Musica

Bob Dylan: il poeta country rock

Nato Robert Allen Zimmerman, a Duluth il 24 maggio 1941, ha legalmente cambiato il suo nome in Bob Dylan nell’agosto del 1962. Distintosi anche come scrittore, poeta, pittore, scultore e conduttore radiofonico, si è imposto come una delle più importanti figure a livello internazionale in campo musicale, in quello della cultura di massa e in quello della letteratura.

Bob Dylan, il folksinger

Bob Dylan
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Bob Dylan ha plasmato la figura del cantautore contemporaneo. Ideatore del folk-rock, ha ottenuto il successo con un singolo che non ha una durata commerciale: oltre 6 minuti della famosa Like a Rolling Stone, 1965. Dylan è stato anche tra i primi cantautori folk contemporanei ad abbandonare lo schema collettivo della ‘topical song’, dando maggior rilievo al mondo dell’interiorità umana e segnando il passo per la generazione successiva di folksinger. Scopriamo insieme 10 brani indimenticabili.

Like a Rolling Stone

La canzone più conosciuta di Bob Dylan è sicuramente “Like a Rolling Stone”. Sebbene durasse oltre sei minuti, conquistò le classifiche statunitensi per circa tre mesi. Nella canzone si parla di una ragazza “solitaria” che vestiva bene, andava a cavallo, frequentava scuole prestigiose e gettava una monetina ai mendicanti, senza degnarli di uno sguardo. Ma poi cadrà in disgrazia e allora sarà costretta a guardarsi intorno. E le parole nel ritornello sono spietate: “Come ci si sente ad essere sola? Senza un posto dove andare? Come una completa sconosciuta, come una pietra che rotola?

Knockin’ on Heaven’s Door

È una delle sue canzoni più famose, sicuramente quella che ha ricevuto più cover da molti autori e band affermate, tra cui: Guns N’ Roses, Bruce Springsteen, Eric Clapton, Aerosmith, Bob Marley, Nirvana, U2. La canzone è stata scritta per la scena di un film, nel momento in cui uno sceriffo è costretto a uccidere un vecchio amico divenuto con il tempo un bandito pericoloso. Ma dopo l’uccisione lo sceriffo è pervaso dal rimorso, e dice: “Mamma, metti le mie pistole a terra, non posso più sparare dei colpi, quella lunga nuvola nera sta scendendo, è come se stessi bussando alle porte del cielo”.

Just Like a Woman

Scritta nel 1965, è una raffinata ballata country rock, cantata da Bob Dylan con leggerezza, quasi con distacco, dove troviamo una donna che è ancora una bambina. E infatti nel ritornello, si dice: “Lei parla proprio come una donna, fa l’amore proprio come una donna, e fa soffrire proprio come una donna, ma va in crisi proprio come una bambina”. Pare che Dylan abbia preso spunto da una donna che frequentava Andy Warhol e la sua cricca, nella famosa Factory a New York.

Mr Tambourine Man

Tra sogno e realtà, bisogno di fuga e rassegnata accettazione, il brano rappresentò la consacrazione di Dylan, che poco dopo l’uscita partì per il suo primo tour europeo. La canzone si apre con la richiesta di un vagabondo a un fantomatico tamburino chiamato a suonare una canzone per lui mentre la notte sta volgendo verso un nuovo duro giorno. Ai tempi, negli anni dell’esaltazione dell’Lsd e delle sostanze psichedeliche, fu anche adombrata l’ipotesi che la canzone accennasse all’uso di stupefacenti.

She’s Your Lover Now

La terza sessione di Blonde on Blonde, svoltasi il 21 gennaio 1966, nello Studio A della Columbia Records di New York, si è concentrata interamente sull’abbozzo di questo pezzo. Sono state registrate 19 tracce tra le 14:30 e le 2:30 di notte, tra cui diverse false partenze. La traccia più completa realizzata con l’intera band fu l’ultima, che è stata successivamente pubblicata su The Bootleg Series Volumes 1-3 (Rare & Unreleased) 1961-1991. Sul foglio di registrazione ogni incisione di questo pezzo venne intitolata Just a Little Glass of Water. La traccia numero 6 apparve su The Bootleg Series Vol. 12: The Cutting Edge 1965–1966; inoltre altre versioni del brano apparvero su edizioni deluxe o da collezione dell’album. “Il dolore tira fuori il meglio dalle persone”. In queste parole emerge tutta la personalità del rocker in sei minuti di attacco frontale in cui Dylan tira fuori un livore tale da far sembrare i tipi della Factory di Andy Warhol dei dilettanti del sarcasmo. Persino i musicisti della band si devono essere sentiti a disagio registrandola.

All along the whatchtower

La canzone è del 1968, nello stesso anno Jimi Hendrix ne fece una versione straordinaria, probabilmente molto più ascoltata e apprezzata dell’originale. Anche gli U2 ne fecero una loro versione, nel 1988 e la inclusero nel film “Rattle and Hum”. Nel testo abbiamo la conversazione tra un giullare e un ladro, ecco cosa si dicono: “Deve esserci una via d’uscita, disse il giullare al ladro. C’è troppa confusione, non riesco a rilassarmi. Gli uomini d’affari rubano il mio vino, i contadini arano la mia terra, nessuno di loro conosce il valore di tutto questo.” Dunque, si potrebbe ipotizzare in questi versi la volontà di cercare una via d’uscita dalla confusione che regna nel mondo. “Non ti devi preoccupare, disse gentilmente il ladro, qui c’è ancora chi va ripetendo che la vita è soltanto uno scherzo, ma noi due abbiamo capito, non è questa la nostra sorte, così non raccontiamo altre bugie, si sta facendo tardi”. Il ladro e il giullare, quindi, rifiutano di condurre la vita come un gioco o uno scherzo, come la maggioranza degli uomini, ma decidono di vivere per un ideale.

A Hard Rain’s A-Gonna Fall

Bob Dylan scrisse questo pezzo in piena crisi missilistica di Cuba e la “pioggia” di cui si parla nella canzone è stata da molti ritenuta una metafora del fall-out atomico, la caduta delle scorie radioattive in seguito all’esplosione di un’atomica. Dylan ha tuttavia più volte sottolineato la portata più universale del pezzo, definendolo un brano “di disperazione” e “di terrore”. È sicuramente una delle canzoni del folksinger americano maggiormente influenzate dalle visioni apocalittiche di molte parti del Vecchio Testamento.

Blowin’ in the Wind

È forse la più bella canzone di Bob Dylan, manifesto di pace per intere generazioni. In un tono pacato, quasi dimesso, il cantante cerca di capire per quanto tempo un uomo dovrà continuare a fare guerre. Ecco due passaggi significativi della canzone: “Quante strade deve percorrere un uomo prima di essere chiamato uomo? E quanti mari deve superare una colomba bianca prima che si addormenti sulla spiaggia? E per quanto tempo dovranno volare le palle di cannone prima che vengano bandite per sempre? La risposta, amico mio, soffia nel vento”.

Ed il testo continua: “Per quanto tempo un uomo deve guardare in alto prima che riesca a vedere il cielo? E quante orecchie deve avere un uomo prima che ascolti la gente piangere? E quanti morti ci dovranno essere affinché lui sappia che troppa gente è morta? La risposta, amico mio, soffia nel vento”.

Tight Connection to My Heart (Has Anybody Seen My Love)

Nascosto nelle profondità dei suoi assurdi anni ’80, Dylan ha sfoderato un incredibile urlo di disperazione, la sua canzone migliore dell’epoca. Quando dice “rilassati, amore, non c’è niente che valga la pena rubare, qui”, sembra l’ultima massima di un saggio zen da due soldi. Anche qui un video con i balletti. Dylan aveva un sacco di idee assurde, in quel periodo.  Una versione preliminare, intitolata Someone’s Got a Hold of My Heart, fu registrata da Dylan nel 1983 durante le sessioni per Infidels, ma non venne inclusa nella versione definitiva dell’album; apparve in seguito nella compilation The Bootleg Series Volumes 1-3 (Rare & Unreleased) 1961-1991.

Huck’s Tune

Chiudiamo questa selezione con un brano poco conosciuto. Tratto dalla colonna sonora del film minore con Drew BarrymoreLe regole del gioco’, fu poi recuperata per per l’album Tell Tale Signs. “Huck’s Tune” è una canzone folk-blues riflessiva di Bob Dylan che parla di come la vita abbia i suoi alti e bassi, ma bisogna essere resistenti e andare avanti nei momenti difficili. Nella canzone, Dylan canta del dolore dell’amore e della felicità momentanea che porta. Riflette su come sia “prossimo al comando” della sua vita, ma deve “mettere da parte” i suoi sogni per un po’, per poter vivere ogni giorno. La canzone è una riflessione onesta e cruda sulle lotte della vita e sulla forza necessaria per resistere. “Quando ti bacio sulle labbra gocciola

Alessandro Carugini

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