Mark Twain: il primo vero scrittore americano

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Di Martina Puzone

Samuel Langhorne Clemens, in arte Mark Twain, è stato considerato il primo vero scrittore americano grazie al contributo apportato nella letteratura statunitense. Nato in Missouri nel 1835, è stato uno scrittore, aforista, docente e uno dei massimi umoristi del periodo. I suoi capolavori come Le avventure di Tom Sawyer, Le avventure di Huckleberry Finn, gli permettono di raggiungere un livello di scrittura mai visto negli Stati Uniti.

Mark Twain: cenni sulla sua vita

Penultimo di sette fratelli, nel 1839 Samuel e la sua famiglia si trasferiscono ad Hannibal, sul fiume Mississippi, suo padre lavorava come giudice e avvocato. All’età di 11 anni, suo padre morì e lui abbandona gli studi per fare l’apprendista in una stamperia. Successivamente diventa un soldato, pilota di battelli (proprio in questi periodo coniò lo pseudonimo Mark Twain, espressione che indica la profondità del fiume) e cercatore d’argento, in seguito diventa giornalista scrivendo per il Morning Call di San Francisco.

A 18 anni abbandona Hannibal, trasferendosi per motivi lavorativi a New York, Cincinnati, St.Louis, Filadelfia. Conclusasi la Guerra Civile americana, viaggia per formarsi in campo letterario. Infatti decise di dedicarsi completamente alla carriera di scrittore, giornalista e reporter.

La riflessione di Twain

Le sue opere principali si ispirano al modello picaresco, rivelano una forte critica nei confronti del suo paese seppur velata dall’umorismo, fornisce un’accurata descrizione dei luoghi comuni dell’America di quel periodo. Mette in luce una violenta sfiducia nei confronti di un’umanità ipocrita e opportunista. Dopo la morte della moglie, sprofonda in uno stato di crisi che aggrava il senso di pessimismo insito nel suo animo. Diventa un osservatore acuto della falsità umana, fa un’aspra critica nei confronti della religione e dell’avidità imperialista americana.

Nonostante abbia ricevuto numerose onorificenze come la Laurea ad honorem in Lettere all’università di Oxford, non permettono allo scrittore un cambiamento del proprio pessimismo nei confronti della specie umana, considerata una senza possibilità di redenzione.

La satira e la denuncia sociale

L’identità e il pensiero dello scrittore raggiungono il loro stato ideale nell’utilizzo della satira, attraverso la quale denuncia le ingiustizie della società. Il suo stile è innovativo per numerosi motivi: è fluido, scorrevole, piacevole, avventuroso e realistico al tempo stesso, si avvaleva del linguaggio e delle espressioni della gente che lo circondava. Molte delle sue opere sono andate perse, soprattutto quelle incentrate su tematiche che gli hanno procurato delle censure. Ha scritto racconti, romanzi e articoli.

Le avventure di Tom Sawyer

Nel 1876 pubblica Le avventure di Tom Sawyer, la prima di quattro opere che sono state strutturate come fossero l’una il seguito dell’altra. Considerato principalmente come un racconto per ragazzi, questo capolavoro è amato anche dagli adulti. Racconto le avventure del protagonista negli anni precedenti la Guerra di Secessione americana, la storia rimanda agli eventi dell’infanzia dello scrittore e riflette la sua riflessione morale sugli ideali di uguaglianza a di antimperialismo. Per i personaggi si è ispirato a persone che ha conosciuto realmente e a dei luoghi che ha amato.

I protagonisti sono Tom e Huck Finn, i quali si intrufolano di nascosto nel cimitero della loro città e assistono all’uccisione del medico di paese. L’assassino si mette sulle tracce di Tom per voler eliminare il testimone del suo atto e le avventure del protagonista hanno inizio qui, quando cerca di non farsi catturare.

Le avventure di Huckleberry Finn

Questo racconto viene pubblicato nel 1884 e vede come protagonista lo stesso Huck del racconto su Tom Sawyer. Huck è orfano, un ragazzino ribelle che non segue le regole. Un giorno decide di evadere dalla società che lo sta soffocando, parte su di una zattera insieme a Jim, uno schiavo di colore, dando inizio ad un susseguirsi di avventure. Il loro viaggio si trasforma in un’epopea attraverso l’America di metà Ottocento, navigano a lungo sul Mississippi e, alla fine, riesce a ricongiungersi con Tom.

Questo racconto fa emergere le contraddizioni di un Paese che era prossimo alla Guerra civile, oltre ad essere un romanzo d’avventura riflette anche una denuncia: Twain vuole dire agli americani che essere timorati di Dio e poi essere pronti ad impiccare un uomo, è una constraddizione.

Un americano alla corte di re Artù

Nel 1889 Mark Twain pubblica questo romanzo fantastico, il primo nella storia della letteratura americana a trattare dei viaggi nel tempo. Racconta la storia di Hank Morgan, nato ad Hartford, nel Connecticut, che si trova catapultato improvvisamente a Camelot sotto il regno di re Artù. Venuto dal futuro, possiede delle conoscenze che per le persone del tempo sono inspiegabili, infatti viene considerato un mago. Il protagonista non prova soggezione al cospetto delle dame e dei cavalieri, per lui sono cialtroni pieni di pregiudizi che farebbero qualsiasi cosa per governare.

Lo yankee riesce a farsi spazio nella società del Medioevo, riesce a spodestare Merlino dal ruolo di mago e ne prende il posto. Un racconto divertente e irriverente, uno dei libri dello scrittore più amati, sia da ragazzi che da adulti.

Martina Puzone

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