esperto:
“In Cile, su un campione di 10 milioni di persone il ‘New England Journal of Medicine’ riporta che il vaccino cinese previene la malattia nel 65% dei casi, l’ospedalizzazione nel 90% e la morte nell’86%. A Hong Kong, su 7,4 milioni di persone esaminate, oggi sappiamo da uno studio pubblicato su ‘Lancet’ che il vaccino cinese offre una protezione del tutto comparabile a quella dei vaccini a mRna. Non solo. Quando il vaccino cinese CoronaVac è stato comparato con i vaccini a mRna, si è visto che dopo la terza dose quello di Pechino è addirittura più efficace dei nostri, specie in persone con più di ottant’anni. La Cina rischia non a causa della qualità del proprio vaccino, bensì percome è stato utilizzato. Pare che si siano privilegiati i lavoratori, mentre un numero preoccupante di persone sopra i sessant’anni non è stato vaccinato e rimane vulnerabile. Questa non è una questione scientifica, ma politica e sociale. Loro hanno una sensibilità molto diversa dalla nostra“.
Mariapaola Trombetta
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