Michelangelo Buonarroti, uno dei più grandi artisti della storia dell’arte. Fu scultore, pittore, architetto e poeta. Personalità dal carattere deciso e a tratti misantropo. L’ossessione per la rappresentazione del corpo umano divenne una costante nella sua brillante carriera.
Michelangelo Buonarroti e la prematura passione per l’arte
Figlio di Lodovico Buonarroti Simoni e Francesca di Neri, Michelangelo nasce il 6 marzo del 1475 a Caprese, in provincia di Arezzo. Pochi mesi dopo la sua nascita, la famiglia rientra a Settignano, sui colli fiorentini. Fin dalla tenera età Michelangelo dimostra inclinazione per l’arte e, nonostante la contrarietà paterna, entra nella scuola del Ghirlandaio a Firenze. Qualche anno dopo entra a far parte del circolo artistico del giardino di San Marco, patrocinato da Lorenzo il Magnifico. Si stabilisce così, intorno al 1490, nel palazzo dei Medici a Firenze, entrando in contatto con il Poliziano e i massimi rappresentanti della cultura neoplatonica fiorentina.
Dopo essere stato per un periodo a Bologna e poi a Venezia, si può dire che la sua vita, così come la sua carriera artistica, si è svolta essenzialmente tra Roma e Firenze. Ed è proprio tra queste due città che il suo genio artistico ha modo di esprimersi al meglio. Con la sua arte ha segnato uno spartiacque fondamentale. Tanti artisti dopo di lui hanno cercato di imitarlo senza neanche avvicinarsi ai suoi risultati. Ebbe una vita anche insolitamente molto lunga per il suo tempo. Visse ottantanove anni. Una vita estremamente intensa, passata attraverso stagioni ed esperienze diverse. Dalla Firenze dei Medici a quella di Savonarola, dalla difesa della Repubblica Fiorentina alla Roma dei papi.
Proverbiale la rivalità con Raffaello e con Leonardo da Vinci, così come gli scontri con i suoi committenti. Michelangelo aveva un carattere solitario, burrascoso ed irascibile ma quando scolpiva (e non solo) dimostrava la profonda sensibilità che in realtà possedeva. Un personaggio davvero unico!
Genio artistico rinascimentale
L’arte di Michelangelo presenta caratteristiche originali che vanno oltre la semplice imitazione del classico. Le sue figure brillano di una forza intensa e sembrano possedute da una tensione interna. Erede della grande arte della Firenze dei Medici, Michelangelo raggiunge l’apice della sua carriera artistica grazie alle magnifiche creazioni per i papi di Roma. Figura di spicco del Rinascimento, non fu soltanto scultore. Era anche un eccellente pittore, architetto e poeta, e le sue opere non avevano pari per forza ed energia, ma anche per complessità e raffinatezza dei contenuti. Nonostante questo, Michelangelo fu uno degli artisti più tormentati della storia. Perennemente insoddisfatto dei propri risultati, conduceva una vita quasi da miserabile nonostante avesse accumulato ricchezze.
Michelangelo Buonarroti, quattro dei suoi capolavori
Nel 1496, Michelangelo si trasferisce a Roma e poco dopo riceve l’incarico di scolpire la Pietà del Vaticano dal cardinale Jean Bilhères de Lagraulas. Per realizzarla l’artista si reca per la prima volta a Carrara per scegliere i marmi. L’opera viene consegnata al cardinale nel 1499 e apre al giovane artista, ventiquattrenne, le porte del successo. La sua carriera fu poi un crescendo costante. La Pietà è l’esempio magistrale della bravura di Michelangelo, che attraverso questa scultura, raggiunge i più alti livelli di levigatezza e di finitezza.
Michelangelo aveva solo 26 anni quando realizza uno dei suoi capolavori più iconici, il David. L’artista decide di raffigurare uno dei momenti più catartici del combattimento e anche uno dei più insoliti: la concentrazione di David prima del lancio della pietra. Commissionato dai consoli dell‘Arte della Lana e l’Opera del Duomo di Firenze, la statua era da collocare in uno dei contrafforti esterni posti nella zona absidale della cattedrale di Santa Maria del Fiore. Si trattava di un’impresa che non aveva precedenti nell’arte rinascimentale e che era già stata tentata due volte. L’enorme blocco di marmo bianco destinato all’opera era infatti già stato abbozzato prima da Agostino di Duccio nel 1463-1464 e poi da Antonio Rossellino nel 1476. Solo Michelangelo poteva riuscire in questa impresa.
Nel 1534 Michelangelo torna a Roma. Ed è in questo periodo che realizza il non plus ultra della bellezza trasformata in arte. Quando Michelangelo dipinge la Cappella Sistina ha appena 33 anni. Tutto il lavoro è una fatica che gli costerà la vista, già abbastanza malandata, e circa quattro anni di lavoro. Sulla parete di fondo, poi, realizza il Giudizio Universale. Elimina la divisione in scene e la prospettiva, stravolgendo così la tradizione pittorica.
La Pietà Bandini è invece una scultura che ben può rappresentare la maturità artistica di Michelangelo. Databile al 1547-1555 circa, è conservata nel Museo dell’Opera del Duomo a Firenze. Si tratta di una delle ultime sculture prodotte dall’artista. Si pensa che egli abbia inserito nella figura di Nicodemo un proprio autoritratto. In effetti fu ideata da Michelangelo come monumento per la propria sepoltura. Per un certo tempo però, l’opera appartenne alla famiglia Bandini, di Roma, finché venne acquistata dal granduca Cosimo III de’ Medici nel 1671.
Ilaria Festa
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