Gabriel Garcìa Màrquez, detto anche “Gabo”, è stato uno degli autori più celebri in lingua spagnola. Il suo romanzo dal titolo “Cent’anni di solitudine” è stato votato come il libro più importante della storia in spagnolo, secondo solo al capolavoro di Cervantes “Don Chisciotte”. Scrittore, giornalista e saggista nacque in Colombia nel 1927 e morì in Messico il 17 Aprile 2014, esattamente 8 anni fa. Màrquez è stato tra i più importanti esponenti del realismo magico, una corrente letteraria e artistica che deteneva una visione incantata del reale in cui gli elementi magici compenetravano nella realtà.
Gabriel Garcìa Màrquez e il realismo magico: vita e stile
Premio Nobel per la letteratura nel 1982 Gabriel Garcìa Màrquez è stato fautore di una narrativa tradizionale combinata ad una vivida fantasia. Figlio di una chiromante e un telegrafista, crebbe con i suoi nonni materni: Nicolás Ricardo Márquez Mejía, un colonnello liberale, e sua moglie Tranquilina Iguarán Cotes, conoscitrice di fiabe e leggende del luogo. Furono queste le radici che permisero allo scrittore di sviluppare uno stile unico e ricco di fantasticherie e immaginazione, il già citato realismo magico.
“Mi sembra che dall’ impero romano a oggi la situazione non sia cambiata molto. L’ Italia è sempre stata così eppure è sempre andata avanti”.
G. G. Màrquez
Màrquez visse in molti paesi dell’America Latina, ma anche in Europa, precisamente a Roma, dove fu inviato nel 1955 come critico cinematografico. Seguì dei corsi di cinematografia presso il Centro Sperimentale di Cinematografia per poi trasferirsi a Parigi. Successivamente trattenne rapporti di amicizia con Fidel Castro, legame che gli costò il litigio con Mario Vargas Llosa, anch’egli amico e Premio Nobel per la letteratura. Llosa avrebbe firmato insieme ad altri intellettuali, tra cui Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir, Alberto Moravia e Federico Fellini, una lettera di critica al governo cubano. Llosa dopo un litigio nel 1976 a Città del Messico colpì con un pugno Màrquez in peno volto. Da allora i due non si parlarono per circa trent’anni. Màrquez ,inoltre, fu cofondatore a Cuba della Scuola Internazionale di cinema e Tv ancora oggi molto rinomata.
Il lascito di questo scrittore è ampio e poderoso. Il successo delle sue opere ha raggiunto tutti gli angoli del mondo. La sua inclinazione alla complessità dei costrutti (mediante l’utilizzo di prolessi e analessi) resi semplici e agevoli nella lettura è dichiarazione di manifesto ingegno. Il vero genio non è colui il quale presenta opere complicate ed incomprensibili, ma chi riesce a esprimere cose complesse in maniera semplificata. Einstein diceva: “Non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarla a tua nonna”.
Giusy Celeste
Seguici su Google News