Con l’avvicinarsi della Giornata della Memoria, che si terrà il 27 Gennaio, Tv2000 ci regala “Swing Kids – Giovani Ribelli”, in programmazione stasera alle 21,10. La pellicola racconta i movimenti culturali di ribellione contro il regime nazista nella Germania degli anni ’30. Il film del ’93 di Thomas Carter ha come protagonisti un 19enne Christian Bale, affiancato da Robert Sean Leonard e Frank Whaley.

Carter ci restituisce una realtà sepolta dai libri di storia, quella degli swing kids. Si tratta di adolescenti cresciuti durante la Seconda Guerra Mondiale che portavano capelli lunghi e amavano ascoltare e ballare la musica swing proveniente dagli Stati Uniti. Musica che era stata dichiarata illegale perché accostata ad un modo di pensare che al regime non piaceva, e perché la politica hitleriana imponeva l’idea di nazionalismo anche nella scelta dei brani da ascoltare. Infatti in Germania ai tempi era legale ascoltare soltanto pezzi tedeschi. E così, la vita di questi giovani ribelli si svolgeva illegalmente in locali notturni.

Trailer di “Swing kids – Giovani ribelli”

La trama di “Swing Kids”

Il film è ambientato ad Amburgo verso la fine degli anni ’30. Il giovane Peter Müller (Robert Sean Leonard) e i suoi amici Thomas (Christian Bale) e Arvid (Frank Whaley) si recano ogni sera al Caffè Bismarck, luogo di ritrovo per i giovani ribelli, dove ballano e suonano musica swing. I tre provengono da contesti molto diversi. Peter ha perso il padre, morto per aver aiutato dei colleghi ebrei, e per questo la madre ha comportamenti filo-nazisti. Thomas è figlio di un ricco imprenditore anti-hitleriano, e Arvid è un chitarrista zoppo che nella vita ha solo la sua musica swing.

Peter e Thomas sono costretti ad entrare nella Gioventù Hitleriana loro malgrado dopo aver tentato di rubare una radio. Thomas, pian piano, si fa influenzare dalle idee del Führer, mentre Peter non lascia che ciò accada. In tutto ciò, Arvid, è l’unico che resta fedele al suo credo, senza cedere mai e, anzi, opponendosi all’ideologia nazista. Il gruppo pian piano si perderà.

Pregi e difetti del film

Non si tratta sicuramente della più grande pellicola di Carter che, bisogna ricordarlo, con questo film firma la sua opera prima. Risulta un po’ didascalica la continua ripetizione del tema, che viene non solo mostrato, ma anche affermato più volte a parole dai protagonisti. Ad esempio, quando Arvid si rifiuta di suonare un pezzo per un nazista, dice davanti al suo pubblico esterrefatto “Ogni volta che collabori con loro e fai qualcosa per loro, tu collabori al razzismo. Il regista, inoltre, butta via molto spesso alcuni momenti emotivi con un montaggio troppo rapido, che toglie enfasi al momento. Ma prima che in regia, è la costruzione della sceneggiatura che sembra saltare sempre qualche scalino fondamentale nella salita che porta al climax. E a nulla basta il riferimento pittorico buttato lì in quella che dovrebbe essere la scena madre di Arvid.

Un frame da "Swing Kids - Giovani Ribelli" - Photo Credits: We Live Entertainment
Un frame da “Swing Kids – Giovani Ribelli” – Photo Credits: We Live Entertainment

Tuttavia, nonostante i difetti, il film riesce a trascinare lo spettatore in questo clima rivoluzionario. I protagonisti, provando ad essere Giovani Hitleriani di giorno e swing kids di notte, non si rendono conto di essere comunque complici del nazismo. Arvid, invece, essendo storpio e anti-nazista, ha solo la sua musica nella sua vita, e non può che essere un rivoluzionario in pieno, cosa che gli amici inizialmente non capiscono. E questa sembra un po’ la solita storia per cui solo le minoranze difendono i loro diritti. Probabilmente questo succede perché coloro che appartengono alle minoranze sono gli unici che non hanno mai una scelta, in quanto esclusi a priori dalla società, mentre gli altri che la hanno vengono tentati dall’opzione più semplice.

Grande pregio del film sono le scene di danza. Bellissime le coreografie, che hanno vinto anche un premio agli American Choreography Awards nel ’94. Christian Bale e Robert Sean Leonard hanno offerto una grande prova come ballerini, valorizzata dalla regia frenetica di Carter. Nelle scene al Caffè Bismarck il regista statunitense, infatti, alterna rapidamente inquadrature di vari angoli della pista da ballo, inserendo rapidi carrelli che portano lo spettatore in pista al fianco dei protagonisti, che si muovono caoticamente nei loro vestiti inglesi e con i loro capelli lunghi. Robert Sean Leonard, nel suo ultimo ballo, che sembra quasi il canto del cigno, ha dato vita ad uno dei momenti migliori del film.

In contrapposizione alle scene di danza, ci sono quelle in cui i due protagonisti venivano istruiti dalla Gioventù Hitleriana. Qui la regia prende ritmi diversi, a sottolineare la noia di quella realtà stantia. Quando “educano” i giovani o fanno propaganda, i nazisti sembrano tutti uguali, a volte anche ridicoli. Il regista ci mostra dei video di propaganda contro gli ebrei reali, e ci fa capire come manipolare l’informazione possa essere pericoloso. Infatti, un video che ci sembra oggi ridicolo, ai tempi era riuscito ad entrare nella testa di chi aveva solo quegli strumenti per informarsi.

La musica come rivoluzione: un film non perfetto ma importante

Il film di Carter non sarà perfetto, ma è un bel manifesto che racconta l’aria di rivoluzione dello swing nella Germania nazista. La musica, infatti, è il mezzo migliore per narrare un periodo storico. Lo scontro tra la novità e la stantia musica classica legata al passato nel film è evidente. Ma c’è molto di più, perché lo swing non è solo musica, ma anche cultura, anche politica. Lo swing è anche come ti vesti, come tagli i capelli, come la pensi sulla realtà socio-politica. Un po’ quello che è stato più recentemente l’hip hop nato nel South Bronx. La musica per quei ragazzi non era solo uno strumento di ribellione, era un modo di vivere.

Paola Maria D’Agnone

Seguici su MMI e Metropolitan Cinema.