Gianna Nannini: la “Meravigliosa Creatura” rock degli anni Ottanta

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Di Federica Checchia

Gianna Nannini spegne oggi, 14 giugno 2024, settanta candeline di una vita vissuta all’insegna del rock and roll, sopra e lontana dal palcoscenico. Contradaiola dell’Oca, nasce a Siena in una casa che vanta un’altra personalità di spicco: suo padre Danilo, infatti, era un noto industriale dolciario, proprietario della Pasticceria Nannini nel capoluogo toscano, oltre che Presidente del Siena e Priore della Contrada della Civetta. Studia pianoforte a Lucca e, nel frattempo, lavora nell’attività di famiglia, dove un incidente con un macchinario le fa perdere due falangi della mano sinistra. L’incidente compromette il percorso al Conservatorio, ma non la passione per la musica. «Cacciai un urlo terribile, la voce rock mi è venuta cosi’, da quell’urlo» -ricorderà tempo dopo- «Al conservatorio mi bocciarono: al pianoforte le scale venivano un po’ zoppicanti. Con due piccole protesi di plastica e le unghie finte passai l’esame. L’assicurazione versò due milioni. Mi ci pagai la fuga a Milano».

A diciotto anni scappa di casa per inseguire il suo sogno e approda nella città lombarda, osteggiata dai suoi cari. Dopo aver declinato un contratto all’Ariston, si fa notare da Mara Maionchi e da Claudio Fabi della Numero Uno. I due discografici affidano la ragazza a Gino Mescoli, che la inserisce nel gruppo Flora Fauna Cemento, guidato da Mario Lavezzi. Nel 1976 Fabi l’assiste nello sviluppo del suo primo progetto solista, Gianna Nannini, supervisionato da Ricordi, un album dall’impronta fortemente femminista. La collaborazione con il compositore prosegue anche per il successivo Una radura…, ma è il terzo, California, a dare una svolta alla sua carriera. Il singolo di traino, America, del 1979, è un inno alla masturbazione di ambo i sessi, che spalanca le porte del mercato europeo alla cantautrice toscana. La copertina del disco, se possibile, è ancora più esplicita: la Statua della Libertà impugna un vibratore a stelle e strisce. Gli anni Settanta si avviano alla conclusione, ma l’avventura della nuova promessa è appena iniziata.

Gianna Nannini: quei favolosi anni Ottanta

Gianna Nannini
La cantautrice Gianna Nannini negli anni Ottanta

Gli Ottanta si aprono con G.N., prodotto da Roberto Cacciapaglia, il cui primo estratto, Vieni ragazzo, le consente di prendere parte al Festivalbar del 1981, dove arriva seconda. L’anno seguente esce Latin Lover, al quale partecipa anche Annie Lennox, che è certificato disco di platino in Italia, Austria, Svizzera e Germania. Proprio sul suolo tedesco, ottiene i maggiori riconoscimenti e 12 ottobre tiene un trionfale concerto al Rockpalast di Essen. Nel frattempo, spazia tra diverse forme d’Arte, interpretando se stessa in Sconcerto Rock di Luciano Manuzzi e Titania nel film Sogno di una notte d’estate di Gabriele Salvatores, di cui cura la colonna sonora. Il 1984 è l’anno di Puzzle, l’album che la consacra definitivamente come star internazionale.

La Nannini parte per un tour europeo di grande successo, che fa tappa anche in Svizzera, dove prende parte al Montreux Jazz Festival. Fotoromanza, il cui videoclip è diretto da Michelangelo Antonioni, la porta in cima alle classifiche e le fa vincere il Festivalbar, Vota la Voce e un Telegatto. Ai risultati ottenuti, però, si accostano delle critiche; i fans della prima ora l’accusano di aver “tradito” la sua anima rock in favore della melodia. Nonostante questo, Gianna tira dritto e, nel 1986, ottiene due dischi di platino in patria, uno in Austria, uno in Svizzera e un disco d’oro in Germania per il disco Profumo, trascinato dalla celebre Bello e Impossibile. L’anno dopo raccoglie le sue hits in Maschi e altri, che contiene I Maschi, presentata in anteprima a Tokyo. Il 1º maggio 1987 si esibisce nell’Opera da tre soldi di Bertold Brecht e Kurt Weill alla Schauspielhaus di Amburgo, insieme a Sting e Jack Bruce. Nell’autunno 1988 esce Malafemmina, anticipato dalla controversa Hey Bionda, che parla delle donne militari.

La fine dei mitici 80s e gli anni seguenti

Il decennio si conclude “col botto”. Gianna Nannini ed Edoardo Bennato incidono Un’estate italiana, inno ufficiale dei Mondiali di calcio di Italia ’90. Il periodo coincide anche con l’inizio del suo sodalizio con il produttore Dave M. Allen (The Cure). Gli anni Novanta non fermano l’uragano Gianna. Tra brani indimenticabili, da Meravigliosa Creatura a Radio Baccano, incursioni nel cinema (firma la OST del lungometraggio d’animazione di Enzo d’Alò, Momo alla conquista del tempo, basato sul romanzo di Michael Ende) e numerosi duetti, il nuovo millennio la vede ancora protagonista del panorama musicale italiano. Nel febbraio 2006 torna in testa alle vendite con Grazie, merito anche del forte riscontro della traccia Sei nell’anima, inserita in Manuale d’amore 2 – Capitoli successivi di Giovanni Veronesi. Nel 2007 è ospite a Sanremo, dove annuncia la sua opera rock La Pia de’ Tolomei, ispirata al personaggio dantesco della Divina Commedia. Al Festival torna anche l’anno successivo, ma come autrice  per Giò Di Tonno e Lola Ponce, che trionfano con Colpo di Fulmine.

Nell’agosto 2010 rende pubblica la sua gravidanza, scatenando infinite polemiche, dovute alla sua età. In un’intervista, dichiara: «All’improvviso tutti si sono dimenticati della libertà e del diritto che ha ciascuno di noi di fare quello che vuole, quando e con chi vuole». Con la caparbietà che l’ha sempre contraddistinta, la Nannini non si lascia scalfire dai detrattori e dà alla luce Penelope. È l’inizio di una nuova era in cui la trasgressività e l’energia che hanno caratterizzato il suo percorso artistico non vengono meno, ma vengono integrate con una nuova dolcezza, (ri)scoperta anche grazie a sua figlia. L’ennesima dimostrazione di quanto si possa rimanere coerenti, pur sapendosi adattare a circostanze diverse. Prosegue tra tour, nuovi inediti e un recentissimo biopic su Netflix a lei dedicato, e la sua fame di musica e vita non diminuisce. Fedele a se stessa ma poliedrica, scatenata ma materna, attraversa il tempo domandolo e plasmandolo a suo piacimento, sempre all’avanguardia, sempre libera, sempre rock, sempre Gianna Nannini.

Federica Checchia

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