Carlo Fidanza e Roberto Jonghi Lavarini sono indagati per finanziamenti illeciti ai partiti e riciclaggio. I due sono al centro dell’inchiesta di fanpage.it “Lobby Nera” che indaga i legami tra la destra e gli ambienti neofascisti. Nei giorni scorsi la Procura di Milano ha aperto un fascicolo, con anche l’accusa di reato di apologia di fascismo. Ieri la Guardia di Finanza ha perquisito l’abitazione di Jonghi Lavarini, chiamato il “Barone Nero”.

L’inchiesta Lobby Nera su finanziamenti illeciti, Fidanza: “Sono sereno e a disposizione della Procura per chiarire”

Nel video dell’inchiesta Lobby Nera di Fanpage.it, si sentono sia Jonghi Lavarini che Fidanza parlare di un meccanismo di “lavatrici” usate per ripulire i finanziamenti in nero alla campagna elettorale del centrodestra. Come riporta Fanpage.it, saranno i magistrati a fare luce su questi versamenti irregolari, proposti anche al loro giornalista infiltrato.

“Ho appreso poco fa dagli organi di stampa di essere stato iscritto sul registro degli indagati a seguito dell’inchiesta di Fanpage. Al momento non ho ricevuto alcuna comunicazione ufficiale. Sono sereno e ovviamente a disposizione della Procura per chiarire quanto prima ogni aspetto di questa vicenda”, sono le dichiarazioni di Carlo Fidanza.

Chi sono i due protagonisti dell’inchiesta Lobby Nera

Carlo Fidanza, europarlamentare e capo delegazione di Fratelli d’Italia, nel video inchiesta di Fanpage, mostrato anche nella trasmissione Piazzapulita su La7, si mostra insieme a Roberto Jonghi Lavarini. L’estremista di destra detto è chiamato “il Barone Nero”, già candidato alla Camera con Fdi e condannato nel 2020 a due anni per apologia del fascismo. Il video è stato registrato da un giornalista di Fanpage, infiltrato in un gruppo di nostalgici di fascismo, massoni ed ex militari. Il gruppo è diretto proprio dal “Barone Nero“. Dall’inchiesta sono emersi finanziamenti in nero alla campagna elettorale, i cosiddetti “black”, e legami con ambienti neofascisti.

Protagonisti dell’inchiesta sono proprio Fidanza e Jonghi Lavarini, ma nel video è ripresa e nominata spesso la candidata al consiglio comunale di Milano, Chiara Valcepina. Lei è definita “patriota fra i patrioti, poi anche candidata” ma si potrebbe “usare un altro termine al posto di patriota”. La loro corrente di Fdi organizza anche delle “serate patriottiche”, in cui non mancano i riferimenti al fascismo. Nel video si sente un altro candidato, Francesco Rocca, dire “vi ringrazio e boia chi molla“.

Carlo Fidanza e Giorgia Meloni

Le dichiarazioni della Leader di Fratelli d’Italia

La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, continua a chiedere di visionare tutti i video per interno. Quando è stato mostrato per la prima volta il video, Meloni non ha deciso di non esporsi, ribadendo “non giudico i miei dirigenti sulla base di un filmato. Mi consentirete di non giudicare un mio dirigente che conosco da oltre 20 anni, che sono rimasta molto colpita a vedere raccontato così, sulla base di un video montato da voi e curiosamente mandato in onda a due giorni da voto”.

Giorgia Meloni dice di essere stata chiara sui “rapporti che non si devono avere con determinati ambienti“. Ma nel video si sentono chiaramente riferimenti alla birreria di Monaco (in cui Hitler teneva i primi comizi), commenti razzisti e antisemiti e battute nostalgiche su Hitler e Mussolini. A questo la leader di Fdi ha replicato così:

“Io ho detto che il montaggio lo avete fatto voi. In Fratelli d’Italia non c’è spazio per razzisti, antisemiti e per paranazisti. Lo sapete benissimo, tant’è che le persone ritratte in quel video sono state allontanate da Fratelli d’Italia. Se qualcuno le ha ricontattate per ravanare dieci voti di preferenza secondo me ha fatto un errore gravissimo. Ma da qui a raccontare la tesi che ci sono gruppi paranazisti che governano FdI… Sono condanne che non ho problemi a fare, me le date però le 100 ore di girato per consentirmi di valutare nel merito quanto accaduto? “

In un video condiviso sui sui canali social, la Leader afferma che “è tutto studiato a tavolino. Non da Fanpage, ma da un intero circuito, o circo, se vogliamo.”

Le reazioni all’inchiesta Lobby Nera

A seguito della pubblicazione del video inchiesta, Carlo Fidanza si è autosospeso dal ruolo di europarlamentare. In una nota ha scritto: “su richiesta di Giorgia Meloni, ritengo opportuno autosospendermi da ogni ruolo e attività di partito al fine di preservare Fratelli d’Italia da attacchi strumentali”. Giorgia Meloni commenterà i fatti solo dopo aver visionato le 100 ore di girato.

Dure prese di posizione da parte del PD Lombardia. Il segretario regionale del Pd Vinicio Peluffo ha scritto in una nota: “Ci chiediamo se il Gruppo di Fratelli d’Italia e il presidente Fontana non sentano il dovere di prendere immediatamente le distanze da queste affermazioni”. Poi parla della necessità di una richiesta e le dimissioni di Fidanza.

I leader politici Giuseppe Conte e Nicola Fratoianni si chiedono perché Meloni non prenda ufficialmente le distanze da tutto quello che si sente nel video. Ma soprattutto si chiedono se sono tollerabili le battute antisemite, le chiare rivendicazioni di essere fascisti e i ‘camerata‘. Fratoianni ricorda a Meloni che il fascismo è incompatibile con la Costituzione.

“Ma mi chiedo, da persona che ha responsabilità di gestione di un partito, e lo chiedo anche a lei: è tollerabile ciò che ha ascoltato e visto? Sono tollerabili i saluti romani, gli “Heil Hitler”, i riferimenti alla birreria di Monaco che aprì la stagione macabra della Shoah?”

Nicola Fratoianni in una lettera diretta a Giorgia Meloni.

Il Barone Nero: “Non fate finta di non conoscermi”

“Sono assolutamente indipendente e apartitico ma nessuno faccia finta di non conoscermi o, peggio, si permetta di offendere gratuitamente me e la comunità di veri patrioti che, mio malgrado, in questo frangente, ho l’onore e onere di rappresentare”.

È il messaggio lanciato via social da Roberto Jonghi Lavarini e destinato a Giorgia Meloni e Matteo Salvini. L’esponente dell’estrema destra aggiunge nel post Instagram anche delle foto che lo ritraggono con i due leader del centrodestra. Nel suo post sostiene anche che il 5% della destra radicale “fa gola a tutti ed è indispensabile per vincere qualunque sfida bipolare”.

Il Barone Nero con Giorgia Meloni e Matteo Salvini (Instagram @robertojonghilavarini)

Michela Andreatta

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