Spagna contro gli stereotipi di genere: giocattoli più inclusivi

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Di Giorgia Bonamoneta

I giocattoli non hanno genere. Almeno in Spagna da quando è stato ufficialmente messo al bando lo stereotipo di genere all’interno delle pubblicità per i più piccoli. L’hashtag della campagna è #ilgiocononhagenere e vede dei giocattoli chiedere il diritto a giocare con il 100% dei bambini, non più con il 50%. La campagna è stata promossa con uno spot per lanciare il messaggio “Basta agli stereotipi di genere”. 

Cosa cambierà nell’atto pratico in Spagna? I giocattoli non saranno più associati alle bambine attraverso il colore rosa e ai bambini attraverso il colore blu, ma non solo. Anche la pubblicità non dovrà rimarcare stereotipi di genere e promuovere il gioco libero dagli stereotipi di genere.

La notizia ha superato i confini nazionali ed è giunta anche in Italia ottenendo applausi e critiche. Per esempio ProVita & Famiglia ha rimarcato gli stereotipi di genere sottolineando come “i due sessi hanno predisposizioni e attitudini naturali“. Queste differenze, che li portano a prediligere alcuni giocattoli piuttosto che altri, non dovrebbero essere eliminate “a forza”.

L’affermazione appare piuttosto ambigua, così come il concetto di “inclinazione naturale”. La critica alla presunta teoria gender mossa da gruppi simili passa proprio per l’idea di dover proteggere bambini e bambine da una qualche manipolazione. Ma siamo davvero sicuri che giocattoli rosa e blu, divisi per maschi e femmine, non siano a loro volta una manipolazione? Tentiamo una risposta.

Stereotipi di genere nei giochi - photo credits: Giorgia Bonamoneta
Stereotipi di genere nei giochi – photo credits: Giorgia Bonamoneta

Addio agli stereotipi di genere nei giocattoli: il passo della Spagna

In Spagna il primo passo verso l’abbandono degli stereotipi di genere è stato fatto. La campagna “Il gioco non ha genere” è accompagnata da uno spot che vede protagonisti i giocattoli stessi.

“Il gioco non ha genere” – crediti: Ministerio de Consumo (Youtube)

In questo gli giocattoli dicono che non vogliono più giocare solo con il 50% dei bambini, ma con tutti. Lo spot, voluto dal governo, racconta in maniera semplice quella che è un’operazione invece piuttosto complessa. Infatti la campagna “Il gioco non ha genere” prevede non soltanto l’eliminazione dell’associazione istantanea tra colore rosa e bambine e colore azzurro e bambini, ma ci sono anche diverse indicazioni per gli spot pubblicitari. Infatti la Spagna ha deciso di non sessualizzare più le immagini per i minori, di non associare più alle bambine i giochi per il lavoro domestico e di bellezza e ai bambini quelli con attività militari, automobilistiche o con gli attrezzi da lavoro. 

Infine è stato consigliato alle aziende di produrre spot che includono bambini di altre etnie e bambini disabili. Uno spot che non racchiuda le nuove linee guida potrebbe essere cestinato in seguito alla visione da parte di una commissione che regola le pubblicità.

I giochi (non) hanno un genere: la risposta di ProVita & Famiglia

L’immagine del gioco come neutro, libero dagli stereotipi di genere è vista da alcuni come la volontà di eliminare ogni differenza sessuale e negare così la realtà biologica. La Spagna non è nuova a tentativi di educazione contro gli stereotipi di genere e già nel lontano 2015 aveva promosso una campagna per limitare gli stereotipi all’interno dei cataloghi di giochi per bambini. In quell’occasione Pro Vita & Famiglia commentò la notizia parlando di deviazione alle “inclinazioni naturali date dalle differenze di sesso dei bambini“.

Secondo l’associazione infatti differenziare i giocattoli da maschi e da femmine ha senso perché questi si basano sul fatto che i due sessi hanno predisposizioni e attitudini differenti. Ma se si parla di giochi di genere (da maschi o da femmine) questi sono già sottoposti a influenze. Per esempio si crede che le bambine preferiscano giochi calmi, di cura e di servizio, mentre i bambini giochi di movimento o attività che possano mettere alla prove le loro abilità. Le parole sono quelle di Pro Vita & Famiglia e rimarcano chiaramente la funzione dell’uomo e quello della donna nella società adulta, così come il ruolo di genere a loro affibbiato. 

Bambini e bambine sono influenzati sì, ma dagli stereotipi di genere

Si sta costringendo una generazione a negare le proprie inclinazioni? No, anzi si sta loro concedendo la possibilità di scegliere. I genitori, anche attraverso la scelta di un gioco, possono influenzare i comportamenti dei figli. Spesso anche un oggetto può essere fonte di imitazione e quindi anche di identificazione.

Ancora prima che il bambino emerga dal corpo del genitore si è scelto per lui o lei il colore del corredo e i primi giochi. L’identità di genere del bambino è così decisa non dal bambino, ma da chi ha il potere di influenzarlo. Questo un passo essenziale nell’influenza di genere del bambino o alla bambina. Negli anni successivi continua in maniera più o meno consapevole l’eliminazione di tutto ciò che può rendere simili un maschio e una femmina e si esalta invece tutto ciò che li rende differenti.

Giocattoli giusti o sbagliati: il gioco e l’influenza sul genere

I bambini e le bambine giocano, ma è il modo in cui giocano a mostrare le prime differenze tra maschi e femmine. Questa differenziazione è attuata dagli adulti che fanno riflettere nei bambini le preferenze per un gioco o per un altro. Una barca, un’automobile o un camioncino raramente vengono regalati a una bambina, così come bamboline, trucchi e cagnolini non vengono regalati ai maschi. Al contrario, quando viene lasciata libertà di scelta nei giocattoli, maschi e femmine dimostrato preferenze non riconducibili al “sesso biologico”. Anzi, è stato dimostrato che in tenera età maschi e femmine prediligono giochi di cura per la casa, perché imitano i comportamenti che vedono intorno a loro, come il lavoro domestico.

Nei giochi dei bambini e nell’uso che si fanno dei giocattoli è più evidente che mai la riproduzione della realtà sociale in cui vivono“, scrive Elena Gianini Belotti in Dalla parte delle bambine. Infatti con il tempo quei giochi vengono definiti giusti o sbagliati a seconda del genere. Così si produce un condizionamento, che può portare a una normalizzazione come naturali delle presunte differenze comportamentali tra uomini e donne.

L’addio agli stereotipi di genere passa attraverso i giochi

È davvero essenziale che la personalità sociale di ogni individuo si evolva in modo da corrispondere al suo sesso biologico, cioè avere abitudini da ragazzo o da ragazza? Per la società sì, perché si prepara il futuro adulto a comportamenti normalizzati, binari e che ripetono un determinato modello. Per questo i ragazzi sono spinti a stare fuori casa e fare giochi avventurosi, mentre alle ragazze vengono regalati giochi che spingono a rimanere in casa e che preparano alla vita domestica. Da una parte la valorizzazione del concetto di coraggio e avventura, dall’altra quella della bellezza e della cura. Stereotipi che si ripetono anche nella letteratura infantile, come nelle storie classiche della Disney.

Oggi tutto questo si sta frantumando sotto la realtà della lotta agli stereotipi. È sempre più comune cercare di valorizzare la creatività e l’indipendenza dei bambini e delle bambine, senza influenzare i loro comportamenti futuri. Dopotutto la lotta agli stereotipi passa anche attraverso un gioco senza genere.

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Articolo di Giorgia Bonamoneta.