Oggi, di 121 anni fa, nasce Louis Armstrong. Possiamo dire, senza ombra di dubbio, che il trombettista di New Orleans, rientra a pieno titolo tra i geni della musica. Armstrong è uno di quei personaggi che hanno avuto la capacità di portare innovazioni fondamentali in un determinato sistema. Non parliamo solo del jazz. Infatti il musicista nacque e visse in un contesto sociale molto difficile, fatto di discriminazioni razziali e povertà. Ma nonostante questo ha dato una grossa lezione al mondo: la salvezza passa da una passione.
Chi è Louis Armstrong
Louis Armstrong è il padre del jazz, non ci sono dubbi. Soprannominato Satchmo e Pops, Armstrong da bambino e ragazzo visse tra mille difficoltà e stenti. La madre faceva la prostituita e loro, come tutti i neri d’America, subivano discriminazioni razziali ogni giorno. L’unica cosa che rendeva meno cupi quei giorni, è la passione per la musica nera, il ragtime, che condusse Louis a suonare la cornetta. Dopo le lezioni con il professor Davis, Armstrong riuscì a entrare nella banda della sua città. A 20 anni era già capace di leggere la musica e riusciva a sperimentare i primi assoli di tromba. Louis Armstrong aveva trovaato le chiavi per cambiare la sua vita.
Louis Armstrong a Sanremo
Nella sua carriera, Louis Armstrong in Italia venne a suonare durante tre tour: 1935,1949 e 1952. Durante quest’ultimo anno, Armstrong incise alcuni pezzi con i jazzisti italiani Nunzio Rotondo e Nini Rosso, prendendo parte ad un programma radiofonico intitolato “Varietà internazionale”, in onda dagli studi RAI di Firenze. Molto tempo dopo, la registrazione di quel programma, fu pubblicata con il titolo di “Satchmo Live in Florence ’52”.
Louis Armstrong partecipa al Festival di Sanremo del 1968, presentando il brano “Mi va di cantare”, in coppia con la cantante Lara Saint Paul. Apparve, poi, in un altro show dove si esibì con la canzone “Grassa e bella”, cantata ancora una volta in italiano. Esiste anche un singolo, sempre in italiano, intitolato “Dimmi, Dimmi”. Armstrong ironizzò spesso sulla sua scarsa padronanza della lingua italiana, così sulla copertina del disco venne stampata la scritta autografa «Scusatemi se la mia pronuncia non è perfetta, ma so che voi mi volete bene e che al vecchio Zio Satchmo perdonerete volentieri! Con tanto affetto».
Louis Armstrong, le canzoni più belle
Armstrong è tra i più famosi musicisti jazz di sempre. Ha raggiunto la fama come trombettista e poi divenne celebre anche per le sue interpretazioni. L’affermazione come cantante avvenne verso la fine della sua carriera e la sua personalità influì molto sull’evoluzione e le innovazioni che apportò alla musica jazz.
La vie en rose
Una versione della famosissima canzone scritta, interpretata e portata al successo da Édith Piaf. L’espressione “voir la vie en rose” prende il significato di essere ottimisti, senza preoccupazioni per il futuro, vivendo alla giornata. Nel testo si parla della fede nell’amore con la tipica ingenuità della Piaf. Il brano vanta centinaia di riproposizioni, quella di Louis Armstrong fu del 1950.
Cheek to cheek
Scritta da Irving Berlin per il film di Fred Astaire e Ginger Rogers “Cappello a Cilindro”. Il brano ricevette la nomination all’Oscar come migliore canzone nel 1936. L’interpretazione di Armstrong del 1956 è una di quelle più celebri insieme a Ella Fitzgerald.
Hello, Dolly!
Una canzone scritta per l’omonimo musical teatrale da Jerry Herman. Fu eseguita per la prima volta da Carol Channing nel 1964, a Broadway. Ma già nel dicembre del 1963 Armstrong incise Hello, Dolly! in versione jazz per promuovere lo spettacolo. Con questo singolo Armstrong scalò subito le classifiche scalzando persino i Beatles dal primo posto di Billboard. L’anno successivo vinse il Grammy Award come canzone dell’anno e come miglior performance vocale maschile. Nel 1969 Louis Armstrong eseguì il brano insieme a Barbra Streisand nel film omonimo.
We have all the time in the world
Questo brano è il tema del film di James Bond del 1969 “Agente 007 – Al servizio segreto di Sua Maestà”. La musica è stata composta da John Barry e i testi sono di Hal David. Al tempo Armstrong era troppo malato per suonare la sua tromba, fu sostituito da un altro musicista. La cover eseguita per beneficenza dal gruppo My bloody Valentine è diventata un successo mondiale. Molti altri musicisti si sono cimentati con questo capolavoro, tra tutti, segnaliamo Iggy Pop, i Fun Lovin’ Criminals ed i Tindersticks. La versione strumentale del tema è riapparsa nel film di James Bond del 2021 “No Time to Die”.
What a wonderful world
Chiudiamo con quella che senza dubbio è la canzone più famosa di Louis Armstrong: What a Wonderful World. Scritta da Bob Thiele, celebre produttore jazz, con lo pseudonimo George Douglas e George David Weiss. Armstrong interpretò What a wonderful world per la prima volta nel 1967 e ritrovò nuova popolarità dopo l’inserimento nella colonna sonora del film “Good Morning, Vietnam”, del 1988, di Barry Levinson con Robin Williams. Il brano, scritto appositamente per Armstrong, aveva l’intenzione d’invitare a essere ottimisti verso il futuro, esorcizzando il clima di tensione politica e sociale di quel periodo. Leggendo attentamente il testo, sembra scritto proprio in questi giorni. Tra le cover più celebri del pezzo, sono da citare quella di Diana Ross, Joey Ramone, Céline Dion e Nick Cave assieme a Shane MacGowan.
Alessandro Carugini
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