Ricordate quando, da bambini/adolescenti passavate ore davanti alla TV, aspettando che MTV passasse finalmente il vostro artista preferito, pronti a premere il tasto “Registra” sul telecomando? Quante videocassette -ora finite chissà dove?- sono state a lungo un tesoro più prezioso di qualunque forziere carico d’oro? Quante volte avete litigato con il vostro fratellino, colpevole e processato per direttissima dopo aver cancellato la playlist assemblata con tanta fatica, in favore dell’ultimo episodio di Dragon Ball? Erano altri tempi, YouTube non esisteva e quello era l’unico modo per poter guardare e riguardare le clip che accompagnavano i brani del momento.
Molto spesso, a dire il vero, il prodotto valeva l’attesa; più che filmati, si trattava di veri e propri cortometraggi, che raccontavano storie curate al dettaglio. Delle rom-com in formato ridotto, oppure dei romanzi coming of age trasposti sul piccolo schermo; oppure, ancora, degli horror movies di tutto rispetto. Perché sì, a volte i video possono anche fare paura; quantomeno, possono risultare un po’ inquietanti. E quale giorno migliore di Halloween per ricordarne qualcuno? Preparate i popcorn e fate attenzione: qualcuno potrebbe essere dietro di voi!
Thriller-Michael Jackson, il video a tema Halloween per eccellenza
Impossibile non pensare immediatamente al Re del Pop e all’iconica coreografia di Thriller, ancora il brano più venduto e scaricato nel periodo di Halloween. Questo capolavoro disco-funk ha cambiato per sempre la musica commerciale, grazie anche alla particolarissima strofa, narrata in stile gotico dall’attore di film horror Vincent Price. Per rendere il pezzo ancora più angosciante, si ricorse a suoni tipici del cinema dell’orrore. Gli ululati furono eseguiti dallo stesso Michael Jackson, mentre le porte scricchiolanti vennero affittate dagli Universal Studios. I passi del cantante furono campionati e inseriti con effetto stereofonico, e fu impiegato anche il theremin, uno strumento dal riconoscibile suono a metà tra il futuristico e il tetro.
A fare la fortuna della canzone, tuttavia, contribuì ampiamente anche lo strepitoso videoclip, diretto da John Landis in puro stile hollywoodiano. L’idea fu dello stesso Jackson che, dopo aver visto Un lupo mannaro americano a Londra, proprio di Landis, lo contattò proponendogli una collaborazione. Il regista accettò con entusiasmo, ma la Epic Records si mostrò titubante, a fronte dei costi di produzione. Le preoccupazioni, però, si dissolsero di fronte all’enorme successo da esso ottenuto. L’omonimo album balzò nuovamente in testa alle classifiche di tutto il mondo e la neonata MTV registrò per la prima volta ascolti da record, al punto da essere costretta a ritrasmettere più volte la clip nell’arco della stessa giornata, a causa delle numerosissime richieste. Il video ha diverse versioni: quella integrale dalla durata di oltre tredici minuti, quella di otto minuti (che omette tutta la parte iniziale) e quella più nots, da “soli” sei minuti, che termina dopo la danza degli zombie.
Everybody-Backstreet Boys: quando il pop “fa paura”
Pubblicata il 30 giugno 1997 come primo estratto dal secondo album in studio Backstreet’s Back, Everybody è una delle maggiori hit dei Backstreet Boys. Nel videoclip ad essa associato, si scrollano di dosso l’immagine patinata da bravi ragazzi del pop per lanciarsi in un balletto sfrenato, omaggio a Michael Jackson e alla sua Thriller. La proposta venne da Nick e Brian, desiderosi di realizzarne una (rispettosa) parodia.
Il regista Joseph Kahn girò tutto negli studi di Los Angeles, nel giugno 1997. La trama è semplice: per colpa di un guasto del bus che li sta riportando a casa, l’autista obbliga i cinque a trascorrere la notte in un antico castello, mentre lui corre a chiedere aiuto. Mentre sta per andare a dormire, però, Brian scopre un animale mostruoso sotto le coperte. I membri della band si ritrovano in una grande sala, vestiti in abiti d’epoca, e iniziano a danzare insieme a un corpo di ballo, per poi trasformarsi in mostri: Brian diventa un lupo mannaro, Howie il conte Dracula, Nick una mummia, AJ il Fantasma dell’Opera e Kevin il Dr. Jekyll e Mr Hyde. Alla fine, Brian si risveglia nel suo letto, convinto che sia stato un sogno. I BSB scoprono di aver immaginato tutti la stessa cosa, e fuggono dal maniero. Li attende, però, una brutta sorpresa.
Clint Eastwood-Gorillaz: il video più “Halloween” che ci sia
Solo la mente geniale di Damon Albarn, unita al talento del fumettista Jamie Hewlett, avrebbe potuto dar vita a un gruppo come i Gorillaz. La band è costituita da quattro personaggi animati: il cantante e tastierista 2D , il bassista Murdoc Niccals, la chitarrista Noodle e il batterista Russel Hobbs. Dal 2010 al 2011 è stato aggiunto un quinto membro temporaneo per sostituire Noodle, Cyborg Noodle. Il loro primo singolo, Clint Eastwood, ha scalato velocemente le classifiche ed è stato apprezzatissimo dal pubblico, incuriosito da questo progetto così particolare. Si tratta di un mix di musica elettronica, hip hop e rock. Il testo è rappato da Del tha Funkee Homosapien, che appare come un fantasma blu, mentre il ritornello è di 2D, dietro il quale si cela la voce di Albarn.
Il video è stato realizzato a cartoons ed è diretto da Jamie Hewlett e Pete Candeland. Si parte subito con il logo dei Gorillaz, in rosso su sfondo nero, e con la frase, tratta dal film del 1978 Zombi “Every dead body that is not exterminated, gets up and kills. The people it kills, get up and kill”, prima in in giapponese e poi in inglese. Il riferimento è Sergio Leone e il suo Il buono, il brutto, il cattivo, il cui tema si sente all’inizio. Il famoso ritornello del brano, I ain’t happy, I’m feeling glad. I got sunshine in a bag, rimanda ai soldi nella borsa che il personaggio di Clint Eastwood porta via con sé alla fine del western. Il gruppo si trova ad affrontare delle scimmie-zombie, che, a un certo punto, ballano-indovinate cosa?- la coreografia di Thriller.
The Kill-Thirty Seconds to Mars: tutti all’Overlook Hotel
Freschi di annuncio delle tappe italiane, previste per luglio 2025, i Thirty Seconds to Mars si preparano a presentare il nuovo repertorio e, soprattutto, a farci rivivere i nostri anni liceali (o giù di lì) con i loro vecchi successi. Tra questi, The Kill è senza dubbio uno dei più interessanti. Il singolo di Jared Leto e soci affronta il tema della paura di scoprire il nostro vero io, rivelando ciò che si cela, sopito, nell’inconscio.
Con simili premesse, il video non poteva che ispirarsi a un cult movie, simbolo dei dissidi interiori e di quei mostri potenzialmente annidati dentro di noi: Shining. Il film di Stanley Kubrick, tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King, viene ampiamente citato in ogni sequenza. La band viene accompagnata in limousine davanti ad un edificio. Leto legge una lettera indirizzata a tutti i componenti dei 30STM, che li avverte di non entrare assolutamente nella camera 6277. Shannon, però, disubbidisce al divieto; da quel momento, tutti iniziano a vedere la propria controparte. Le riprese sono state effettuate al The Carlu Hotel di Toronto, arredato in modo da ricordare il celebre Overlook Hotel. Anche i personaggi in cui i musicisti s’imbattono provengono da quell’universo: il barman, le gemelle etc.
Going Under-Evanescence: quando un concerto diventa un incubo
Con quella voce magnifica e celestiale, sembra impossibile che Amy Lee possa far paura. Eppure, Going Under, anche a distanza di anni, continua a mettere i brividi. In origine avrebbe dovuto essere il primo singolo estratto da Fallen, ma il successo di Bring Me to Life ha cambiato le carte in tavola. La canzone parla di una relazione finita male e della voglia di cambiare e uscire da quella situazione, ed è la preferita della cantante.
Il video è stato diretto da Philip Stolzl, lo stesso regista di Bring Me to Life, e registrato a Berlino nel maggio 2003. I costumi di Lee sono stati disegnati da lei stessa, mentre era ricoverata in un hotel di Los Angeles. Secondo una classifica stilata da Billboard, è il quarto dei quindici videoclip più spaventosi di sempre. Tutto inizia in camerino, dove la ragazza viene truccata da assistenti che però assumono delle fattezze demoniache, così come i giornalisti che stanno intervistando Ben Moody. Anche il pubblico presente al concerto della band assume tratti grotteschi e mostruosi, ma gli Evanescence iniziano a suonare. A fine esibizione, tutto sembra essere tornato alla normalità, ma non è così.
Welcome to the Black Parade-My Chemical Romance: l’ultima sfilata
“No, you can’t summon a whole generation just by playing one note” è la provocazione di un trend virale su TikTok. La nota in questione, che va a smentire l’affermazione, è quella iniziale di Welcome to the Black Parade; più che un pezzo, un inno. A ripercorrere la discografia dei My Chemical Romance, in verità, ci sarebbe l’imbarazzo della scelta tra video dark e dalle atmosfere emo-gothic, come lo struggente ultimo saluto a Helena, protagonista di una delle loro canzoni più intense, o l’orda di ragazzini assatanati in Teenagers.
La sfilata oscura che anima il singolo del 2006, tuttavia, è una vera e propria opera d’arte. Diretto da Samuel Bayer, che ha lavorato con i Nirvana e i Green Day, è stato pubblicato il 26 settembre 2006 in Canada e Regno Unito e il 27 settembre 2006 negli Stati Uniti. Nel video un paziente d’ospedale(Lukas Haas) inizia a vedere la morte sotto forma di una parata nera, al centro della quale Gerard Way & Co. si esibiscono, seguiti da una folla in maschera che ricorra il Dia De Los Muertos. Tutti i costumi sono realizzati dalla designer Colleen Atwood, collaboratrice fidata di Tim Burton. Un piccolo gioiellino a metà tra l’horror e il malinconico, che offre un ponte ideale tra vivi e anime perdute, esattamente come la notte di Halloween.
Federica Checchia
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