Jack Kerouac, cento anni fa nasceva il padre della Beat Generation

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Di Redazione Metropolitan

Il 12 Marzo 1922 nacque, a Lowell, uno dei maggiori scrittori della letteratura moderna, nonché il massimo esponente della Beat Generation: si tratta di Jack Kerouac, l’uomo che con la sua prosa spontanea e piena di vita riuscì ad incarnare i valori di un’intera generazione di americani.

Vagabondo di natura, passò l’intera sua esistenza in viaggio tra l’America centrale e settentrionale e portò queste esperienze all’interno della sua scrittura spontanea, fresca e libera, incarnando la volontà dei giovani di opporsi alle convenzioni sociali e alle ristrettezze del sistema. Facendo persino uso di droghe per analizzare al meglio la propria coscienza, Kerouac cercò in tutti i modi, tramite i suoi viaggi, di raggiungere un posto sicuro che potesse riempire il vuoto della propria esistenza ed affrontare, così, la stranezza della vita.

La Beat Generation e il romanzo cardine di Kerouac

Nel 1944 fu creato il movimento che cambiò completamente la letteratura americana: infatti, in quello stesso anno, lo scrittore del Massachusetts conobbe William Burroughs e Allen Ginsberg, colleghi con i quali fondò l’embrionale nucleo della Beat Generation. Ma, soltanto due anni dopo, Kerouac ebbe l’incontro più importante della sua esistenza, ritrovandosi faccia a faccia con Neal Cassady, il giovane amico che fu d’ispirazione per la figura del protagonista principale del suo più grande capolavoro: Dean Moriarty del romanzo “Sulla strada”.

Il libro, iniziato nel 1948, prese spunto dai continui viaggi compiuti da Jack Kerouac in quegli stessi anni e dalle persone che incontrò nel suo lungo percorso attraverso le maggiori città americane. Il manoscritto originale, un rotolo di carta legato insieme, permise a Kerouac di portare a compimento la storia con grande velocità, digitando sulla macchina da scrivere in uno stato di totale frenesia. Avanzata persino la proposta di pubblicare “Sulla strada” su pergamena per facilitarne la lettura senza dover voltare le pagine (poi successivamente scartata), il romanzo venne modificato diverse volte e vide la luce soltanto nel 1957.

“Sulla strada”: un inno alla libertà

Il romanzo cardine della Beat Generation tratta l’incontro tra Sal Paradise e Dean Moriarty e la loro continua fuga “on the road” per assaporare la libertà e allontanarsi da una società fredda e diversa da quella promessa dal grande “sogno americano”. Vengono descritte, tra le pagine, continue peregrinazioni nell’America del dopoguerra, la voglia di vivere amori effimeri, di amare e odiare perdutamente, di rifiutare le regole strette di un mondo ipocrita e incapace di permettere agli uomini di affermarsi nella loro completa indipendenza. Una volta pubblicato, il lavoro di Kerouac venne immediatamente considerato rivoluzionario (sia in positivo che in negativo) a causa del rifiuto delle tradizioni letterarie dell’epoca, della visione di una vita stabile e dei costumi della propria patria. Pochi critici si concentrarono, in quegli anni, sulla perfezione della sua scrittura fluida, viscerale e, in particolar modo, prosaica.

Sregolato, senza limiti, in preda alla droga e all’alcool, Jack Kerouac divenne un’icona e un pilastro per la futura generazione di artisti e scrittori, i quali considerarono il suo lavoro il fulcro della letteratura degli anni ’50 e ’60 del ‘900. E “Sulla strada” è ancora oggi considerato uno dei più grandi libri dello scorso secolo, un inno all’indipendenza e alla possibilità di vivere la propria vita come si vuole, contro ogni aspettativa imposta dalla collettività. Un romanzo che non fa staccare i propri lettori dalle pagine e li immerge in un viaggio infinito e meraviglioso.

Monica Blesi.
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