Stasera in tv: “Morgan”, thriller di fantascienza con Anya Taylor-Joy

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Di Redazione Metropolitan

Stasera in tv: Morgan, thriller fantascientifico firmato da Luke Scott, figlio del grande Ridley. Sulle orme del padre e dell’indimenticabile cult Blade Runner (1982), il film è incentrato sulla creazione di super-esseri umani, la cui componente biologica è dinamizzata da una tecnologia capace di incrementare capacità di sviluppo fisiche ed intellettuali. Resta certo la questione dell’empatia, e del diritto di esistenza di creature sviluppate come macchine, in laboratorio. La regia di Scott suggerisce i temi del rispecchiamento tra uomo e replicanti, nonché della sopravvivenza delle specie, includendo l’immaginario naturalistico in belle sequenze di paesaggi forestali. Le premesse della sceneggiatura, interessante nel morboso attaccamento dei fieri scienziati alla loro “creatura”, cadono in una secondo metà di pellicola interamente appiattita sull’azione pura e dura; in cui una promettente e quanto mai in forma Anya Taylor-Joy conduce lo spettatore ad un forse prevedibile twist finale.

Lee Weathers (Kate Mara) è una consulente di gestione del rischio che deve valutare le prestazioni di un prodotto della compagnia per cui lavora. Tale prodotto è Morgan (Anya Taylor-Joy), un essere umano creato in laboratorio, il cui sviluppo è rafforzato da una tecnologia dai risultati prodigiosi in termini di sviluppo fisico ed intellettuale. A soli 5 anni, ella è un’adolescente intelligente, sensibile all’arte e alla natura. La sua condotta è messa in discussione, in seguito alla sua aggressione nei confronti di una scienziata. Violenza che viene sminuita dagli altri autori del “progetto”, i quali sono attaccati alla loro creatura come se fosse una figlia. Essi la proteggono, isolandola, in modo che “incidenti” non si possano più ripetere. L’arrivo del Dr. Alan Shapiro (Paul Giamatti) si rivela rischioso, poiché egli intende testare l’intelligenza emotiva di Morgan e provocarla, per avere una visione realistica dei rischi che ella comporta.

Stasera in tv: “Morgan” un thriller dalle premesse antropologiche

La creazione di replicanti implica il conseguente questionamento sulla loro umanità: sono le capacità fisiche ed intellettuali potenziate, o semplicemente la mancata esperienza di origine in un feto materno, responsabili di una mancanza di “sensibilità” o empatia comparabili agli standard umani? Ed è giusto, solo per questo motivo, arrogarsi il potere di dettare la morte di questi esseri, provvisti di emozioni che sono solo leggermente differenti rispetto alle nostre (come mele ed arance, per riprendere il dialogo del film). Il pensiero va all’epocale Blade Runner, che è quasi citato nella scena in cui il Dr Shapiro decide di sottoporre Morgan ad uno stress emotivo, per stimolarne “l’esplosione”. Là dove il film Morgan, nemmeno nel twist finale, aggiunge niente di sorprendente nell’esplorazione del tema dei replicanti, esso lo compensa tuttavia nel ritratto degli scienziati, orgogliosi fautori del progetto.

Esplorando l’ambiente lavorativo del gruppo di studiosi, la fredda Lee Weather si trova di fronte ad un clima non esattamente professionale. Il gruppo di esperti convive isolato in mezzo ad una foresta. La nascita della loro creatura ha catalizzato una serie di dinamiche interpersonali ed affettive. Essi l’hanno cresciuta come una figlia, i cui eccezionali exploit sono fonte di orgoglio quasi più genitoriale che scientifico. La nascita della bambina ha favorito la creazione di una coppia all’interno del gruppo. Tutti gli altri studiosi si sono cercati una connessione speciale con lei, trovando il loro posto in questa straordinaria “famiglia”. Gli scienziati si sono innamorati della loro materia ed hanno perso l’atteggiamento neutrale ed obiettivo che è loro, per professione, richiesto. La loro emotività ed umanità, tradotti nell’atavico istinto genitoriale, è l’elemento irrazionale e sbagliato che fa esplodere il sistema.

Stasera in tv "Morgan"- Photo Credits: themoviemylife.com
Stasera in tv “Morgan”- Photo Credits: themoviemylife.com

Morgan, rispecchiamento e competizione della specie

L’umanità di Morgan, veicolata dall’espressività di una giovanissima e straordinaria Anya Taylor-Joy, è inoltre sostenuta da un’assimilazione comportamentale ad una normale adolescente. Ella è ipersensibile, ama isolarsi nella purezza della natura e della musica, si sente incompresa e subisce repentini cambiamenti d’umore. Morgan è una teenager sopraffatta dalle proprie emozioni, che nasconde attraverso “l’immancabile” cappuccio; la sua aggressione alla scienziata può quindi essere considerata giusto una manifestazione “potenziata” di una rabbia tipica della sua età emotiva. La regia sottolinea la comparazione tra la ragazza ed autentici esseri umani, attraverso il motivo dello specchio.

Morgan è infatti isolata in una camera-laboratorio circondata, in seguito all’incidente, da un vetro protettivo. Scott filma lei e gli adulti comunicare di profilo, mentre i riflessi dell’immagine dell’uno si proiettano e sovrappongono all’altro, in una fusione. D’altro canto, Morgan rappresenta una razza superiore, capace di sopraffare l’umanità. Il tema della sopravvivenza della specie è echeggiato dalla straordinaria ambientazione naturalistica. Ricorrono il leitmotiv del fiore ed un paesaggio forestale composto da alberi capaci di vivere centinaia di anni.

Stasera in tv: una promettente regina degli scacchi

L’eleganza dello scenario naturalistico impreziosisce un film caratterizzato anche da una certa suspence, messa in moto da un personaggio in perenne pericolo di esplosione. Pregi sacrificati da una sceneggiatura che si lascia andare, affidandosi alla pura azione ed a un finale abbastanza prevedibile.

Una pellicola altrimenti promettente e ben recitata. Una delle prime prove della straordinaria “regina degli scacchiAnya Taylor-Joy, appena ventenne, e alla propria seconda prova, dopo il debutto nello straordinario The Wicth di Robert Eggers. Stasera in tv: Morgan, alle 21.20 su Rai 4.

Sara Livrieri

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