Vincent Van Gogh: 5 opere imperdibili

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Di Redazione Metropolitan

Autore prolifico, pittore incompreso ed anima tormentata, Vincent Van Gogh è stato uno dei più grandi artisti della seconda metà dell’800, tanto importante da influenzare, con le sue pastose pennellate di colore, tutta l’arte del XX secolo.

Portato fin da bambino per le belle arti, Van Gogh, nonostante le aspre critiche del padre, continuò a disegnare fino a divenire un pittore di professione all’età di 27 anni. I suoi innumerevoli soggetti, dai girasoli ai paesaggi della campagna francese, dagli autoritratti ai dipinti con cipressi, hanno cambiato radicalmente il modo di vedere e fare arte, inaugurando così una nuova fase della storia della pittura. In occasione del 169esimo anniversario della sua nascita, ripercorriamo le cinque opere imperdibili del pittore olandese.

“I mangiatori di patate” e la “Terrazza del caffè la sera”: gli inizi di Van Gogh

“I mangiatori di patate” rappresenta il primo quadro importante concluso dall’artista nel 1885, un’opera assolutamente evocativa ed intrisa di forte realismo. Conservata al Van Gogh Museum di Amsterdam, l’intera tela si concentra sulla visione di una famiglia di contadini che mangia, con le mani nodose e deformate dalla fatica, un magro pasto alla fioca luce della lampada ad olio. Una creazione che rende pienamente, come un vero e proprio schiaffo in faccia, la povertà dei contadini olandesi e la loro triste condizione di vita. A distanza di qualche anno, nel 1888, Vincent creò la splendida “Terrazza del caffè la sera”, una delle iniziali pitture aventi come soggetto il paesaggio notturno. Presente al Museo Kröller-Müller, l’artista prese spunto dalla lettura dell’incipit del “Bel-Ami” di Guy de Maupassant, in cui viene descritta una notte stellata per le vie di Parigi. Diversa rispetto alle pitture impressioniste, le quali si concentrarono sempre sull’aspetto umano presente nei caffè, in quest’opera l’artista si dedicò maggiormente alla resa del cielo notturno, elemento che ritornerà sempre nella sua produzione pittorica.

La serie dei “Girasoli” e “L’autoritratto con orecchio bendato”: lo sviluppo dell’arte di Van Gogh

La serie dei “Girasoli”, ammirata in vari musei e conosciuta in tutto il mondo, vide la luce tra il 1888 e 1889, quando Vincent decise di ritrarre questo tipo di natura morta in tutte le sue fasi di sviluppo, dal bocciolo alla morte. Nata per arredare la stanza destinata a Paul Gauguin nella casa di Arles, Van Gogh ne rimase particolarmente affascinato e li dipinse per tutto l’anno seguente, ponendo sulla tela un’attenzione particolare per il colore giallo, simbolo dell’ottimismo e del tranquillo periodo vissuto dall’autore.
Al contrario, “L’autoritratto con orecchio bendato” rappresenta la fine di quel periodo di felicità. Infatti, l’artista olandese lo realizzò alla fine del 1888, quando la convivenza tra lui e Gauguin finì malamente. Dopo essersi tagliato un orecchio e averlo donato ad una prostituta, Vincent si ritrasse usando le sue solite e dirette pennellate sulla tela, facendo predominare i colori freddi per indicare il suo stato interiore. Da ammirare alla Courtauld Institute Galleries di Londra, il dipinto è divenuto l’emblema della follia dell’autore.

“La notte stellata”: l’apoteosi di Vincent

Ma fu solo nel 1889 che Van Gogh creò il suo più grande capolavoro, la meravigliosa “Notte stellata” conservata al Museum of Modern Art di New York, la quale ritrae la visione del paesaggio notturno di Saint-Rémy-de-Provence. Cercando un contatto diretto con la realtà e, allo stesso tempo, decidendo di stravolgerla per interiorizzarla fino alla spasimo, la “Notte stellata” non è altro che una vera e propria visione onirica. All’interno, infatti, si scorgono le emozioni più profonde e forti di Vincent, rappresentate sotto forma di spirali di vento che muovono il cipresso sulla sinistra dell’opera. Quest’ultimo non è altro che il simbolo di un intermediario naturale tra la terra ed il cielo e, ovviamente, tra la vita e la morte. Infine, a destra, si può scorgere un piccolo paesino, sicuramente Saint-Rémy-de-Provence, il quale sembra perdersi in questa ricca immensità di pennellate pastose.
Ma la grandezza di Van Gogh non si può condensare soltanto con 5 opere: bisogna scoprirlo andando nei musei, guardando i dipinti con i propri occhi e provando ad immergersi nelle visioni incantate di uno dei più talentuosi pittori della storia umana.

Monica Blesi.
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