Oggi, ricorre il giorno della nascita di Marilyn Monroe: 1 giugno 1926. Veniva al mondo una delle leggende dello star system. Ad oggi, la fama e il mito dell’attrice continuano ad essere più presenti che mai.
Questo grazie all’icona di stile che è stata a partire dagli anni ‘50. Lo straordinario talento e le brillanti interpretazioni che ci ha regalato. Capelli biondo platino, rossetto rosso e abiti da sogno. La diva di Hollywood che ha conquistato il mondo, con le sue bluse in Jersey di seta, le stampe colorate e la passione per la moda italiana, tra cui lo stilista Emilio Pucci. Un volto angelico, una personalità carismatica, un mito la cui fama ancora oggi non accenna a dissiparsi. Chiunque ha presente, una delle celebri immagine che la ritraggono, i ritratti che molte volte troviamo come decoro nei bar, una vera e propria icona della moda e della bellezza. Nota e indimenticabile, la sua iconica scena, nella grata della metropolitana, con l’aria che viene su e le solleva il celebre abito bianco, mentre lei ride. Ma cosa c’era dietro quel sorriso? Dietro quella maschera di donna sexy, felice, appagata? Sicuramente si nascondevano, tanti dettagli e verità che avrebbero poi portato alla sua morte, avvenuta quel 4 agosto 1962.
Ma chi si nascondeva dietro il mito di Marilyn Monroe?
Norma Jeane Mortenson Baker Monroe, nasce a Los Angeles nel 1926. La madre, Gladys Pearl Baker cresce la piccola sola, senza padre, una figura che ancora oggi detta mistero. Secondo i dati riportati sarebbe Charleston Stanley Gifford, un collega della madre. Infatti la donna, prima sposata con Jap Baker da cui ha due figli, divorzia, sposandosi con un’altro uomo da cui poi nel certificato di nascita, Gladys assegnerà il cognome alla piccola Norma Jeane. La madre da sempre sognava un lavoro nel mondo dello spettacolo, ma ottenne solo un lavoretto in una azienda di film, la stessa dove conobbe il padre di Marilyn. Assemblava le pellicole dei film di quei tempi, un lavoro che pagava una miseria, e Gladys oltre ad essere una madre single, posizione all’epoca mal vista, non riusciva a mantere sè stessa figuriamoci la piccola Marilyn.
La pressione psicologica ed economica non aiutò la situazione di Glayds. Anzi ne favoriva il suo degrado. Tanto che la donna per farsi ricoverare in ospedale per partorire, dovette chiedere ai colleghi una colletta. Inoltre soffriva di schizofrenia paranoide, un grave problema mentale che porta ad avere deliri e allucinazioni. Tutto questo, convinse la madre a dare in affidamento Norma Jeane. Da qui inizia l’infanzia tormentata di Marilyn Monroe. Dalle varie famiglie affidatarie agli orfanotrofi. Le molestie subite da piccola e la costante mancanza di amore. Un punto di non ritorno che segnerà per sempre emotivamente la piccola Marilyn.
L’ inizio di una carriera da sogno e la nascita dello pseudonimo di Marilyn Monroe
Il tentativo di diventare attrice, i primi contratti e il passaggio da Norma Jeane alla diva più grande di tutti i tempi. Lo pseudonimo Marilyn Monroe gli fu consigliato dal regista Ben Lyon, suggerendole inizialmente di utilizzare come nome d’arte “Carole Lind”, ispirandosi a Carole Lombard e Jenny Lind; i due decisero di utilizzare il nome da nubile di sua madre, “Monroe”, accantonando l’idea di usare “Carole Lind” come nome e scegliendo dunque “Jeane Monroe”. Lyon poi suggerì di usare “Marilyn”, pensando a Marilyn Miller, apprezzando il suono sensuale e la doppia “M”.
Inserita dall’American Film Institute al sesto posto nella lista delle più grandi star femminili di tutti i tempi e tra le 100 donne più attraenti di sempre. Secondo Marlene Dietrich, la prima vera sex symbol. Negli anni e nei decenni successivi alla sua morte, la Monroe è stata spesso citata come vera e propria icona della cultura pop. Una leggenda tra cinema e modelli cult. Il sogno di ogni uomo. Una bellezza fuori dal comune, una fama senza eguali, ma cosa si nascondeva dietro tutto questo?
Blonde, il viaggio di solo andata verso l’inferno di Marilyn Monroe
Molti sono i film, i documenti che raccontano la vita di questa grande icona. In positivo e in negativo. Tante le menzogne quante le cose vere. Recentemente a far riemergere la figura di Marilyn e la visione tumultuosa della sua vita privata è “Blonde”, un film prodotto da Brad Pitt e diretto da Andrew Dominik. Protagonista Ana de Armas che incarna i panni della stella di Hollywood.
Una descrizione schietta, quasi “cattiva” ma assolutamente autentica di come Marilyn abbia pagato il prezzo della fama. Dai buchi nell’acqua della sua vita amorosa alle cospirazioni e alla depressione che hanno fatto da frangenti alla sua morte. Un mistero ancora oggi celato, tante le teorie e le speculazioni intorno a una delle morti più arcane di sempre.
Marilyn e il mistero della sua morte, le cospirazioni e le teorie
Dalla teoria degli alieni a quella del suicidio volontariato. Ancora oggi la morte della diva, suscita mistero. Un’enigma ancora irrisolto che porta con sè l’eterna sofferenza di Marilyn Monroe.
Una delle ipotesi più concrete e reali, è quella di un malore dovuto alla quantità ingerita di pentobarbital, una dose letale, 47 pasticche prese insieme a una dose sconosciuta di idrato di cloralio. Il giorno del decesso l’attrice venne trovata nel letto della sua abitazione al 12305 di Fifth Helena Drive, dove viveva con la sua governante. All’apparenza sembrerebbe un suicidio, ma sono tanti i dettagli che si nascondono dietro questa morte.
Marilyn e i fratelli Kennedy
Poco prima, del suo decesso, Marilyn aveva più volte tentato invano di chiamare il suo ultimo amante, nonché Robert Kennedy. Nei giorni antecedenti invece, aveva incontrato diverse persone, tra cui Marlon Brando che dichiarò di avere una cena in programma e che tutto sembrava meno che una persona che fosse in uno stato depressivo. Dall’ accesa discussione con Kennedy alla varie telefonate con dei giornalisti raccontando del progetto che riguardava l’area 51 e il collegamento con gli ufo, ed accennando ai piani del presidente Kennedy nei confronti di Cuba. Questo alimentò tante teorie, ma un ulteriore dettaglio aumentò il mistero. Scomparve infatti il taccuino rosso dove la diva scriveva le informazioni, poiché affermò più volte di avere scarsa memoria.
Marilyn fu ritrovata dalla governante che non confermò di non essersi accorta di nulla. Il corpo supino con il busto poggiato sulla porta della camera da letto. La scena del crimine è talmente inquinata che nelle foto passate alla storia, Marilyn si trova addirittura a letto. Una teoria, sostiene infatti, che il corpo prima di essere consegnato alle autorità, sia scomparso per più di un’ora. Abusato e necrofilizzato. Ovviamente sono supposizioni, che non hanno alcun basamento di credibilità.
Le teorie sono molte, il suicidio causato dalla despessione. La menzogna della “falsa iniezione”, fatta dal medico arrivato sul posto per rianimarla. In realtà l’attrice non ricevette nessuna forma di soccorso , quindi non rimane altro che la teoria dell’omicidio. Chi sostiene tale ipotesi, parla di mandanti più disparati. I Kennedy, la mafia, o addirittura la CIA. L’attrice sapeva troppo e quindi è stata tolta di mezzo. Tutte queste idee, nascono dalla vita molto particolare della diva, dalla presunta relazione con i fratelli Kennedy e i vari contatti all’interno della massoneria americana.
Marilyn Monroe il mito, che portò con sè il mistero della sua morte
Dopo quasi sessanta anni, il mistero più enigmatico di sempre non è stato risolto. Tra supposizioni e false teorie, il mito di Marilyn porterà con sè il mistero dietro la sua morte.
Oggi, nasceva una delle icone pop più amate di tutti tempi. Una figura che oltre la bellezza e il talento smisurato, porta il peso della fama e il mistero ancora oggi irrisolto. PierPaolo Pasolini, realizzò un docu-film intitolato “La rabbia”, all’interno del quale è inclusa anche Marilyn, poesia dedicata appunto a Marilyn Monroe, che morì appena qualche mese prima. Ad accumunare i due, proprio la morte, due circostanze avvolte nel mistero, apparentemente legati tra di loro, dalla fama e il continuo legame con la politica. Un suicidio e un omicidio, una star di Hollywood e uno degli artisti più talentuosi del ‘900 italiano. Due destini che si uniscono. Due anime avvolte per sempre nel mistero.
Del mondo antico e del mondo futuro era rimasta solo la bellezza, e tu, povera sorellina minore, quella che corre dietro i fratelli più grandi, e ride e piange con loro, per imitarli,
tu sorellina più piccola, quella bellezza l’avevi addosso umilmente, e la tua anima di figlia di piccola gente, non ha mai saputo di averla, perché altrimenti non sarebbe stata bellezza.
Il mondo te l’ha insegnata, Così la tua bellezza divenne sua.
Del pauroso mondo antico e del pauroso mondo futuro era rimasta sola la bellezza, e tu te la sei portata dietro come un sorriso obbediente.
L’obbedienza richiede troppe lacrime inghiottite, il darsi agli altri, troppi allegri sguardi che chiedono la loro pietà! Così ti sei portata via la tua bellezza. Sparì come un pulviscolo d’oro.
Dello stupido mondo antico e del feroce mondo futuro era rimasta una bellezza che non si vergognava di alludere ai piccoli seni di sorellina, al piccolo ventre così facilmente nudo.
E per questo era bellezza, la stessa che hanno le dolci ragazze del tuo mondo… le figlie dei commercianti vincitrici ai concorsi a Miami o a Londra. Sparì come una colombella d’oro.
Il mondo te l’ha insegnata, e così la tua bellezza non fu più bellezza.
Ma tu continuavi a essere bambina, sciocca come l’antichità, crudele come il futuro, e fra te e la tua bellezza posseduta dal Potere
si mise tutta la stupidità e la crudeltà del presente. La portavi sempre dietro come un sorriso tra le lacrime, impudica per passività, indecente per obbedienza. Sparì come una bianca colomba d’oro.
La tua bellezza sopravvissuta dal mondo antico,
richiesta dal mondo futuro, posseduta dal mondo presente, divenne un male mortale.
Ora i fratelli maggiori, finalmente, si voltano, smettono per un momento i loro maledetti giochi, escono dalla loro inesorabile distrazione,
e si chiedono: «È possibile che Marilyn, la piccola Marilyn, ci abbia indicato la strada?» Ora sei tu, quella che non conta nulla, poverina, col suo sorriso, sei tu la prima oltre le porte del mondo abbandonato al suo destino di morte.”
-“Marilyn” di Pierpaolo Pasolini
Irene Marri
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