In 75 anni di storia della Repubblica Italiana, si sono succeduti 12 presidenti. Passando da Enrico De Nicola fino a Mattarella, non è mai stata eletta una donna al Quirinale. Ora spuntano vari nomi che potrebbero essere decisivi per la prima scesa al Colle di una donna.
“… Oppure una donna come presidente”
L’elezione del prossimo Presidente della Repubblica è sempre più vicina, attesa per gennaio 2022, sta continuando ad essere uno degli argomenti principali di salotti televisivi e giornali.
Nel corso dei mesi sono state fatte varie ipotesi sui candidati; un secondo mandato di Mattarella, l’attuale Presidente del Consiglio Draghi, Silvio Berlusconi, ed altri che invece se ne tirano fuori completamente.
Quello che si sente dire spesso è “Potrebbe essere Berlusconi? oppure Prodi? oppure una donna?“.
Le si concede una denominazione generica, come se la scelta possa essere fatta solo sul genere piuttosto che sulle proprie capacità.
È vero che la politica in Italia segue una narrativa prevalentemente maschile, ma c’è anche da dire che esistono donne che possiedono la storia e le capacità adatte per poter svolgere il ruolo di Capo dello Stato.
I nomi in lizza non sono pochi.
Tra i primi nomi compare quello della senatrice Emma Bonino, che avrebbe un curriculum ideale per il Quirinale. La donna è stata una delle figure di spicco del radicalismo liberale italiano, e proprio riguardo alla possibilità di una donna come Presidente disse:
“Tra i capi di Stato dell’Unione europea, a parte la Merkel, con le sue giacche colorate, vedo solo uomini, e siamo nel 2021”.
La Bonino è l’unica che è andata veramente vicino ad aggiudicarsi questo primato.
Infatti, nel 1999 partì la campagna “Emma for President”, durante la quale un sondaggio della Swg rivelava che 31% degli italiani avrebbe voluto lei al Quirinale. Alla fine questo non bastò, e nel 2015, anno della presidenza di Mattarella, al primo scrutinio prese 25 voti.
Per lei però il Quirinale sembrerebbe essere un capitolo chiuso, dichiarando apertamente “Nella vita e nella politica c’è un tempo per ogni cosa. […] Trent’anni fa mi ero esposta.”
“Le donne competenti ci sono e non dico donna perché è donna, ma va bene una donna competente. E ce ne sono.”
Un’altro nome fatto è quello della Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, prima donna a ricoprire la seconda carica già importante dello Stato. Giurista, avvocato con una doppia laurea, fa parte di “Forza Italia”, e si è mostrata sempre molto fedele a Berlusconi, difendendolo apertamente in varie occasioni.
Non godrebbe però di particolari simpatie per poter avere i numeri necessari al voto.
Tra i nomi più apprezzati dagli italiani troviamo quello di Liliana Segre, la senatrice a vita, scampata ai lager nazisti da bambina, avrebbe già declinato la candidatura, dichiarando di non aver l’età giusta per assumere questo ruolo.
Si prosegue con Marta Cartabia, attuale ministro della Giustizia. Il suo sembrerebbe in assoluto uno dei più “papabili”. Prima Presidente donna della Corte Costituzionale, culturalmente vicina a Comunione e Liberazione, non è stata mai protagonista di polemiche o scandali, ma anzi ha sempre voluto tirarsi fuori da qualsiasi baraonda politica, e da più parti viene definita super partes.
Alla corsa verso la presidenza sembra esserci anche la fisica italiana Fabiola Gianotti, la prima donna alla guida del Cern di Ginevra. È stata il primo direttore scientifico del laboratorio europeo di fisica delle particelle a essere confermato per due mandati quinquennali, e nel 2012 ha toccato l’apice della sua carriera con la scoperta del bosone di Higgs. L’anno seguente Peter Higgs, in occasione dell’assegnazione del premio Nobel per la fisica, la volle al suo fianco alla cerimonia di premiazione.
Questi sono i nomi fatti più spesso, nel corso di questi mesi, ma le candidate sembrano essere molte di più.
Non resta che attendere ancora un po’ per riuscire ad avere qualche nome certo, e come ricorda Emma Bonino: “Ci si aspetta una persona competente con grande senso delle istituzioni che sia garante della Costituzione e se è donna è meglio.”
Seguici su Metropolitan Magazine: